“CANTICO” UNA NARRAZIONE IN MUSICA. PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI-ASSISI
SOLO TRE IN SCENA a cantare Francesco. Un nuovo “ Cantico”, assoluto, bello e desolato, dirompente e dolce, roco e gioioso, di voce e canto e suoni di strumenti antichi.
TRA STUPORE E MERAVIGLIA, musicalità delle parole e suoni aspri e gutturali, grida e sussurri, angeli e demoni, luce che cambia e scolora o si accende di speranza azzurro cielo. Il Medioevo è tutto qui, in questa foresta intricata, con la figura centrale di Francesco che lo interpreta in toto con le sue crisi di identità, di valori, di scelte sofferte, di rinunce grandiose. Gli aggettivi non bastano a descrivere le scene dense di musicalità, affanni e sorrisi e canti d’uccelli e lacrime d’orso ammaestrato che si vuole salvare e parole d’amore a lupi feroci e affetto familiare del giovanissimo nipote Piccardo e seguaci che lo seguono sempre vicini.
CHIARA anche lo segue, scappa dalla avita casa paterna, tutti i confort del tempo, ricchezza e benessere, e Lui le taglia i capelli e l’accoglie. Anche Lei sarà Santa. Non è facile il racconto oggi, spiegare cosa sia veramente stato allora questo periodo, denso di affascinazione e smarrimento, forse con la consapevolezza di cambiare la storia.
COSI’ NASCE QUESTA FIABA di San Francesco, che vuole insegnare, da dove tutto è magia e contrasto e “altro” di simboli arcani. Una storia d’Amore con la maiuscola, perché onnicomprensivo, quasi irreale oggi, con uno sguardo alle Fonti francescane, e musica e note, pentagrammi di universalità, dalla tradizione gregoriana e dai Laudari. Voce che narra il pathos di una scelta di vita molto sofferta per quei tempi. E filtra dagli occhi di un fanciullo, il nipote Piccardo, che ha come patrimonio questo zio Giovanni, ora Francesco, zio santo e matto, che guarda con stupore misto ad ammirazione e consapevolezza che è e sarà Unico. Una fiaba intensa e struggente con la Lode alle Creature, quella autentica del “ Laudato si ‘ ” cantata in finale. Dove la storia della Verità si mescola alla fantasia del narrare. Francesco si spoglia di tutto, si veste solo di Fede: diventa così tutta la luce del mondo.
“Nel Medioevo tutto era stupendo. Nel senso che era pieno di stupore. E c'erano i miracoli, e le cose non erano semplicemente cose, e l'acqua non era acqua solamente, e il cielo era un po' più del cielo. Tutto recava segno d'antiche battaglie, il male e il bene andavano alla guerra, c'era un torneo infinito che le stelle guardavano dall'alto dei cieli, che sapevano i segreti oscuri delle persone...". Aldo Nove "Tutta la luce del mondo. Il romanzo di San Francesco"
ASSISI- PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI
CANTICO- Narrazione in musica, tratta da “ Tutta la luce del mondo. Il romanzo di San Francesco” di ALDO NOVE, e dalle Fonti francescane
Con: FRANCESCA BRESCHI - PEPPE FRANA - GIULIA ZEETTI
regia ed elaborazione drammaturgica: Giulia Zeetti
musiche composte ed eseguite da: Francesca Breschi e Peppe Frana
scene e costumi: Ayumi Makita in collaborazione con gli allievi di scenografia dell’ Accademia di Belle Arti “P. Vannucci” Perugia. Luci: Simone De Angelis
tecnico Danilo Dicorato, organizzazione Fulvia Angeletti, segretario di compagnia Elena Marinelli, foto di scena Roberto Berti, ufficio stampa Roberta Rem, Francesca Torcolini
Una produzione TEATRO STABILE DELL'UMBRIA in collaborazione con ASSOCIAZIONE CULTURALE GLI INSTABILI e con il patrocinio della Basilica Papale e Sacro Convento di S. Francesco in Assisi.
marilena badolato 4 ottobre