IL CALENDIMAGGIO DI ASSISI CON OCCHI NUOVI, PER SOGNARE: LA SFIDA (IL POMERIGGIO)
Da oggi in poi, ultimo giorno, da ora in poi, saranno dancing dreams, tra poesia e sogno: immaginazione che diventa azione scenografia e contesto.
Vive e vivo qui seduta il medioevo nei costumi e nelle scenografie, miracolosamente nei volti. E’ come se ogni cittadino di Assisi volesse invecchiare improvvisamente e diventare un tutt’uno coi fondaci, con le viuzze, con le pietre della sua città, camaleontico protagonista di scene e rievocazioni. Come emergono, magicamente nascosti per tutto l’anno, materiali per le scene per i costumi per i cortei, così emergono nuovi volti e espressioni; i suoni, i profumi si spalmano dappertutto, uscendo da taverne talmente odoranti di aromi noti e colme di persone che a malapena riescono a contenere. Le vie della città sono illuminate da fiaccole, chè così sarà stato ai tempi dei tempi del C’era una volta…
Entra il Maestro di Campo, si legge il Poliziano con Ben venga Maggio. E’ il pomeriggio del giorno finale, quello della sfida (canora). Si inizia con le scene delle due Parti.
Fa il suo ingresso la Magnifica introdotta da un bellissimo pezzo a più voci.
Ce vole ‘na storia nova de Primavera…Terra Madre e Donna Madre, erba e fior d’amor materno… Ha inizio la rappresentazione di un giardino fiorito di primavera. Tra poesia e sogno il giardino in fiore, e in fieri, è un attimo di rara bellezza. Si costruisce la scena: ecco il Sole, maestoso che illumina a jorno e Sora Acqua, di verde- azzurro vestita, dal loro amore, dal loro incontro, nascono verdi creature e si compone il giardino: il verde rosmarino, questo perenne verde marino come spiega il nome, poi il profumato lauro che cinge il capo di gloria e sapienza, segue la quercia con la sua forza e possanza e il mandorlo fior di primavera, è il giardino delle delizie ormai composto sotto i nostri occhi, quadri di gioia e canti d’amore…corre lo tempo per chi ben s’adopra …ecco quel bel fior che a ogni calenda spunta fora… è la calendula che non potea mancare in questo giardino. Entra in corteo Madonna Primavera, dei de Sotto, si alterna alla Regina del mese di maggio, la Rosa, che fa il suo ingresso in questo composito giardino, è di rosso vestita, rosso amore. Suoni colori profumi e grida festose: è un giardino fiorito che danza, e inneggia sottosottosottosotto. L’emozione è palpabile e la porta il vento, mentre il Tempio di Minerva è interamente coperto da un drappo col sole raggiante.
Entra la Parte de Sopra, la Nobilissima, e sarà un bellissimo spaccato di vita medievale, tra realtà e rappresentazione. Arriva un bel carro trainato da uomini, mentre a cassetta è un cavallo a guidare, all’interno madonne pronte all’amore e a rallegrare messeri; entrano macellai con quarti di bestia sulle spalle e testa di porco in mano, i coltelli affilati, i taglieri pronti, i trincianti; ecco ora le botti rotolare sulla scena e i tini con l’uva, si compone un mercato di delizie: pescatori che pescano pesci umani con l’amo, fornai con il pane, pollivendoli con galline, vere, e tanti figuranti di animale vestiti: capre, asini muli, pecore, oche, il carretto con ceste di cipolle ed agli e ogni ben di dio di natura, tutto quello che l’autunno e l’inverno regalano alla mensa. All’improvviso da questo infernale gaudente colorato chiassoso bellissimo mercatale, si leva un gruppo in disparte, si spoglia delle vesti, si veste di ruvido panno, si tosa i capelli, si sparge il capo di cenere: è tempo di Quaresima, si esce dall’inverno, si aspetta una Primavera di purificazione. Belli i drappi di rosoni gotici dipinti; il Tempio di Minerva si traveste di ghirlande verdi, è uno sventolio di bandiere della parte de Sopra in mezzo a corali danze e a grida di incitamento, soprasoprasoprasopra.
La sfida vocale, ora, i Bandi di sfida delle Parti. La Parte de Sotto entra con un funerale e il coro di donne piangenti di nero vestite, le coefore in Campo. Ma all’improvviso, il cadavere si alza e toglie il sudario dal volto e parla… E va be’, mo m’alzo, me tiro su, (un vero surrexit). So’ malconcia, non m’arpijo, fatte forza, m’hanno ditto, c’è da fa l’Calendimaggio…I complotti e le loro maldicenze m’hanno quasi debellato, ma m’ arpijo finchè posso. Ma se io so’ messa male, qualcun altro è messo peggio…E anche se ‘n saccoccia non c’ho ‘n baiocco…so’ sempre Io, la Magnifica Parte de Sotto!!! Ora arsento l’odor de Primavera, e v’arconosco tutti, tutti fiji mia. Parte mia, Parte de Sotto!!! Rossa come ‘l sangue , come ‘l foco dell’amore (e i vestiti neri cadon giù per lasciar posto a vesti rosse). E una cosa è certa: la Vittoria torna a noi, a noi Parte de Sotto! Applausi e fischi si levano per questa bella performance creativa. Ora gli sfottò della Parte de Sopra. La Nobilissima fa entrare un carro con un Banditore che legge e introduce un secondo personaggio, l’ubriaco, che inizia, con sue parole, a prendere in giro la parte avversaria, parla di un… Consiglio dimissionario, no di..missionari, no, non era proprio così..e introduce un terzo personaggio, è un Banditore storico di Parte de Sopra che non lesinerà battute velenose ed esordisce: Oh, genti Basse, volti pensosi e mesti, mesti sì, ma pensosi… è difficile … e continua terminando con:..E poi come fa uno a scordasse che siete genti basse basse basse!! Grida e grida si levano da ambedue le Parti che continuano a sbeffeggiarsi, mentre i figuranti si allontanano…
Continua-
Marilena Badolato maribell@live.it