ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA: LE DELEGAZIONI DI PARIGI E PERUGIA INSIEME AL FRANTOIO BATTA.
UN OLIO impossibile, così in equilibrio tra piccantezza e aromaticità, così vero in bocca che mi catapulta in un'altra dimensione. Di benessere e piacere. Aroma, gusto, colore si incontrano in mondi paralleli. E qui la bontà di un prodotto e la bellezza dei luoghi si fondono a raccontare meraviglia.
AD assaggiare l’Olio Batta, ora che è novello, e a visitare il frantoio insieme alla Delegazione di Parigi dell’Accademia italiana della Cucina con la delegata Luisa Polto Branlard, in questi giorni in visita alla Delegazione perugina con il Delegato Massimo Moscatelli, e con la presenza degli Accademici di Bologna con il Direttore CST, Cento Studi Territoriali, Piergiulio Giordani Pavanelli, tutti appassionati gastronomi. Un incontro-evento importante, come anteprima della IV Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, 18- 24 novembre 2019, a tema “la Cultura del gusto” e in vista anche di un Seminario sull’olio extravergine italiano a Parigi. L’Accademia Italiana della Cucina dal 2003 è stata riconosciuta quale "Istituzione Culturale della Repubblica Italiana” con lo scopo “ di tutelare le tradizioni della cucina italiana, di cui promuove e favorisce il miglioramento in Italia e all’estero. Attraverso il suo Centro Studi, le sue Delegazioni e Legazioni in Italia e nel mondo, l’Accademia opera affinché siano promosse iniziative idonee a diffondere una migliore conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana, che costituiscono la base per ogni concreta innovazione, con il compito di salvaguardare anche la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell’intero Paese”.
OLIO come natura e lavoro dell’uomo. Conoscenza tecnica e passione. E che meglio allora parlare e mostrare, con l’agronomo Giovanni Breccolenti, tutte le fasi di produzione: dalla pianta alla molitura alla bottiglia, rigorosamente con “tappo antirabbocco” sinonimo di qualità. Per arrivare sino alla “bruschetta”, olio e pane casereccio, che gli Accademici hanno molto apprezzato. Pane abbruscato e cosparso di quel filo d’olio che regala anche sapori e colori dei Colli perugini, zona san Girolamo, proprio dentro la nostra città, luogo etrusco e benedettino. E racconta, al mille, le note vegetali di questo splendido extravergine: carciofo, cardo, erbe balsamiche, con menta e prezzemolo in evidenza al naso, mentre al gusto è cicoria, e lattuga e mandorla, la nostra verde Umbria. E ancora i condimenti: olio e peperoncino, olio e basilico, olio e limone, olio e rosmarino timo e salvia.
UN VIAGGIO sensoriale con l’olio Batta, creatura curata dall’amore di Gianni e Giuliana, sempre ai vertici delle classifiche nazionali e internazionali nelle pubblicazioni dedicate. E grazie anche alle operose presenze al frantoio, oltre a Giovanni, quelle di Devis, Francesco, Luigi. Gusto vero in bocca e salubrità di un antico alimento. L’olio d’oliva italiano, con le sue 550 cultivar, non esisterebbe senza la cura per il proprio territorio e la tenace passione dei frantoiani. Dagli antichi riferimenti simbolici, l’olio d’oliva si colloca in quella terra fantastica di uomini e dei, di sacro e profano, densa di valori che trascendono la sua natura materiale. E in Umbria, realtà tutta DOP, così importante da diventare argomento “familiare e sociale” che investe la nostra cucina in modo totale: dona nerbo, sapore, impronta. Una verità piacevole, morbida e profumata che accompagna da sempre tutti i piatti.
marilena badolato