IL GRIFO, SIMBOLO DI PERUGIA.
Il GRIFO PERUGINO, un simbolo di importante valenza storica e mitologica: protezione, ricchezza e potere, coraggio e sapienza. Le città collegate a un simbolo nascono dal bisogno di trasmettere messaggi grazie a figurazioni facilmente e universalmente interpretabili. E soprattutto riconoscibili ai cittadini che in esse possano così rafforzare la propria comune identità. Del resto qualunque forma di conoscenza passa attraverso un simbolo, lo stesso pensiero avviene attraverso “figure”, nulla infatti potrebbe esistere senza una forma. Senza un universo simbolico, nessuna realtà potrebbe avere una storia.
IL GRIFO APPARE, per la prima volta ufficialmente e insieme al Leone, nel febbraio 1276 “ in eglesia Sancti Laurenzii et Sancti Herculani” e lo troviamo nel sigillo comunale, in tutti i documenti medievali e negli atti pubblici. Il legame tra il Grifo e i nostri patroni è storicamente documentato a sancire quella commistione tra sacro e profano, tra autorità civile e religiosa così fondamentale e imprescindibile nel Medioevo. Tra i nostri tre patroni Ercolano è quello più vicino alla figura del Grifo: entrambi defensor civitatis, come narra la vita del Vescovo perugino martire in difesa delle mura della città. Ecco forse il motivo per cui nel Medioevo Grifo e Leone erano posti in Cattedrale a guardia del venerato corpo del patrono e venivano portati in processione insieme al santo coperti da ricchi drappi rituali, come appare in documenti del 1276-77.
ESSI APPAIONO INSIEME, uno accanto all’altro, anche nello stemma dell’Università degli Studi di Perugia. In un sigillo in bronzo cesellato, conservato nella Galleria Nazionale dell’ Umbria a Perugia, il Grifo passante è posto sotto i piedi di Sant’Ercolano vestito in abiti pontificali e seduto entro una edicola, e circondato dal motto “Hostis turhetur, perusinos iste tuetur” , sigillo risalente forse al XIV secolo. Il Grifo appare anche in diversi luoghi della città: insieme al Leone in due formelle di quella Fontana maggiore simbolo lei stessa di Perugia; nella statua di Papa Giulio III posta davanti al Duomo se ne ravvisano due di cui uno appare schiacciato sotto la mano sinistra a indicarne la sottomissione al papato, e ancora raffigurato sulle urne etrusche del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria (MANU); nella facciata dell’Oratorio di San Bernardino, e senza dimenticare i Grifi della lunetta del Palazzo del Bargello o quelli del Nobile Collegio della Mercanzia e del Cambio, dove la figura del Grifo appare come “protettore di tesori” che il mito gli assegna, custode dell’oro di Apollo. Del resto la figura del Grifone rivestiva grande importanza nell’immaginario medievale: Alessandro Magno e gli imperatori orientali salivano in cielo su un carro trainato da grifoni, come ricorda anche Dante nel Purgatorio, Canto XXIX 106 e ss, e canto XXXII. Il Grifo infatti conglobava nella sua figura l’aspetto umano e divino, il potere civile e religioso, figurazione pagana ed emblema cristiano e unione interpretativa delle due realtà. (Notizie storiche tratte da “Il Grifo. Potere simbolico, mito e storia“ di Özgen Kolasln)
PERMANGONO, come emblema della città, le sue caratteristiche mitologiche di nobiltà e forza, protezione e saggezza, coraggio e sapienza. Gli originali delle statue in bronzo del Grifo e del Leone sono conservati nell’atrio del Palazzo dei Priori di Perugia, a guardia della città e della sua fiera storia.
marilena badolato