DAL 1200 UN SIMBOLO CHE LASCIA IL SEGNO. UN RICAMO IN PUNTO ASSISI: JACOPA DEI SETTESOLI.
SPLENDIDO il dossale attribuito a Jacopa dei Settesoli, regalo della nobildonna romana per il funerale di Francesco. Una riproduzione fotografica, nella sua reale grandezza di cinque metri, ed esposto in mostra, ci restituisce l’emozione di un pregiatissimo manufatto ricamato in lamina d'argento dorata e sete policrome e riproducente il disegno che ancora oggi porta il nome della benefattrice, grande amica del Santo.
CON MOTIVI di scuola palermitana del 1200 e di chiara attestazione orientale bizantina, come spiega Raffaella Bartolucci organizzatrice della mostra, ha dato origine a un disegno attribuito a Don Sigismondo Spagnoli, che tanta fortuna ebbe presso le ricamatrici di Assisi e che si chiamò proprio come la nobildonna. Il Punto Assisi è infatti la tradizione di una eccellenza di questa terra che attesta una autentica identità assisana. Un dossale “ […] donato da Beata Giacoma di Settesoglio a coprire il carro che trasportò il corpo di San Francesco dalla Porziuncola alla chiesa di San Giorgio nel 1226 […]” (Rosaria Bonito Fanelli, Il Tesoro della Basilica di San Francesco ad Assisi. Casa editrice francescana, Assisi- Edam, Firenze, pag. 80).
E I SIMBOLI RICORRENTI, accuratamente ricamati nel manufatto- grifi affrontanti, astori, tortore, levrieri, indicanti fierezza, virilità, custodia, vigilanza e fedeltà- sono tutti riferiti all'araldica, all'ars venatoria e al potere della nobiltà. Come del resto era la casata dei Settesogli o Settetroni, meglio conosciuta come Settesoli, come spiega Elisa Cesaretti, danzamovimentoterapeuta, che parla anche dell'effetto terapeutico del ricamare.
IN QUESTA ASSISI, introduce lo storico Elvio Lunghi, per metà autentica e per metà rifatta, come del resto impongono le fasi degli adattamenti urbanistici successivi e costruiti sulla vita degli uomini. E rifacendosi agli studi importanti e fondanti del Podestà Arnaldo Fortini e ai suoi fondamentali interventi per la città, racconta di una piccola realtà, ma così bella in pietra splendente luce, che viveva di artigiani del ferro battuto, di ceramica, di stoffe, e di realtà conventuali che perpetuarono l'arte del ricamo. E giovanissime fanciulle ricamatrici, lavorando giorno e notte, prepararono la preziosa coperta, ricamata in Punto Assisi Jacopa dei Settesoli, come regalo di nozze per Giovannna di Savoia e Boris III di Bulgaria che si sposarono proprio ad Assisi. (Arnaldo Fortini- Le nozze regali di Assisi, Edizioni Fratelli Treves, Milano-Roma,1931).
OGGI, in questo salone del Palazzo del Capitano del Perdono a Santa Maria degli Angeli, nella mostra allestita per l’evento “ Dal 1200 un Simbolo che lascia il Segno”, sono allineate tavole di autentica bellezza con tovaglie dove ritornano, nei ricami dell’azzurro e del ruggine, i simboli consueti e ripetuti a lanciare messaggi a quel tempo universalmente conosciuti, ma ognuno lievemente diverso nella autentica realizzazione amanuense. E dove immagino serviti in queste giornate i mostaccioli, legati anch’essi alla storia di Jacopa e Francesco.
E PARLO di Francesco e dei mostaccioli, confortata dai miei Studi Francescani con il compianto Padre Stanislao da Campagnola e dalle conoscenze di gastronomia storica, del perché della farina di antichi grani, del perché del mosto, delle mandorle, del miele e delle spezie e del valore simbolico ad essi collegato. E di Francesco il santo autenticamente più legato alla umana sensorialità: alla bellezza, ai colori, al canto e alla musicalità e ai sapori della splendida materia prima regalata dalla Natura, a quella gola che accompagnava i giorni di festa liberi dai dettami di astinenza e digiuno di un calendario liturgico da rispettare e dalla Regola. Che era in Francesco una Regola di vita.
E nell’assaggio finale dei dolcetti creati da forni e pasticcerie angelane, quelli della Pasticceria Lollini per forma, consistenza, sapore e gusto finale ci riportano proprio ad antichi manufatti, a quelli che dovevano essere i mostaccioli medievali. E ci conforta il fatto che da sempre elementi storici si mescolano a quelli favolistici e il sacro e il profano colorano la vita degli uomini, e tutti insieme ancora oggi riescono a riscrivere una nuova appassionante storia.
E IN QUESTI GIORNI D’AUTUNNO si rinnovella il miracolo della vite e dell'ulivo, del vino e dell'olio, e la ricorrenza della “sora morte corporale” del Santo, Patrono degli italiani. E farà luce, accanto alla sua tomba, la lampada alimentata da quell’olio ogni anno donato da una regione diversa. “Non è che di suo lume un raggio”: quest’anno il raggio citato da Dante sarà la regione Liguria e il suo olio arderà tutto l’anno ad alimentare il sogno di Francesco.
Francesco: la più profonda rivoluzione antropologica e culturale del Medioevo.
DAL 1200 UN SIMBOLO CHE LASCIA IL SEGNO
Un ricamo in Punto Assisi: “Jacopa dei Settesoli”
a cura di Raffaella Bartolucci
28 settembre -8 ottobre 2017
9.30-12.30 15.30-18.30
Palazzo Capitano del Perdono – Santa Maria degli Angeli
marilena badolato