AL CASTELLO DI MAGIONE “RIVIVI, GUSTA E AMMIRA”L’INTRIGO CONTRO IL VALENTINO.
CONGIURA FALLITA. E conseguente vendetta (il fine giustifica i mezzi…) con l’ordine di strangolare i congiurati. Così racconta Niccolò Machiavelli a proposito della “ Dieta della Magione”, incontro organizzato nel 1502 dal Cardinale Giovanni Battista Orsini per limitare lo strapotere nell’Italia centrale di Cesare Borgia, il Valentino, e a cui aderirono nobili, alleati e capitani dello stesso condottiero. E il complotto nacque proprio nel Castello di Magione, al tempo residenza del cardinale.
[…] INTORNO alla metà di settembre del 1502 il cardinale Giovanni Battista Orsini si trovava in Magione, presso l’ospedale gerosolimitano di S. Giovanni di cui era commendatario. Con lui vi era anche un altro membro della famiglia, Paolo, figlio del cardinale Latino e ad essi se ne aggiunse un terzo, Francesco, duca – o conte – di Gravina, che s’era ritratto dal servigio del Borgia. Fu dietro la convocazione da parte del cardinale Giovanni Battista, avutasi con missive segrete ad essi indirizzate, che si unirono agli Orsini altri nobili dell’Italia centro-settentrionale. Sul finire di settembre o ai primi del mese successivo, si ritrovarono così nella struttura ospedaliera di Magione Gian Paolo Baglioni, signore di Perugia, Antonio da Venafro, ministro e uomo di fiducia di Pandolfo Petrucci signore di Siena, Ermes Bentivoglio, figlio di Giovanni signore di Bologna, Vitellozzo Vitelli signore di Città di Castello e Liverotto Eufreducci signore di Fermo. Nella riunione che seguì il loro arrivo, durata qualche giorno, i convenuti, stabilirono di opporre le proprie armi a quelle del Valentino. I partecipanti alla congiura, del resto, erano tutti uomini d’arme, condottieri più o meno potenti e in grado di schierare contingenti militari di una certa consistenza. La strategia da seguire era semplice: si sarebbe messo in campo un esercito forte di 700 lance, 400 balestrieri e 5.000 fanti, dichiarando guerra a Cesare Borgia […] ( G.Riganelli, Millecinquecentodue: «una dieta alla Magione», in «Bollettino della deputazione di storia patria per l’Umbria», CIV (2007), pp. 181-199.)
E OGGI riviviamo quella storia nella localizzazione del castello di Magione dei Cavalieri di Malta che assicura l’atmosfera del tempo: il complesso fortificato del secolo XII e affacciato sul Lago Trasimeno dove si verificò la vicenda. Dapprima un hospitale che ricoverava e rifocillava i viandanti gestito dai cavalieri Gerosolimitani. Nel Quattrocento la struttura venne ripensata e trasformata in castello con l’aggiunta di una torre rotonda, di una merlatura e di una corte loggiata.
LA “ CONGIURA AL CASTELLO” va in scena dal 18 al 21 luglio 2018 e prosegue nel fine settimana successivo, 25-28 luglio, per rievocare uno dei fatti di sangue più truci del Cinquecento. Lo spettacolo, a metà tra pièce teatrale e rievocazione storica, è organizzato dal Cral Domenico Cancelloni e curato dalla Compagnia teatrale magionese con la regia di Giampiero Frondini e la direzione artistica di Giorgio Lupattelli. Gli spettatori rivivranno quel periodo storico complici i suggestivi ambienti che lo ospiteranno e l’organizzazione di una cena gourmet a base di piatti rinascimentali ideati in collaborazione con ArcheoFood, dove il leitmotiv della serata, che troviamo dall’aperitivo al dolce, sarà il mosto cotto e la sua “piccante” sorella, la mostarda, il mustum ardens. Le serate sono arricchite anche dalla mostra ‘L’altra congiura’, opere in pittura digitale dell’artista Giorgio Lupattelli, ispirate a quei fatti.
E POSSIAMO ANCHE RICORDARE che nel dicembre del 2012, nella Sala dei Notari, era stato riproposto l’evento grazie a un “processo storico” dove veri avvocati e giudici e il numeroso pubblico avevano il compito di giudicare proprio la feroce vendetta che il Valentino operò verso i cospiratori della Congiura della Magione, fra cui Vitellozzo Vitelli, Paolo Orsini e Giampaolo Baglioni signore di Perugia. Condannato all’ergastolo dai giudici, il Valentino fu assolto dalla giuria popolare del pubblico presente in sala.
“La quale cosa [il progetto del Valentino] sendo intesa dae Vitegli e gli Orsini e altri loro seguaci, parse loro come el duca diventassi troppo potente e che fussi da temere che, occupata Bologna, e’ non cercassi di spegnerli per rimanere solo in su l’armi in Italia. E sopra questo feciono alla Magione nel Perugino una dieta, dove convennono el Cardinale, Pagolo e duca di Gravina Orsini, Vitellozzo Vitegli, Oliverotto da Fermo, Giampagolo Baglioni tiranno di Perugia, e messer Antonio da Venafro mandato da Pandolfo Petrucci capo di Siena; dove si disputò della grandezza del duca e dello animo suo, e come egli era necessario frenare l’appetito suo, altrimenti si portava pericolo insieme con gli altri di non ruinare: e deliberorno di non abbandonare e Bentivogli e cercare di guadagnarsi e Fiorentini; e nell’uno luogo e nell’altro mandorno loro uomini, promettendo all’uno aiuto, l’altro confortando a unirsi con loro contro a el comune inimico”.( Niccolò Machiavelli-Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini, 1503.)
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marilena badolato