E LA CULTURA NON SI FERMA. IL XX GIUGNO A PERUGIA.
IL XX GIUGNO rimane la data simbolo della città di Perugia. Un punto fermo della tradizione patriottica cittadina ricordata non solo dal Comune di Perugia, ma anche dalle diverse associazioni con numerose manifestazioni e iniziative.
IL PROGRAMMA delle cerimonie ufficiali del Comune si svolge da sempre nei luoghi protagonisti degli eventi: Borgo XX Giugno e il Civico Cimitero, mentre nella Sala dei Notari di Palazzo dei Priori ha luogo la cerimonia dei riconoscimenti per l’iscrizione all'Albo d'Oro cittadino.
DALLE ore 10,00, in Borgo XX Giugno, si terrà la tradizionale deposizione delle corone di alloro al monumento ai Caduti del XX Giugno 1859 e, a seguire, alla lapide che ricorda i Patrioti fucilati dai nazi-fascisti presso il Poligono di Tiro. Alle ore 11,00 al Civico Cimitero si terrà la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti, mentre alle 11,30, in Piazza Braccio Fortebracci, un'altra corona verrà deposta alla lapide in memoria delle vittime di tutti i genocidi. Infine, alle ore 12,00, alla Sala dei Notari si terrà la cerimonia dell’iscrizione all’Albo d’Oro della Città di Perugia.
LE STRAGI di Perugia indicano gli avvenimenti storici risorgimentali avvenuti il 20 giugno 1859 a opere delle truppe pontificie. Le soldatesche svizzere inviate da Papa Pio IX attaccarono i cittadini che si erano ribellati al dominio dello Stato della Chiesa procedendo all'occupazione della città, al saccheggio e al massacro di civili. Numerosi contemporanei descrissero l'accaduto. Grandissima eco in tutto il mondo ebbe la testimonianza di una famiglia statunitense, i Perkins, presente a Perugia e vittima delle violenze, che descrissero dettagliatamente l’accaduto con dovizia di particolari che furono pubblicati dal New York Times.
"Le truppe infuriate parevano aver ripudiato ogni legge e irrompevano a volontà in tutte le case, commettendo omicidi scioccanti e altre barbarità sugli ospiti indifesi, uomini donne e bambini." (The Massacre at Perugia - The outrage to Mr. Perkins and his Party, «New York Times», 25 giugno 1859)
"I soldati passarono sopra queste barricate, presero d'assalto tutte le case ed il convento ove uccisero e ferirono quanti poterono, non eccettuate alcune donne, e procedendo innanzi fecero lo stesso nella Locanda a S. Ercolano, uccisero il proprietario e due addetti, ed erano per fare altrettanto ad una famiglia americana, se un volteggiatore non vi si fosse opposto, ma vi diedero il sacco, lasciando nel lutto e nella miseria la moglie del proprietario e arrecando un danno di circa 2.000 dollari alla famiglia americana. Fatti simili sono accaduti in tre case, dappoiché il saccheggio è durato qualche tempo durante il quale tre case sono state incendiate. I soldati vincitori hanno fatto man bassa su tutto quanto loro capitava innanzi". ( da"Le stragi di Perugia - L'insulto a Dio, in «La Propaganda» n.461 del 2 luglio 1903)
" Furono saccheggiate trenta case, nelle quali — per confessione dello stesso Schmidt — fu fatto massacro delle stesse donne; furono invasi un monastero, due chiese, un ospedale e un conservatorio di orfane, nel quale sotto gli occhi delle maestre e delle compagne due giovanette furono contaminate. Alle immanità dei saccheggiatori seguirono, come legittimo corollario, il Governo statario bandito a Perugia dallo Schmidt, le onorificenze largite a lui ed ai suoi satelliti dal pontefice e i solenni e pomposi funerali indetti, dal card. vescovo Pecci con la iscrizione satanicamente provocatrice messa sul catafalco: Beati mortui qui in Domino moriuntur..." (Il risorgimento, in «Storia generale d'Italia», diretta da Pasquale Villari. F. Vallardi editore. Milano, 1881, pag. 376).
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marilena badolato