IL SENTIMENTO DEL NATALE.
COSA è rimasto del sentimento del Natale? Quella pacata felicità evocata dal profumo di un evento lungamente atteso. E’ammaccato, contuso da un virus che, mai sopito, ritorna prepotente a ricordarci che c’è e che ci sarà, perché cambierà veste tante e tante volte fino a confonderci. L’innocenza tornerà nel mondo? Torneranno leggeri e celesti i pensieri dei bambini e degli uomini in questi giorni? Tornerà la gioia nel volto dei ragazzi che sono la speranza del mondo? Tornerà a tremare una stella sulla strada di Betlemme?
E COSA rimane del sentimento delle feste, dello stare insieme a quelli che ci vogliono bene? Dei giochi condivisi su tavole affollate, delle risate dei bimbi. Del piacere dei sensi regalato da una cucina ricca da condividere, perchè la convivialità è la chiave antica della nostra felicità e proprio nell’assenza ritroviamo improvvisamente il gusto della presenza. Nel ripetersi dei gesti consiste forse la felicità, una ciclicità che somiglia all’eternità. Un romanzo comune di speranze e progetti.
MA i gesti soliti del Natale rivolti ai nostri cari- abbracci baci auguri affettuosi-, li abbiamo già dimenticati, accantonati in fondo in fondo, dove fa buio. Solo frettolosamente salutiamo, auguriamo e ci fermiamo a chiedere “come stai?”, la frase più ricorrente. E l’altro che ci siede accanto lo teniamo a distanza, perché solo così ci sentiamo protetti.
SOLO le luci, evocate quasi con forza dopo due anni di tenebra, possono donare un attimo di serenità. Come se, rischiarando, scaldassero gli animi scoraggiati. Le luci del Natale rimangono, diventando magia e incantesimo. Beni preziosi.
Buon Natale, e che sia ancora per tutti il giorno bianco e la notte azzurra.
marilena badolato