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ASSISI-PELLEGRINAGGIO GLOBALE AMORE E PERDONO. Festival Assisi nel Mondo- Progetto Omaggio all’Umbria

Sono qui per ascoltare i ragazzi prodigio del Festival Assisi nel Mondo, del Progetto Omaggio all’Umbria del soprano Laura Musella, questa volta anche lei, in veste di singer, coi suoi ragazzi, al Monte Frumentario ad Assisi. Per The Pilgrimage of Love and Forgiveness è Assisi la più giusta localizzazione: la terra di Francesco è luogo di incontro di tutte le religioni del mondo.

Sono giovanissimi e straordinari geni della musica questi ragazzi, ascoltarli è veramente un momento di riconciliazione universale, e di grande emozione.

Apre il programma la preghiera Kaddisch di Maurice Ravel interpretata dalla voce bellissima di Laura Musella e accompagnata dall’arpa della giovanissima Marta Marinelli. E’un canto triste, melodiosamente triste, una  invocazione struggente, che rimbalza su per le volte e inonda le bianche pietre del Frumentario.

Segue Fantasia op. 79  per arpa e flauto di Gabriel Fauré, e saranno i giovanissimi Marta Marinelli e Matteo Sampaolo a eseguire questo pezzo del grande musicista francese del secolo scorso, un brano  melodico, equilibrato, un attacco dolce e composto, seguono i virtuosismi  del flauto, dal suono ammaliatore, lo segue l’arpa per un connubio very nice -commento di voce accanto-, un gioco di questi due giovanissimi compositori che si rincorrono, si riprendono, si lasciano, si accompagnano attorno al tema che ora è ripreso di nuovo.

Splendido violino dell’Adagio dalla Sonata n.1 di J. Sebastian Bach: triste melodia, parla all’anima. E’ Christian Sebastianutto, che col suo tocco magico, esprime tutto il dolore e la profondità del momento. Tutto il mondo di tristezza malinconia drammaticità e grandiosità gioia tenerezza pace interiore serenità, in un  continuo  susseguirsi di variazioni straordinarie

Irrompe ora Zitti, Zitti di Gioacchino Rossini, trio dal Barbiere di Siviglia, per arpa sola. Trilli gioiosi di giocose note rossiniane riempiono l’aria. Accarezza le corde Marta con trasporto,  un’estasi pura della composizione in questa bimba-pianista. Miracolo di mani di fanciulla, esperte, magiche incantate, incantatrici. – Fantastic – è il commento accanto. Pezzo di grande bravura e maestria.  Una ovazione commossa per questo pezzo classico rossiniano-scoppiettante.

Segue il famosissimo Sirinx di Claude Debussy, per flauto solo, tanto breve quanto ossessivo e ossessivamente ripetuto, ha un qualcosa di  trascinante, ammaliante, annientante. Il flauto di Matteo incatena, suscitando un  senso di ardente unione con il Tutto. Composto come musica  di scena, è una straordinaria pagina di letteratura flautista.

L’atmosfera si calma all’improvviso con Le Bateau dello stesso Debussy: sulla scia  dell’acqua scorre placidamente questo battello, acqua calma che trasporta dolcezza sulla scia del flauto e dell’arpa.  Sguardi d’intesa dei giovanissimi artisti per concludere all’unisono questa dolce carezza.

Esplodono sulle corde del violino di Christian i Capricci, 13 e 15, di Niccolò Paganini, famosissimo geniale compositore italiano. Rimbalzano ovunque questi capricci d’autore, le dita scivolano nervose, le corde sono  incandescenti sotto il tocco dell’archetto che le percuote con violenza. Il silenzio è assoluto e attonito il pubblico. Trilli, salti di registro, salite e discese cromatiche: una cascata di risate, il capriccio 13, tra  ironia agilità, stravaganza, malinconia e cattiveria quasi, in quel “ mordere” le corde dello strumento. Ancora più veloce, ancora più cerebrale, ancora più gioioso. Tecnica italianità dolcezza maestria, concentrato di capacità, racchiusi in una giovanissima età. Una sfida all’impossibile-possibile.

Chiude Zingaresca di Paolo De Sarasate, per violino e arpa, col ritmo gitano del violino. Violino in passaggi d’emozione e arpa che accompagna, sicura, questo pianto dolce: questo  violino parla al cuore, l’emozione è altissima. Siamo indifesi inermi attoniti davanti a tanto virtuosismo tecnico e  pathos uniti insieme. Ora cambia  il ritmo e le note corrono, l’archetto vibra dietro ad una danza ungherese tzigana, bellissima e riconoscibilissima per la passionalità di un popolo da sempre nomade. Una serenata poetica, tutto sembra risuonare all’unisono: la sala l’artista il pubblico.

Applausi scroscianti e grida di approvazione e giubilo per queste performances di giovanissimi talenti.

Chiude, così come aveva iniziato, la preghiera di Maurice Ravel. Simil ringraziamento corale, canto di pacificazione, si alza la voce di Laura Musella, limpida e melodiosa. Brevi tocchi d’arpa accompagnano la voce sola che prega. E la preghiera va in alto, sfiora le volte del palazzo del Monte Frumentario, bacia le pietre bianche, scivola fuori lungo la via le strade le piazze di Assisi, questa  città unica al mondo. Porta il suo messaggio di Pace.

ASSISI MONTE FRUMENTARIO

Pellegrinaggio dell’Amore e del Perdono- Un Raduno Mondiale – Fetzer Institute

Festival Assisi nel Mondo- progetto Omaggio all’Umbria

Soprano Laura Musella; arpa Marta Marinelli, anni 17; flauto Matteo Sampaolo, anni 21; violino Christian Sebastianutto, anni 17.

Marilena Badolato           maribell@live.it venerdì 21 settembre 2012

AUTHOR - Marilena Badolato