SAN LORENZO, IL MARTIRE CHE FA LACRIMARE IL CIELO. X AGOSTO CON IL PATRONO PERUGINO.
LA LEGGENDA racconta che il diacono scelto da papa Sisto II per assistere gli orfani e le vedove povere della diocesi di Roma sia stato arso vivo su una graticola. Così, a ricordo del martirio, la notte di San Lorenzo è tradizionalmente collegata alle stelle cadenti, accostate ai tizzoni ardenti con cui fu martirizzato e che Giovanni Pascoli, nel componimento “X agosto”, interpreterà come lacrime del cielo: “San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l'aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla...”, certo accomunando quel pianto al suo dolore personale.
IL MARTIRIO di Lorenzo è descritto nella Passio Polychromi et aliorum martyrorum, di cui abbiamo tre redazioni (V-VII secolo), ricca di elementi leggendari, anche se alcune notizie ritornano nel De Officiis Ministrorum, di S. Ambrogio di Milano, (Cfr. PL XVL 89-92) che riporta la frase con cui il proto diacono rivolgendosi ai suoi aguzzini dice: "Assum est, ... versa et manduca. Questa parte è cotta, volta e mangia. Così con la sua forza d'animo vinceva l'ardore del fuoco”, scrive sant'Ambrogio. (Sant'Ambrogio, De Officiis, libri tres, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Roma Città Nuova Editrice 1977, pp, 148-151). La festa del martire - secondo la "Depositio martyrum" (anno 354) - cade il 10 agosto e nel Messale Romano si legge: "Lorenzo, famoso diacono della chiesa di Roma, confermò col martirio sotto Valeriano il suo servizio di carità, quattro giorni dopo la decapitazione di papa Sisto II. Secondo una tradizione già divulgata nel IV secolo, sostenne intrepido un atroce martirio sulla graticola, dopo aver distribuito i beni della comunità ai poveri da lui qualificati come veri tesori della Chiesa”.
LE PERSEIDI hanno sempre avuto un fascino particolare nella vita degli uomini di tutte le epoche. Per i Greci erano le scintille prodotte dal carro guidato da Fetone, il figlio di Febo che avendo rubato il carro paterno, provocò tanti e tali danni che Zeus fu costretto a fulminarlo. A Sparta invece si affidava la deposizione di un re al passaggio delle stelle cadenti. Nell’antica Persia, lo zoroastrismo identificava le stelle cadenti come streghe e demoni in fuga, che dovevano essere sconfitte dalla stella Sirio. Anche la tradizione cinese le riteneva un segnale di prossima sventura. Per gli antichi Romani tutto il mese di agosto (dedicato all’imperatore Augusto) era un periodo di feste e nei giorni dello "sciame di stelle" si celebravano processioni dedicate a Priapo, dio della fertilità maschile, che faceva ricadere sulla Terra una pioggia dorata del seme fecondatore che rendeva ubertosi i campi e propiziava il raccolto. Con il Cristianesimo nel giorno del 10 agosto si festeggiava San Lorenzo, diacono di Roma martirizzato nel 258 d.C. per volere dell’imperatore Valeriano e di cui lo stesso Costantino era particolarmente devoto tanto da edificare un piccolo oratorio sul presunto luogo del suo martirio. In suo favore giocò forse l’assonanza del suo nome con quello di Larentia, la fecondatrice, controparte femminile di Priapo.
SAN LORENZO della gran calura…cita un proverbio perugino, e il caldo torrido di queste giornate in città lo conferma. E i turisti, insieme ai perugini rimasti in città, godranno l’edizione 2019 di “Destate la notte”, contenitore di eventi che si apre proprio con gli appuntamenti dedicati a questo importante patrono che regala anche il nome alla nostra cattedrale, che accompagnerà l’estate perugina sino a tutto settembre. Musica, arte, cinema, incontri e convegni, mostre ed esposizioni, fiere e mercati, cultura insomma a 360°, saranno accompagnati dalla Luna, protagonista di tutti gli incontri.
E andando a caccia di stelle cadenti, continuiamo sempre a coltivare la speranza che il nostro desiderio diventi realtà.
marilena badolato (la foto della nostra cattedrale perugina di San Lorenzo è tratta da: www.cattedrale.perugia.it )