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TROMPE L’OEIL: UNA “ANATOMIA DELL’IRREQUIETEZZA”2. GALLERIE DEI GEROSOLIMITANI-PERUGIA

Lavelli

Mazza, carta e forbici

Contatto

Fuori cornice; Nella cornice

Armadietto

Armadietto con ciotole

Luogo del desiderio

Continua-

I Lavelli di Mario Terbraak, olio su tela, come libri aperti ci mostrano tutto lo scibile culinario di frutta, verdura e pesci, sezionati o interi da lavare, di colori brillanti che si offrono allo sguardo in tutta la loro lucente colorata bellezza di chiaroscuri, di sfumature di luce fantastiche: da afferrare con le mani l’uva, pronta e già lavata. Scivolo verso una cassetta per gli attrezzi, la Mazza, carta e forbici di Neil Moore, un olio su tela del 2013, bulloni chiodi viti così realisticamente presenti, contorti, alla rinfusa mescolati a loro stessi, dove troneggia una grande forbice, chiusa, che sopporta un foglietto a righe sgualcito e accartocciato, stropicciato dal contatto coi chiodi e in un angolo che forse sta per cadere a terra. Impossibile credere a queste circonvoluzioni di viti, rotondità perfette di dadi, colori metallici in sfumature di vecchiezza di uso e riuso di intenso lavoro. Accanto in parete di Livio Scarpella Ms Trophy, terracotta policroma, un trofeo dei boschi femmineo appeso come testa di cervo, dal volto realistico e dal busto di donna perfettamente rappresentato persino da un bordo di pizzo nella scollatura, dall’occhio ceruleo e dalle corna di vero animale, occhi di vetro lucente, corna di capriolo; a lato di Karel Buskes La promessa, una figura femminile nella sua nudità di felice maternità, riposa in attesa in una alcova che quasi urna marmorea la protegge. Di Jaap Rose le Fave con cornice risplendono di un verde brillante, collocate in un recipiente di porcellana bianca e così sporgenti, che aspettiamo che qualcuna ci cada addosso; fanno compagnia a le Ciotole con farina di Erkin, olio su tavola del 2013, fantastico impalpabile talco bianco con micro granuli di trasparente verità grazie ad una maestria del chiaroscuro inimmaginabile; nella parete accanto la Collezione di Piet Sebens, una nicchia con ripiani di vetro che si apre sul muro con una ordinata e colorata raccolta di scatoline di diversi materiali e dimensioni, un corredo di casa di bambole. Segue Il Mosaico di Marco Petrus, edificio a quadretti, una composizione di tessere di Palazzo Dreher a Trieste di una architettura magistralmente dipinta.

Salendo le scale della bellissima Galleria, è Marco Cornini con la sua donna-sirena distesa in un Bagno notturno, scultura di arte plastica forse di un amore, in un mare di cristalli blu. In parete Foto e scotch di Gerrit Wijngaarden, gruppo di famiglia in foto appesa alla parete, o così sembra, ma a guardar bene famiglia e scotch sono un dipinto, non una fotografia. Al piano superiore ci aspettano due sculture Maddalena e Contatto, la prima una scultura femminile così reale, la seconda un ragazzo piegato nel gesto di sfioro, nella posa di toccare con mano di una stupefacente verità, un oggetto sconosciuto, con un gesto misto a curiosità e tenerezza giovane, entrambi di Claudia Marchetti, entrambi a grandezza naturale e in terracotta policroma. Nella stanza accanto di Philip Akkerman due autoritratti con gioco della propria immagine, Fuori cornice e Nella cornice, dove l’occhio del protagonista naviga fuori del volto e crea, con tutto il suo corredo anatomico, un occhio che ti guarda fisso e ti scruta. L’occhio, ingrandito da una lente, occupa da solo il dipinto, che oltrepassa la barriera della cornice. Accanto, di Mark Lijftogt, Armadietto e Armadietto con ciotole, ancora l’illusione del pieno e del vuoto, lo stesso stipo, scrostato e dipinto di un verde chiaro stinto, prima vuoto e poi riempito contenitore di tazze colorate una sull’altra per non cadere. Marcel Van Hoef con il suo Luogo del desiderio, tempera su tela del 2013, strappa, lacera, come un involucro cartaceo, quel cancello che lo soffoca, verso una visione d’acqua, e con lei di liberazione.

L’idea secondo la quale l’Arte può spingersi così lontano nell’imitazione del visibile che diventa impossibile differenziare la realtà dalla sua raffigurazione dipinta, e lo spazio del reale dallo spazio della raffigurazione, anzi quest’ultimo lo sfonda, ne penetra all’interno e ne fa uscire il nesso, o quello che vuoi tu, spettatore.

L’inganno dell’occhio è il titolo della mostra che inaugura e apre anche quest’anno le porte della fantastica Galleria dei Gerosolimitani di Rob Smeets, olandese raffinato mercante d’arte, che torna ogni anno in città, qui a Perugia, per farci sognare e mai come questa volta, per prolungare il reale nell’immaginario. Questo è il fine della mostra, per chi vuole immaginare oltre l’immagine.

25 Autori, maghi dell’Illusione: Philip Akkerman, Arnout Van Albada, Agostino Arrivabene, Maurizio Bottoni, Mario ter Braak, Karel Buskes, Tullio Cattaneo, Marco Cornini, Erkin, Henk Helmantel, Marcel Van Hoef, Lars Lehmann, Mark Lijftogt, Claudia Marchetti, Dennis Mogelgaard, Neil Moore, Pieter Pander, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Jaap Roose, Livio Scarpella, Piet Sebens, Dino Valls, Gerrit Wijngaarden, Kik Zeiler.

TROMPE L’OEIL. L’INGANNO DELL’OCCHIO

GALLERIE DEI GEROSOLIMITANI-PERUGIA

25 Maggio – 15 Settembre 2013

marilena badolato maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato