TEATRO MORLACCHI-PERUGIA: IL CYRANO DI ARTURO CIRILLO.
UNO spettacolo in movimento, con tanta letteratura dietro e tanta vita, quella di una storia d’amore impossibile, perché per Cyrano- Cirillo il “ bacio è un capogiro che fa fermare il respiro”. In un carosello musicale di mantelli, piume, cappelli a cilindro e paillettes lo spadaccino, raccontato da Edmond Rostand, lascerà indietro malinconia e tristezza per diventare l’attore che solo sul palco e "al fin della vicenda" riconoscerà sè stesso. Parole, poesia e musica in uno spettacolo che ci regala il nasuto guascone in una forma visionaria, ma anche molto umana dove il naso prende il posto della spada. L’ atmosfera simil -felliniana regala il sogno dell’impossibile ad attuarsi, ma riporta anche la realtà della scena che continuamente gira come gira il mondo e che diventa quindi un qualcosa che, nonostante tutto, “qui e adesso” si attua.
L’ORGOGLIO di sentirsi poeta e spadaccino, dotato di intelligenza e abilità retorica, si mescola alla suscettibilità generata da quel senso di inadeguatezza che nasce dalla consapevolezza di essere oggetto di crudele derisione. Un sentimento, solo personale, di estraneità generato da una estrema severità verso la propria immagine che impedisce a Cyrano di vivere il proprio amore per Rossana e capace solo di regalare un amore incrollabile e gratuito.
INTERESSANTE la meditazione condotta interpolando il testo di Rostand con le vicende di Pinocchio, un’affinità che non consiste banalmente solo con la preminenza del “naso”e la bugia, la mistificazione anche a fin di bene, con quel naso già lungo che si allunga e si allunga o con Rossana “vestita” da Fata Turchina dalla voce dolce e melodiosa con accanto la fedele “lumachina” o ancora con la presenza degli “assassini”. Ma la scena ci riporta al Collodi pinocchiesco per la lezione di insegnamento, che è l’anima del teatro in fondo, proprio nel finale: Cyrano-Pinocchio ritorna alla vita vera proprio con la morte come il burattino che muore per diventare bambino. Lui che in fondo era stato spadaccino, poeta, ricco di fama conquistata da guascone, tra velata tristezza per un amore non vissuto, si riconosce uomo che "in vita sua fu tutto e non fu niente" e solo sul palcoscenico, in questo momento, acquista una identità.
UNO SPETTACOLO dove non mancano risate, canzoni e costumi sfavillanti, dove gira perennemente la ruota della vita e delle vicende dietro cui si cela un’anima sofferente e il tema classico dell’amore non corrisposto. Ma anche la bellezza di un’opera visionaria, (la vida es sueño) poetica e commovente, un’occasione per guardare da vicino questo personaggio senza tempo che un attore, da bravissimo attore, riesce a svelare. E a rappresentare così ognuno di noi .
CYRANO DE BERGERAC
da Edmond Rostand
adattamento e regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini.
scene Dario Gessati
costumi Gianluca falaschi
luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
costumista collaboratrice Nika Campisi
assistente alla regia Mario Scampale
assistente alle scene Eleonora Ticca
Cyrano de Bergerac è prodotto da Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, ERT / Teatro Nazionale .
TSU- TEATRO STABILE DELL'UMBRIA STAGIONE 22/23
PERUGIA TEATRO MORLACCHI 14-16 DICEMBRE
marilena badolato