TEATRO MORLACCHI. CLAUDIO BISIO: “LA MIA VITA RACCONTATA MALE”. MA E’ PROPRIO LA SUA? FORSE.
QUESTA VITA “ RACCONTATA MALE” in realtà non lo è affatto, grazie alla scrittura di Francesco Piccolo sempre toccante, ironica, che penetra il personale per diventare universale e arriva alle nostre memorie, le prescelte, ai ricordi condivisi del primo amore, delle partenze, dei momenti di passaggio. Sul palco Bisio ricorda, ma con leggerezza, senza amarezza né rabbia nè disincanto, e ci riappacifica con noi stessi.
LA REGIA di Giorgio Gallione, le scene e i costumi di Guido Fiorato e le luci di Aldo Mantovani trasportano Bisio in un salotto d’antan che trasforma il monologo in confidenza intima e casalinga, con quel sofà che utilizza spostandosi per introdurci nelle sue diverse età e accadimenti. E regalano al contempo alcuni elementi di forza: le decine di sedie sparse sulla scena resa imponente da finestre e porte e mattoni, i gruppi di tanti oggetti appesi- libri, piante- che a più riprese scendono dall'alto ad innescare un nuovo momento temporale. Mentre le numerose vecchie televisioni disseminate per tutto il palco hanno il sapore del bianco e nero, e di chi forava il video da protagonista come un tempo le gemelle Kessller o oggi Mara Venier. Aumentando così la confusione-immedesimazione tra il protagonista e Bisio stesso che ha lavorato in televisione.
BISIO insomma ci conduce per mano dentro questa biografia (la sua? quella di Piccolo? un mix delle due?) che ci tocca tutti: il Carosello, le prime scelte politiche del ’68, i mondiali di calcio del ’74, gli amori liceali sentendosi sempre fuori fase ( “al primo fidanzamento io non c’ero”), e poi il lavoro che finalmente ingrana e le prospettive che mutano, i figli e la vita che prende pieghe inaspettate dove trovi persino il “giapponese ”, il pestifero figlio del protagonista, introdotto dalle ruggenti note di una chitarra elettrica. Il tutto in un intreccio non lineare, simile ad una successione di aneddoti infarcita di riflessioni profonde. E la musica dei due chitarristi Marco Bianchi e Pietro Guarracino dipinge questo romanzo in formazione, grazie a note conosciute ai più.
LA MIA VITA RACCONTATA MALE di Piccolo/Bisio è un assaggiare la vita di un uomo tra alti e bassi, con la consapevolezza che è imprevedibile, nel bene e nel male. Un viaggio in cui ogni ricordo ci fa pensare a quanto ogni passo fatto sembra averci portato esattamente al punto in cui dovevamo essere. E’ la vita allora che sceglie per noi? Un mosaico di idee, scelte, errori, sfide, incontri che forse non avremmo voluto fare ma che ci hanno forgiato, come spiega Francesco Piccolo “Ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose accadute belle o brutte…”
LA MIA VITA RACCONTATA MALE
da Francesco Piccolo
regia Giorgio Gallione
con Claudio Bisio
e i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino
musiche Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro Nazionale di Genova
marilena badolato