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E LA CULTURA NON SI FERMA. I MONILI PREZIOSI DELLE DONNE DI RAFFAELLO.

RAFFAELLO, artista elegante e raffinato, un perfetto intellettuale cortigiano dell’epoca. E questa caratteristica si riflette anche nel suo stile, considerato un esempio di equilibrio, armonia compositiva e bellezza ideale. In Raffaello grande è la capacità di fare dell’ornamento e del gioiello rappresentati con un estremo realismo e cura del particolare, simboli identificativi del tempo e delle doti caratteriali del soggetto ritratto. Il gioiello ha dunque una sua forte personalità e concretezza visiva, è un oggetto importante, che si configura non solo come attributo simbolico, ma come indicazione di un’appartenenza concreta, un’identità precisa dell’effigiata.

 

NEL RITRATTO DI ELISABETTA GONZAGA donna colta, conoscitrice delle lettere e delle arti, gli ornamenti e i gioielli ne confermano la identità e i messaggi sottesi. Al centro della fronte compare un ornamento da lenza tipico delle acconciature femminili in voga tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Vi è la presenza di un diamante, pietra molto preziosa e quindi ritenuta “carica di virtù” ed anche emblema della tenacia perché resistente al “ferro e al fuoco”. Lo Scorpione che v'è appeso rappresenta probabilmente una impresa, che trova la sua spiegazione nel simbolismo animalesco medievale, gioiello che pure Baldassarre Castiglione ricorda nelle proprietà della duchessa. Tra le tante interpretazioni, vi è quella che vede lo scorpione quale segno zodiacale legato alla riproduzione, una sorta di talismano personale contro la sterile relazione con il duca di Montefeltro che la rese “vidua” in vita.  Ma lo scorpione era anche  simbolo della dialettica e poiché in questo caso è unito al diamante, sicuramente contrassegnava una dote intellettuale pungente, acuta.

 

 LA VELATA. Una collana con pietre ambrate ne attesta la solarità di carattere e una generosità piena d’amore. Dal velo rappresentato, che era tipico delle donne maritate, spunta un cerchio-diadema con un pendente prezioso tra cui un rubino, simbolo di amore passionale e anche prosperità matrimoniale, uno zaffiro e una perla che fa appena capolino seminascosta, considerata pegno di fidanzamento o matrimonio.  Poiché Margherita nell’accezione greca significava “perla”, la Velata è stata indentificata con Margherita Luti, la Fornarina, storica amante di Raffaello e amata fino alla morte (pur tra tante donne), come scrive persino il Vasari.

 

LA DAMA COL LIOCORNO. Il dipinto fu commissionato, con molta probabilità, come dono di nozze. Lo suggeriscono alcuni dettagli decorativi, in particolare le pietre del pendente, riferimenti simbolici allusivi alle virtù coniugali e al candore virginale. Al collo la fanciulla indossa una catena d'oro annodata con un pendente formato da un piccolo smeraldo e un vistoso rubino che termina con una perla scaramazza a goccia, simbolo dell’amore spirituale e della femminilità creatrice già dall’età antica. Ma un rubino di queste dimensioni, quasi inadatte a una fanciulla così giovane, e posizionato poi proprio sul cuore al centro del petto, fa presagire un grande sentimento d’amore. La stessa collana d’oro, caratterizzata dal nodo, è un chiaro riferimento a un vincolo forte. Per quanto riguarda ancora lo smeraldo e il rubino, sappiamo dai documenti quattrocenteschi pervenutici che erano le pietre che con maggior frequenza venivano regalate alle spose in occasione delle nozze. Questo dono, come riferiscono i lapidari, era di buon auspico per la felicità e la buona riuscita del matrimonio: allo smeraldo venivano attribuiti particolari poteri taumaturgici come quello di conservare la bellezza del volto, e anche la virtù di rendere caste le persone che se ne adornavano: secondo la leggenda, la pietra si sarebbe spezzata quando una vergine fosse stata violata. Il liocorno stesso che la fanciulla tiene in grembo, era simbolo di purezza, potendo essere addomesticato, nei racconti mitologici, solo dalle vergini.

Radiografie più tarde eseguite sul dipinto hanno evidenziato che in origine al posto del liocorno la donna teneva in braccio un piccolo cane, simbolo di assoluta fedeltà. Insomma da tutti questi elementi comprendiamo che questa bellissima ragazza era già seriamente impegnata. L’ipotesi sulla sua identità sembra faccia riferimento a Maddalena Strozzi, qui molto giovane, tra l’altro già dipinta da Raffaello in un dittico con il marito Agnolo Doni. Altre voci dicono che poiché il liocorno era anche il simbolo associato alla famiglia Farnese, e poiché lo smeraldo si pensava conservasse per sempre la bellezza del volto, la giovane ritratta potrebbe essere Giulia la bella, l’amante di papa Alessandro VI.

 

(alcune notizie da Silvia Malaguzzi- Scuderie del Quirinale)

 

 

#IORESTOACASA

 

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AUTHOR - Marilena Badolato