DUCA E LA LUCE.
LA LUCE in Duca è materia prima, protagonista assoluta. Un bagliore materico che investe la sua Natura still life, donando vitalità perenne. Una “tinta” che regala l’atmosfera generale delle sue opere, un insieme di parametri-profili, colore, timbro, percorsi, concatenazioni armoniche- che formano il nucleo di tutti i suoi lavori.
UN reiterarsi di dettagli reali, stupendamente rappresentati e definiti nei particolari naturali più intimi, di una travolgente vitalità e di una stupefacente fluidità narrativa. E dove piccole figure laterali nell’immagine generale-una foglia appassita, un ramo secco, un lembo ripiegato, o un taglio nell’interezza dell’essere rappresentato- rivelano la personalità e la biografia dell’artista e la rappresentazione forse ancora più realistica, della vita di ognuno di noi. Una comunicazione immediata che diventa la cifra di una profonda motilità interiore.
E quel bianco, tinta fascinosissima, ma difficilissima da realizzare: se troppo intenso, cade nella retorica materica, se troppo poco evidenziato evapora nel divenire della narrazione. Difficile insomma creare quella compatta, ma morbida e luminosa austerità di immagine che trovi invece in Duca.
UNO stupefacente linguaggio strumentale che ammalia all’istante. Come quel fascio di rose, “Rose imploranti” olio su tela che, a imposte socchiuse, riescono da sole a illuminare la stanza dell’atelier.
TUTTO insomma si fonde, nelle opere di Duca, in bruciante verità comunicativa.
marilena badolato