CHIESA DI SANT’ERCOLANO A PERUGIA, LA CHIESA NELLA ROCCIA: IL PRESEPE NAPOLETANO DELL’ARCHITETTO MICHELE BILANCIA 1
Un presepe napoletano a Sant’Ercolano, la chiesa nella roccia. Sant’Ercolano turrita abbraccia le mura, le circonda di affetto millenario, sentinella del tempo, nel tempo rimasta bellissima e altera, a guardia, a difesa della nostra città. Ora che il giardino è più spoglio, spogliato da un inverno avanzato, l’antica forma appare, bianca, e bianca la chiesa con il pulpito ancora ancorato al suo posto, malgrado l’offesa del capo troncato per meglio “ sparar coi cannoni” dalla Rocca Paolina.
Vestiti di sacro. Così mi appaiono i personaggi del presepe napoletano dell’ architetto Michele Bilancia.
Stoffe povere o preziose, sete pizzi trine e ricami per personaggi riccamente vestiti in primo piano sul proscenio, o stoffe povere per il mendicante, quello zoppo con la mano protesa, o il saio del frate questuante, o le vesti dei pastori così umili, ma così ricchi di rivelazione. Si parte dai colonnati della romanità, quando e dove Gesù storicamente nasce, che racchiudono il presepe-mangiatoia, sino ad arrivare alle rovine sovrastanti della Basilica barocca e ancora avanti e avanti sino alle case e le piazze del Medioevo. Forse la nostra città con una delle sue torri svettante e la sua fontana, inconfondibile gioiello del Pisano. Forse Perugia, ma anche le innumerevoli fontane e piazze e torri di tutte le nostre città medievali. Il presepe è il mondo della cristianità, ma il presepe è di tutti e tutti rappresenta. L’anima partenopea è presente anche nella tavola imbandita, in basso a destra nella via con tante leccornìe, salsicce, vino, pani, cesti di uova per la felicità di un Pulcinella che suona il suo tamburello, del Vesuvio dipinto, accompagnato da due suonatori di chitarra e mandolino. Studio filologico serio fondante per vestire queste figure napoletane: i pastori, che questo era il nome primitivo di tutte le statuine del presepe. Diventeranno protagonisti della scena nel presepe moderno, rappresentato dal Presepe di Greccio nelle Storie di San Francesco affrescate da Giotto nella Basilica superiore, dove appare Francesco con il Bambino e tutta la moltitudine di frati e di nobili di Assisi. La Natività, lei sola, era già esistente nei luoghi di culto dei primi cristiani, come testimoniano i ritrovamenti nelle catacombe famose di Priscilla e Domitilla. Ma il popolo, i pastori, verranno più tardi, da essi nascerà lo studio del costume, del vestito d’epoca, di famiglia e si inizierà ad allestire i presepi nelle chiese e nelle case, inizialmente soprattutto in quelle nobiliari. Presepi in legno, in terracotta, con statue a grandezza naturale, con scenari meravigliosi riproducenti i propri palazzi o ville, committenze affidate ad architetti abilissimi nel creare gli sfondi, Masso o Scoglio, come venivano chiamati, dove posizionare il proprio sito o luogo.
Continua-
Marilena Badolato maribell@live.it