BRACCIO FORTEBRACCIO DA MONTONE: PERUGIA 12 LUGLIO 1416- 23 NOVEMBRE 2014
ANDREA BRACCIO FORTEBRACCI AVANZA LUNGO IL GRANDE CORSO, non sa che tra poco verrà arrestato. Entra in città da Porta San Pietro, il “Borgo bello”, dopo la battaglia di Sant’ Egidio- è il 12 luglio 1416 e il 23 novembre 2014- dove ha sconfitto l’armata perugina che si era affidata, temendo il suo arrivo, a Carlo Malatesta, nominato “difenditore dei perugini per la Santa Chiesa”. Nella battaglia si sono distinti il giovanissimo figlio di Braccio, Oddo, e l’allievo Niccolò Piccinino. Perugia lo proclama oggi “Signore della città” ed egli, con la famiglia, i dignitari e i servitori alloggerà in quel palazzo grande appoggiato al Duomo, sopra quelle Logge che porteranno oggi e per sempre il suo nome. I “bracceschi”, di ieri e di oggi, scortano il vincitore: uomini che hanno perfezionato persino una tecnica militare impostata sulla rapidità della manovra e sulla velocità dei movimenti, una nuova scuola d’arme detta braccesca, “ campioni guerrieri, nessun li vinse per destrezza d'armi, forza fisica, e coraggio”. Un corteo di oltre 250 tra nobili e plebei, uomini d’arme, arcieri, tamburini e sbandieratori, lo accompagna su in alto verso l’acropoli, colorandolo le vie di allegri vessilli e stendardi e al ritmo di una musica ritmata dai tamburi e illuminata dal sole di questo bellissimo pomeriggio novembrino: Trevi e il suo Terziere Matiggia; gli Arcieri di Varano e una delegazione della “Corsa alla spada” di Camerino, la “Militia Bartholomei”, i tamburini e una delegazione di Castelraimondo, i “Lupi di ventura”, i Balestrieri di Città di Castello, gli sbandieratori di Gualdo Tadino, i Tamburini e una delegazione di Visso, una delegazione di Montone, una di Spoleto e una di Anghiari.
IL LUNGO CORTEO ARRIVA SINO ALLA PIAZZA DELLA FONTANA DI NICOLA E GIOVANNI PISANO, dove Braccio è arrestato e trascinato con la forza sin dentro il Palazzo dei Priori e la Sala dei Notari per essere giudicato con regolare processo. Così le due epoche si sovrappongono e si confondono, il ‘400 si mescola al giudizio di oggi, le gesta, narrate dai testimoni, si dilatano all’ascolto dell’incredibile, instancabile vita di un condottiero passato alla storia, capitano di ventura, per un quarto di secolo Signore di un vasto territorio che comprende quasi tutta l’Umbria e parte delle Marche, dell’Abruzzo e del Lazio; le cui gesta tra realtà e leggenda, tra tragedie e violenza, tra assedi e conquiste, hanno caratterizzato questo cruento periodo storico. Ma, per noi, anche artefice di opere importanti, alcune avveniristiche per l’epoca: il consolidamento delle mura di Perugia con l’ampliamento della cerchia intorno al convento di Santa Giuliana, la sistemazione della piazza del Sopramuro con strutture portanti chiamate briglie a ridosso del bel palazzo del Capitano del Popolo, il restauro della Chiesa di San Francesco al Prato e al lago Trasimeno la realizzazione della “ cava del lago” con volte a mattoni, per regolarne l’afflusso e quindi il livello.
IN SALA ASCOLTIAMO le gesta che saranno giudicate: mandante, diremmo oggi, dell’assassinio di Paolo Orsini a Colfiorito, il 5 agosto 1416, e colpevole dei fatti successi a Barisciano, vicino l’Aquila, dove ha permesso alla sua soldatesca saccheggi e bottini di guerra e tacitamente approvato torture verso i prigionieri e violenze e umiliazioni verso le donne della città per punirli della resistenza all’assedio. La Sala dei Notari è ora un’aula di Tribunale e un collegio di veri magistrati sta giudicando Braccio-Alexio Bacchiorri: il pubblico ministero Sergio Sottani, procuratore capo della Procura di Forlì; il difensore dell’imputato, l’avvocato Franco Libori; i componenti del collegio giudicante, l’avvocato David Brunelli e i magistrati Daniele Cenci e Nicla Flavia Restivo; il garante del processo, il notaio Luigi Sconocchia Silvestri. Voteremo anche noi, come pubblico, la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato mediante biglie bianche e nere che abbiamo ora in mano.
Arriva il verdetto: innocente per la maggioranza del pubblico presente- un condottiero caro al cuore dei perugini- e colpevole per il collegio giudicante per quanto riguarda i reati di saccheggio e tortura e oltraggio ai prigionieri e alle donne di Barisciano, con una pena inflitta di dieci anni…
Tra qualche anno rivedremo Braccio Fortebraccio ancora libero…
Il ricavato dell’evento, organizzato dal Rotaract Club Perugia Est e dall’associazione culturale “I Bracceschi” per rievocare la “presa di Perugia” da parte di Braccio da Montone, sarà destinato al finanziamento di una borsa di studio dell’ Università per Stranieri di Perugia ed in parte devoluto per il restauro dell’opera “Eterno e Angeli”, della scuola di Raffaello, esposta alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
marilena badolato 23 novembre 2014 foto di marilena badolato