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CANTINE APERTE: Osiride Dioniso Bacco Saturno: che festa sia!

Cantine Aperte: Osiride Dioniso Bacco Saturno: che festa sia! La grande festa dell’Enogastronomia.

Alcuni granelli di peperosa.cult oggi si “depositano” sul fondo di un bel calice di Bianco, di Rosato e di Rosso Italiani. 28 e 29 Maggio 2011:“ Cantine aperte” su tutto il territorio nazionale. Per festeggiare una bevanda che ci fa grandi e ci distingue nel  mondo e che fa grande anche la nostra gastronomia. Questo magico “succo fermentato dell’uva”che dava gioia, ilarità, oblio, sicuramente dono  di una divinità propizia, era capace di far dimenticare all’uomo i suoi guai. Osiride Dioniso Bacco Saturno ogni civiltà ha accostato questo nettare ad un dio, lo ha nominato, venerato, reso favorevole con riti, leggende, misteri. Storia. Almeno venti secoli prima di Cristo: dalle isole Egee, da Micene verso la nostra Sicilia che apprende la tecnica  della coltivazione della vite e della produzione del vino. Poi gli Etruschi portano le loro “conoscenze mesopotamiche” sull’argomento, ampliandolo, “sacralizzandolo” a modo loro, aggiungendo spesso al vino il miele e servendolo in sontuosi banchetti. La fama dei vini italici ben presto si diffonde, Sofocle parla dell’Italia come” terra amata da Bacco”. I Romani, nei loro spostamenti di truppe di legionari, diffondono la vite e il suo uso ovunque nelle terre occupate. Nelle Gallie il vino era talmente diffuso da rendere necessario un Editto imperiale che ne delimitasse la produzione. Ed erano vini di alta qualità, raffinati grazie al clima temperato-freddo di quella regione. Nei secoli le varietà e gli usi greci mutano radicalmente e in profondità con il mutare dei climi, degli usi, dei costumi, delle selezioni operate dall’uomo dovute ad una maggiore conoscenza, a studi più adeguati, alle tradizioni di quella terra e di quello che offre, la sua esposizione, l’irrigazione, le consuetudini alimentari, le proprie abitudini di vita, il territorio insomma socialmente condiviso. Oggi produciamo più per qualità che per quantità, la varietà viene decisa per le caratteristiche del terreno, origine geologica, composizione chimica, struttura fisica, le sostanze organiche presenti e per il clima. Ma non dimentichiamo il Gusto. Un buon vino fa un buon piatto e viceversa. Il famoso mariage. Non rinunciamo a creare vini che siano legati ai nostri sapori più veri: ogni regione italiana ha un patrimonio gastronomico regionale legato indissolubilmente a quello enologico tradizionale del suo territorio. Non potrei pensare a “ il gnocco fritto” senza il suo Lambrusco! Non potrei pensare ad alcuni piatti umbri senza il mio Grechetto. Penso, credo, sono convinta che in questo connubio stia il segreto e la riuscita della nostra produzione italiana eno-gastronomica. Abbiamo una grande cucina regionale e grandi prodotti: beviamo con essi un buon bicchiere del nostro vino!

Peperosa.cult  è anche piccante e leggero, allora scherziamo un po’con i difetti(veri) dei vini: odori fenici, canforati, di muffa, di svanito(…un vino che presta poca attenzione), di cipolla, di cavolo, di secchino, di polvere, di metallo, di geranio, odore e sapore di tappo…che a tutti sarà capitato almeno una volta nella vita.

Ricetta:

Ravioli al ripieno di cannellini

Vino consigliato, garantito, protetto, eccellente, buono da morire: Grechetto

Per la pasta:

400 g di farina, 4 uova, 1 cucchiaio di salvia e rosmarino ben tritati, 1 cucchiaio di olio, un pizzico di sale e uno di pepe.

Per il ripieno:

500 g di fagioli cannellini lessati, 250 g di ricotta, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato, qualche foglia di salvia e rosmarino, 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva, sale q.b.

Per condire:

olio extra vergine di oliva, alcuni pomodori pachino maturi, uno spicchio d’aglio schiacciato, rosmarino e salvia tritati

Preparate la pasta con tutti gli ingredienti, fatela riposare un poco e poi tiratela a sfoglia. Nel frattempo preparate il ripieno: mettete in una padella i cannellini, che avrete già lessato, con olio, salvia, rosmarino. Fateli insaporire per qualche minuto, poi togliete le foglie aromatiche e frullateli. Unite al composto la ricotta e il parmigiano, salate e pepate amalgamando bene. Stendete la sfoglia e con il ripieno preparate i ravioli.

Per condire: rosolate nell’olio l’aglio schiacciato, il rosmarino e la salvia tritati, aggiungete i pomodorini tagliati a metà o a dadolata, aggiustate di sale e cuocete per qualche minuto a fuoco vivace. Lessate i ravioli in abbondante acqua salata, scolateli, e conditeli con il preparato. Aggiungete pepe macinato al momento.

marilena badolato   maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato