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IL SALOTTO DI BETTINA E BRAJO FUSO IN UNA EMOZIONANTE MOSTRA DIFFUSA: DAL TORRINO DI PALAZZO CESARONI A PALAZZO DELLA PENNA AL FUSEUM

 

DAL TORRINO DI PALAZZO CESARONI Perugia appare nella sua antica perenne beltà, e proprio qui nell’abitazione dell’ultimo piano, i coniugi Fuso accoglievano amici nel loro salotto letterario dove la  bellezza dei tetti, forse quelli stessi poi destrutturati e scomposti in volumi cubisti degli anni ’50, si mescolava a cultura e a dissertazioni curiose, a sperimentazioni amicali. Passione e tecnica,  genialità ed estro  univano i coniugi Fuso a Ungaretti, Moravia, Argan, Guttuso, Burri, Dottori, Zavattini e a quell’André Verdet che definì l’arte dell’amico “Debris art”: Brajo  infatti sperimentava utilizzando ogni tipo di materiale povero o di ricupero.  

 

BETTINA, ELISABETTA RAMPIELLI, formatasi invece alla tecnica di perfezione stilistica, all’arte del disegno e della pittura regalatele dallo studio condotto nell’Accademia di Belle Arti di Perugia sotto la guida di Arturo Checchi, giovanissima incontra quell’ Alberto Pincherle, un Moravia  diciottenne, nella casa  che la madre affittava in via dei Priori 13 a studenti ed intellettuali dell’epoca  e che forse ispirò  la protagonista Gianna, del racconto “La provinciale” dove- afferma oggi il critico Massimo Duranti- possiamo riconoscere anche uno dei nostri locali storici, quel caffè Sandri lungo la via del Corso. “ In una città dell'Italia di mezzo vivevano anni or sono una vedova anziana e sua figlia, a nome Giacinta e Gemma Foresi. La città scura e turrita sta ammucchiata sulla cima di un monte ed è attraversata da un capo all'altro dalla strada del Corso dove sorgono la cattedrale e i palazzi più belli. Dal Corso, lateralmente, si scende fino alla strada di circonvallazione che gira tutt'intorno il monte, per vicoli angusti oppure per fughe precipitose di scalini….”.  I due si scrissero un denso epistolario, ma poi si persero di vista malgrado le lettere roventi di lui, e questa  ragazza  sognatrice e viaggiatrice diventerà poi la moglie dell’artista sperimentale Brajo Fuso. Lui, già medico, rimane affascinato dal mondo dell’arte di Lei, e Lei sicuramente attratta  dal fascino dell’eclettismo di Lui che univa cultura scientifica a passione letteraria. Come se l’uomo, medico, scrittore e poeta e poi pittore e scultore con tutto il suo eclettico mondo, l’avessero totalmente e appassionatamente conquistata. Così il desiderio di conoscenza tra i due, amoroso-letterario-culturale-artistico, diventa voglia impellente e  necessità  d’incontro con altri grandi, in una  città che dal punto  di vista culturale non offriva molto, realtà piccola e provinciale, di cui persino Guttuso in una lettera a loro inviata scrive: “ …qui da voi ho vissuto soffi di calda amicizia …invece nel lavoro ho trovato la diffidenza altrui “. E quel  salotto diventa il mondo, con artisti che sono amici e dei quali  Bettina colleziona oltre all’amicizia le opere.

 

E I NOMI degli artisti che hanno condiviso il loro salotto a cavallo tra le due guerre sono presenti in ben 126 opere, insieme a quelle degli  stessi Bettina  e Brajo, esposte in questi giorni nella mostra presso il civico Museo di Palazzo della Penna: Renato Guttuso, Alberto Burri, Verdet, Tomea, Casorati, Costetti, Cascella, Pace e degli altri umbri,  De Felice, Bacosi, Arzilli, Dragoni, Raponi,  Notari, Latella. E opere anche al Fuseum,  la casa museo che raccoglie i poliedrici interessi dei due coniugi,  piccolo beneamato rifugio tra il verde in via dei Cappuccini,  che racconta della passione di Brajo per le sperimentazioni tout court, persino letterarie, con l’invenzione di neologismi dove emerge proprio "Fuseum" , unione tra la parola latina “museum” e il cognome ”Fuso” o le stanze come lo  “scribarius”, dove annotava le sue riflessioni letterarie, o quella tutta dedicata alla moglie, la “stanza Bettina”, valente pittrice espressionista e figurativa. E le sperimentazioni continuano nel fiabesco  bosco-giardino, unico nel suo genere, attraversato da una rete di sentieri e costellato di grandi opere realizzate con materiali di recupero cari a Brajo, come i “coccibus” dalle forme particolarissime e realizzate in questo materiale, o le “metalloceramiche”,  e dove comunque pezzi di ferro, marmo, alluminio, latta, cemento, vetro, legno, plastica, ceramica e così via, sono diversamente assemblati in creazioni rinominate dall’artista.

 

IN MOSTRA A PALAZZO  DELLA PENNA  i primi ritratti degli anni 30’ di Bettina, ritratti in posa immersi in atmosfere indefinite, e poi i nostri tetti  perugini scomposti in volumi cubisti degli anni '50. Una stanza è dedicata alla collezione dei dipinti, a volte comprati, a volte regalati, degli amici artisti del  salotto condiviso, e ancora due stanze con quadri di Brajo, tra cromosculture, dripping e i primi figurativi. Una bella ricostruzione con gli arredi originali del salotto letterario di allora, narrata dagli eredi   dei coniugi Fuso, Adalgisa Mattiucci e Marcello Fringuelli, fa rivivere l’emozione di quel  tempo, dove si respirava, grazie a Bettina e Brajo,  un clima letterario tutt’altro che provinciale. E poi opere a Palazzo Cesaroni, il luogo dove nasce questa storia,  e ancora la casa museo  Fuseum, dove si poteva  creare immersi nella bellezza della Natura, in quello che lei stessa crea e in quello che l’uomo scarta ed elimina, luogo assolutamente da visitare.

 

Una grande e affascinante Mostra diffusa, proprio come Bettina e Brajo Fuso avrebbero voluto.

 

 

                               “Bettina e Brajo, il salotto di casa Fuso, con Moravia, Argan, Guttuso, Burri…”.
                                                                             Dipinti, disegni e ceramiche.

                                                     a cura di Massimo Duranti, Andrea Baffoni, Francesca Duranti

                                                                               23 aprile - 31 maggio 2016

                                                                 MUSEO CIVICO PALAZZO DELLA PENNA

 

 In occasione dell'inaugurazione

TriTone in concerto con: Giulia Pappalardo, voce; Giorgio Panico, contrabbasso; Andrea Agostini, clarinetto e clarinetto basso; Umberto Ugoberti, fisarmonica e accordina; Francesco Speziali percussioni.

 

 

Altre sedi espositive:

PALAZZO CESARONI - Piazza Italia, 2, Perugia
aperto negli orari d'ufficio.  info  075 5761 (ingresso gratuito)

In esposizione opere di Brajo e Bettina della collezione del Consiglio Regionale,  in ricordo del “salotto letterario” e del luogo dove abitarono i coniugi Fuso fino agli anni Sessanta.

 

FUSEUM, Centro d'Arte di Brajo Fuso

In esposizione una selezione di ceramiche di Brajo Fuso. Visita su prenotazione e a pagamento.

info 349-577.47.38  Via dei Cappuccini 425 Monte Malbe, Perugia

 

 

 

marilena badolato

 

 

 

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AUTHOR - Marilena Badolato