FESTIVAL DEL MEDIOEVO-GUBBIO: JACQUES DALARUN E LA ” VITA RITROVATA”
LA VITA RITROVATA di san Francesco, è un piccolo manoscritto, un libricino-breviario di una decina di centimetri, che qualche compagno di Francesco teneva forse gelosamente in tasca, ritrovato e ora conservato nella Biblioteca nazionale di Francia. Il suo aspetto attesta la vetusta età e la povertà della semplicità, come dice Jacques Dalarun, lo storico francese scopritore dell’opera: ” povertà di aspetto, ricchezza di contenuto”. Sì perché dentro vi è racchiusa la seconda Vita di Francesco scritta dal suo biografo più famoso, Tommaso da Celano, anello mancante tra la prima Vita e, ora sappiamo, la terza che conosciamo. E Jacques Dalarun ne parla stamane qui al Festival del Medioevo di Gubbio. Redatto sicuramente tra il 1232 e il 1239, perché la lettera-prologo è indirizzata a Frate Elia, Maestro Generale dell’Ordine in quegli anni, e opera di Tommaso da Celano, poichè l’autore inizia dicendo:” Io ho già scritto una vita di Francesco..”, notazioni che permettono di datare lo scritto e identificare senza ombra di dubbio l’autore.
LA POVERTA’ Rimane al centro del pensiero e dell’operato di Francesco e anche della sua concreta azione rivoluzionaria a quei tempi, nei quali si assisteva alla grande diffusione della mercatura e dell’economia monetaria. Egli pose il problema della moralizzazione del denaro, criticando anche l’invadenza della gerarchia ideologica, religiosa e politica. La Vita ritrovata riporta il famoso viaggio di Francesco a Roma dove scambia i suoi vestiti con quelli dei poveri che incontra a San Pietro. Ma qui si racconta del viaggio non come del pellegrinaggio di una persona già convertita, ma realisticamente di un viaggio d’affari di un mercante che resta colpito dalla povertà dei mendicanti che vede vicino a San Pietro e si chiede se fosse stato in grado di vivere un’esperienza simile, quella di ” miserias experire“, come si legge, che significa proprio provare, capire cosa fosse la miseria.
L’AMORE VERSO LE CREATURE. Questa biografia getta sfumature nuove, e fortemente attuali nella sua concretizzazione, su una figura centrale dell’intera storia medievale e della Chiesa. L’amore fraterno di Francesco non è verso la natura in generale, ma verso le creature, “affratellate” da quella comunione d’amore del Creatore verso le Creature. L’orizzontalità della fraternità francescana si capisce solo nella verticalità della filiazione divina. Una fraternità universale oltre l’umano. Nella Vita ritrovata Francesco è fratello di tutte le creature, si legge infatti: “propter unum principium”, cioè a ragione di un unico principio.
“Stavo cercando questo testo da sette anni: nel corso dei miei studi avevo trovato frammenti e tracce sparse e tutto faceva pensare all’esistenza di una sorta di Legenda intermedia di Tommaso da Celano, successiva alla prima stesura e precedente rispetto alla seconda Vita che conosciamo, un’opera composta sotto il generalato di frate Elia. Trovare questo testo è stata una conferma molto, molto preziosa e, ovviamente, una grande gioia.” J. Dalarun.
marilena badolato Festival del Medioevo – Gubbio 4 ottobre 2015