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TEATRO CUCINELLI-SOLOMEO. VENERE IN PELLICCIA: TRA LUCI E OMBRE DEL GIOCO DELLA SEDUZIONE.

“NON SARETE MAI SALVI NELLE MANI DI UNA DONNA”, con questa frase,  libero adattamento di quella originale tratta dal Libro di Giuditta- Il Signore Onnipotente lo colpì e lo mise nelle mani di una donna- , inizia la pièce teatrale.  La frase biblica è infatti  epigrafe al romanzo Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch, che ha donato il proprio nome a un genere particolare di trama narrativa, lavoro ripreso dall’americano David Ives, scrittore di commedie e creatore di un nuovo adattamento del testo.

 

UNA SEXY DARK COMEDY. Uno strano scambio di ruoli in un raffinatissimo gioco. Un provino che diventa una prova di vita. E non sai più, se non per il repentino cambio di registro  e di voce della bravissima Sabrina Impacciatore, se sei dentro il provino stesso o se la vita dei protagonisti si sta mescolando in un assurdo gioco delle parti. Così Vanda Jordan diventa lentamente Vanda Von Dinayev, la protagonista della commedia dove una attrice  cerca lavoro e un regista  cerca un’attrice. Entrambi diventeranno due stereotipi, ottocenteschi e attualissimi, grazie al continuo cambio tra passato e presente, tra letteratura e realtà, conditi da un umorismo grottesco, dove il “fare teatro” è vissuto da noi spettatori un tutta la sua complessità.

 

THOMAS NOVACHEK , regista e autore di una nuova commedia, (il regista e protagonista Valter Malosti) è alla  ricerca di una attrice per il suo adattamento del romanzo “Venere in pelliccia”. Dopo una ricerca vana ed estenuante,  arriva Vanda (Sabrina Impacciatore) una bella donna che mescola volgarità a fine intelligenza, e che riesce a coinvolgere il regista nel ruolo di un se stesso recuperato sin nel profondo, in una dinamica sovrapposizione di realtà e trasfigurazione. La trasformazione di Vanda (a cui seguirà quella di Thomas), non è solo fisica: progressivamente ella domina il teatro, tra cambi di costume e di  luci di scena si muove sicura tra le pagine di un copione che conosce meglio del regista stesso, suggerisce idee nuove accusando il testo di discriminazione sessista verso le donne  e il tutto davanti agli occhi increduli, ma sempre più affascinati di Thomas che, senza nemmeno rendersene conto, cade completamente nella sua rete. Vanda lo spingerà  fino a disvelare i lati ambigui della sua personalità, sospesa tra perbenismo apparente e masochismo nascosto.

 

GUERRA DI SESSI E CLASSI, gioco di società, scambio di ruoli,verità nascoste persino a se stessi, Venere in pelliccia rappresenta in fondo le relazioni d'amore come atti di conquista e potere. Del resto l’innamoramento stesso non è un soccombere alla passione e all’altro? E nel masochismo raccontato dalla commedia a soccombere alla fine è il regista Thomas alla prese con l’ attrice Vanda.  Le ataviche angosce vengono a galla  e quel che sembra all’inizio si rovescia completamente tra quelle pose sexy che celano una drammatica realtà.

 

LE IDENTITA’ di uno spettacolo da farsi, di uno che non si farà più e di un terzo che si sta facendo davanti a noi, si mescolano inestricabilmente alle vite dei soli due protagonisti in scena. Entrambi entrano ed escono da parti assegnate o scelte a schermo e scudo delle loro identità più profonde. Non smarrendo mai il fil rouge che regge tutto: il gioco della seduzione, tra la pelliccia di volpe  nera legata a un antico e torbido ricordo e la morbida, soffice coltre di sensualità dello zibellino del Caucaso,  preziosi silenti protagonisti. Così il gioco della seduzione diventa  quasi  una seduta psicanalitica: Lui sarà il suo schiavo incatenato e Lei la sua dea. Tragedia greca e commedia dell’assurdo insieme, dove romanzo, teatro e vita si mescolano senza barriere.

 

VENERE IN  PELLICCIA APPARE ALLORA come una “messa a nudo” di sentimenti, di corpi, di anime con il loro lato oscuro, con le verità non dette di un passato ingombrante, con i problemi celati a se stessi, con i ruoli che uomini e donne si trovano a recitare in quel continuo mescolato copione che è la vita.

 

 

                                                                 TEATRO CUCINELLI- SOLOMEO

                                                                       Stagione di Prosa 2016- 2017

                                                                           VENERE IN PELLICCIA

                                                                                    di David Ives

                                                                    traduzione di Masolino D’Amico

                                                             con Sabrina Impacciatore, Valter Malosti

                                                                                 regia Valter Malosti

                                                                          scene e luci Nicolas Bovey

                                                                    costumi Massimo Cantini Parrini

                                                                     progetto sonoro G.U.P Alcaro

 

 

marilena badolato

 

 

 

 

 

 

 

AUTHOR - Marilena Badolato