1 MARZO: LA TRASLAZIONE DEL SANTO ERCOLANO.
QUI, proprio davanti alla Porta Marzia, cadde la testa del vescovo di Perugia Ercolano, per ordine di Totila re dei Goti, ucciso per la sua strenua resistenza all’assedio, e il corpo del Santo riposa nel prezioso sarcofago romano che funge da altare nel Tempio a Lui dedicato.
PER IL NOSTRO ERCOLANO, il patrono di Perugia “defensor civitatis”, serviva al momento del restauro della chiesa a lui dedicata, e siamo nel 1609, un sarcofago che fungesse anche da altare per le celebrazioni eucaristiche e dal chiaro simbolismo di “difesa” e salvaguardia della città. Ritrovato casualmente presso la chiesa di Sant’Orfeto e in condizioni critiche, fu restaurato e utilizzato per la traslazione delle spoglie avvenuta con processione solenne voluta dal vescovo Napoleone Comitoli. Il frontale è bellissimo mentre la parte retro, lasciata grezza, rivela il suo posizionamento a parete.
RACCONTARE la storia di un sarcofago che racchiude le spoglie di un martire. Strigilato, cioè con scanalature a “esse forse riproducenti la forma dei flutti marini, a cassa rettangolare con coperchio, con mandorla centrale decorata e ai lati la presenza di leoni in lotta con una preda, riporta un soggetto molto diffuso in questo periodo. Sarcofago simile a quelli presenti nei Musei Vaticani e Capitolini o a quello di Giratto, opera di Biduino e la sua bottega, nel Camposanto Monumentale di Pisa, ma anche a quelli dei Musei Guggenheim e Metropolitan di New York. E siamo nel terzo secolo dopo Cristo, epoca certa per la struttura e le immagini simbolo riportate.
QUI il leone azzanna un giovane puledro, alla presenza di un personaggio maschile che sembra un guardiano della belva, indicando quindi la venatio, cioè la lotta nelle arene con leoni e animali esotici et omnia ex toto orbe terrarum che erano i protagonisti dei giochi. Mentre W. Altmann interpreta la figura del leone come rappresentazione puramente decorativa, F. De Ruyt pensa ad una “evocazione della morte rapace” la cui forza devastante è riconducibile appunto alle venationes e divenuta poi, nel simbolismo cristiano, il male del demonio sempre in agguato. Senza dimenticare che il leone era associato anche ai miti dionisiaci come afferma nei suoi studi A. Veneri.
L’ANATOMIA del leone è bene in evidenza, si nota persino il pellame che ricopre le zampe, la testa è muscolosa, la fronte aggrottata e gli occhi con pupilla che permettono la datazione certa del terzo secolo dopo Cristo. Anche il puledro è ben delineato: ha la bocca semiaperta e mostra la lingua, le pieghe del muso sono ben visibili, mentre tutti gli elementi chiaroscuri sono stati resi dall’artista con l’uso del trapano. E’ presente un notevole plasticismo, una grande finezza di esecuzione e molto ben evidenziata risulta la anatomia degli animali. Troviamo questa tipologia di sarcofago in Inghilterra, Spagna, Francia, Stati Uniti e in Italia a Lucca, Agrigento, Palermo, nei Musei Vaticani e Capitolini. (Luana Cenciaioli).
E RICORDANDO quella antica processione dei lumi a cui dovevano partecipare ex officio studenti e docenti dello Studium Perusinum, l’Università degli Studi del quale Ercolano era ed è ancora oggi patrono.
marilena badolato