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FESTIVAL INTERNAZIONALE GREEN MUSIC: REAL…MENTE NAPOLI TRIO, LA CANZONE CLASSICA NAPOLETANA

SE è napoletana, la canzone ti mette addosso una “gioiosa” malinconia. E non è un ossimoro. Nella canzone classica napoletana c’è quella voglia di vita, unita alla consapevolezza della sua fine. L’ineluttabilità è vestita di serena e quasi allegra consapevolezza. Ed è questo che la rende unica e immortale e grande nel panorama musicale mondiale. Insieme al tema dell’Amore, con la maiuscola, anche lui sentimento ineluttabile, anche se non corrisposto, un penare che può portare sino alla morte come nel brano Te vojo bene assaje.

 

LA SERATA si apre con la voce di Tommaso Chimenti, supportato dai bravissimi Michele Libraro alla chitarra e Luciano Damiani al mandolino, il Real…mente Napoli Trio.  Siamo a Napoli dalla fine dell’Ottocento a metà Novecento. In questo periodo la musicalità del pezzo non è più veloce, ritmato dai tamburelli, ma melodico, poetico, drammatico, accompagnata dai violini e dai mandolini. Definita l'epoca d'oro della canzone classica napoletana, tra gli autori troviamo personalità come Salvatore Di Giacomo, Ernesto De Curtis, Libero Bovio, E.A. Mario, Ferdinando Russo, Eduardo Di Capua. E stasera saranno brividi per Era de Maggio, Torna a Surriento, Scetate, O’ Sole mio, ma anche per Maria Marì e Reginella. Per per ogni brano una storia da raccontare che, messa in musica, diventa poesia come quella palomba incaricata di portare il messaggio all’ amata ne La Palummella (Palummella, zompa e vola/Addó' sta nennélla mia../Non fermarte pe' la via/Vola, zompa a chella llá...)

 

LE MUSICHE E LE DANZE di Neapolis (Νεάπολις, la città nuova fondata dai Greci nel V secolo a.C. mentre Partenope rimarrà la città vecchia), quelle legate al periodo della semina e del raccolto, le ritroviamo nella tammurriata, che deriva da “tammorra” uno degli strumenti musicali che maggiormente caratterizzano questa danza. Mentre la tarantella diverrà uno tra i ritmi più usati per le canzoni e occuperà un posto d’onore nell’ambito delle tradizioni napoletane. Era anche antica usanza portare le serenate alle donne amate spesso eseguite con il calascione (o colascione), antico strumento napoletano, basso del liuto (svolgeva il ruolo di basso continuo), ma di dimensioni notevoli, circa 2 metri e con, almeno nella sua costruzione base e più semplice, 2 o 3 corde (persino Pulcinella veniva spesso rappresentato con un calascione tra le braccia).  A Napoli era chiamato anche Tiorba a Taccone e ne fu costruito un tipo di dimensioni ridotte, solo 1 metro, e in seguito dotato di 5 e poi 6 corde. Anche l’Opera buffa, che nasce all’interno dell’opera seria come fantasioso e piacevole intermezzo tra i lunghissimi atti e come satira di costume, si basava sulla musica cantata, la quale veniva presa in prestito da motivi popolari o viceversa, cioè avveniva che un brano creato nell’ambito dell’opera buffa diventasse una canzone popolare. Nell’800 le prime case editrici conservarono e diffusero tutto questo materiale che altrimenti sarebbe andato perduto. Così poeti e musicisti di grande fama diedero i natali a quella che è conosciuta come canzone d’autore classica napoletana, interpretata ancora oggi in tutto il mondo.

 

SI TERMINA con Funiculì Funiculà (Jamme, jamme 'ncoppa, jamme jà. Funiculì, funiculà!) creata per la nuova funicolare di Napoli, una sorta di spot pubblicitario ante litteram, mentre il bis sarà con 'O surdato 'nnammurato, composta nel 1915, ricordando l’amore che mancava a quei giovani soldati in trincea.



                                                                                     5° Festival Internazionale
                                                                                              GREEN MUSIC

                                                           “DESTATE LA NOTTE” 2021 CITTA’ DI PERUGIA CULTURA

                                                                                         Giardini del Frontone

 

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato