CITTA’ DI CASTELLO: MOSTRA MERCATO NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO
A CITTA’ DI CASTELLO, nella Mostra mercato Nazionale del Tartufo bianco, si può ammirare un tartufo da guinness: il magnatum Pico più grande trovato. Un chilogrammo di bianca bontà, già acquistato da qualche ricco californiano, che speriamo sia un intenditore e un’”ottima forchetta” come diciamo noi. E’ esposto “in bella vista”, protetto da una teca di vetro che ne conserva la temperatura ottimale e ne trasmette la bianca pura bellezza, prima di partire per la sua nuova destinazione. E’ qui soltanto fino alla fine di questa storica mostra che si tiene dal 30 ottobre al 1 novembre e da ben 36 anni a Città di Castello e che riunisce appassionati da tutte le regioni limitrofe.
TRA GLI STAND DELTARTUFO il profumo è inebriante e quello del bianco si mescola a quello del nero uncinato, discreto, ora, ma lontano anni luce dal melanosporum, quello nerissimo pregiato, che potremo gustare e acquistare dalla fine di dicembre, per un” nero Natale”. Accanto, in mostra, anche le prelibatezze di molte regioni italiane, prodotti tipici e storici, frutti autunnali del bosco e l’immancabile olio novello che in questi giorni, con la manifestazione “frantoi aperti”, arricchisce di “conoscenza olearia” qualsiasi evento umbro
IL TARTUFO PIACE ASSOLUTAMENTE O ASSOLUTAMENTE NON PIACE. Non esistono mezze misure per questo pregiato tubero ipogeo. E’ un profumo da amatori. Nasce sottoterra e vive obbligatoriamente con piante arboree simbionti, per produrre il prezioso sporocarpo: Leccio, Quercia, Tiglio, Nocciolo, Carpino nero, Rovere, Pioppo, Salice. Innamora e fa innamorare si diceva un tempo e oggi ne siamo certi grazie alla ricerca scientifica: è quella carica di profumi ferormonici che emana, che attira il fiuto dei cani opportunamente addestrati e un tempo persino dei maiali, e suscita in noi, umani, il desiderio di assaporare questi preziosi prodotti della natura e di immaginare immediatamente la loro trasformazioni in piatti di gusto irripetibile. E le preparazioni sono quelle classiche di sempre e molto “vere”. Affettato sulle uova appena rapprese, sulla pasta fresca tirata a mano, siano tagliatelle o i beneamati taglierini, ma anche su tortelli di magro e su carpacci di carne, ma anche su verdure a donare nerbo e una esaltante personalissima impronta, per non parlare delle fette cosparse su pane bruscato e olio novello, una goduriosa nevicata.
TALMENTE MISTERIOSO E AVVOLGENTE IL SUO PROFUMO, che il mito fa risalire la sua nascita a Zeus, grande amatore: sembra che un suo fulmine avesse fertilizzato il luogo dove, da allora, nacque il tartufo. “[…] Esso frutto molto prodigioso vuolsi dalli antichi caggionato dal fulmine che s'abbatte alla terra. Quasi alli fongi è parente, e tuttavia da questi disaffine per temer l'aere e la luce, e starsene ascoso, e non so farmi raggione di quelli scrittori che lo vogliono fongo affatto, si ben sub terraneo […]” scrive Messer Guglielmino Prato in un trattatello seicentesco,” Il Clypeo del Gentilhuomo”
36MA MOSTRA MERCATO NAZIONALE DELTARTUFO BIANCO DI CITTA’ DI CASTELLO.
30 ottobre – 1 novembre 2015
marilena badolato