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I RE MAGI: ORO, INCENSO E MIRRA.

ORO, INCENSO E MIRRA per il Re dei re, non solo simboli di regalità, di natura divina e umana, ma doni preziosi per le loro proprietà medicamentose.

 

 

L’ORO, oltre a simboleggiare il potere regale, era considerato un metallo dalle proprietà terapeutiche. Il metallo più pregiato nell’antichità, estratto nelle miniere della Nubia, l’attuale Etiopia e della Lidia nell’Asia Minore, è spesso citato nella Bibbia come simbolo di splendore (non si ossida) e di bellezza (è malleabile). E i primi alchimisti iniziarono ad aggiungere l’oro ai medicamenti, considerandolo un toccasana per ogni malattia. Ancora oggi viene impiegato in omeopatia, naturopatia e medicina tradizionale cinese soprattutto per i suoi poteri antinfiammatori. E’ stato anche utilizzato, nella storia della medicina, per la terapia di fondo dell’artrite reumatoide.

 

 

INCENSO E MIRRA sono invece due resine che sgorgano dalla corteccia di piante entrambe appartenenti alla famiglia delle Burseraceae.

 

 

L’INCENSO, una oleoresina estratta dalla Boswellia Carterii, è presente in tutte le cerimonie religiose. Il fumo che saliva dall’incenso bruciato si pensava favorisse la meditazione e la purificazione. In greco è detto λίβανος, libano, proprio come la nazione del vicino Oriente, ed era utilizzato nei sacrifici del tempio di Gerusalemme perché, posto su carboni ardenti, esalava verso il cielo, raffigurando la preghiera che saliva dai fedeli verso Dio, come si canta nel Salmo 141,2: «La mia preghiera stia davanti a te come incenso». Mentre la parola “incenso” deriva dal latino “incensus”, acceso, a indicare proprio il suo utilizzo. L’incenso ha una potente attività antinfiammatoria a carico dell’intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa), dell’apparato muscolo-scheletrico e delle vie respiratorie.

 

 

LA MIRRA , dal lat. myrrha e dal gr.μύρρα , è una gommoresina estratta dalla Commiphora Myrrha,  un arbusto dal forte aroma usato per attutire il fetore, ma pure per conservare i cadaveri nei riti funebri: anche il corpo di Gesù viene trattato con «trenta chili di miscela di mirra e di aloe» (Giovanni 19,39). Nell’antico Egitto veniva utilizzata nella mummificazione e in tutte le antiche civiltà è sempre stata una componente fondamentale degli oli e dei profumi utilizzati per l’unzione del corpo. Era impiegata, in piccole dosi, per imprimere un sapore forte al vino: a Gesù in croce verrà posto sulle labbra «vino mescolato a mirra, ma egli non ne prese» (Marco 15,23). Importantissima per le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie, è tutt’oggi impiegata in caso di affezioni del cavo orale come afte e gengiviti, ferite e ulcerazioni cutanee. L’olio derivato dalla mirra ha eccezionali proprietà lenitive e nutrienti, preziose per idratare la pelle delicata e sensibile.

 

 

ESISTE un’interessante teoria riguardo ad un’erronea traduzione del Vangelo dall’aramaico, secondo la quale l’oro citato non sarebbe il metallo, ma l’Oro d’Oriente, cioè la curcuma. Anche questa spezia “color dell’oro” è dotata di grandi virtù curative come l’incenso e la mirra. Così i Re Magi avrebbero donato a Gesù due incensi e una spezia, materiali preziosi e profondamente legati alla vita spirituale, al culto religioso e a quello dei defunti, ma anche alla salute, alla cura del corpo grazie alle fragranze che emanano, e quindi anche al trionfo della vita sulla morte. Che in fondo è proprio il messaggiio dell'Epifania.

 

 

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato