E LA CULTURA NON SI FERMA. LA “FIORITA” DI CASTELLUCCIO DI NORCIA.
LA “FIORITA” di Castelluccio di Norcia regala bellezza e salute. Sì perché i colori delle leguminose e delle graminacee qui coltivate, si mescolano a quelli dei fiori di campo e spontanei che vestono di naturale, rara bellezza il Pian Grande.
NON solo la famosa lenticchia, piccolo polposetto bottoncino di gusto facile da preparare senza inutile ammollo, Lei che non scuoce mai, che rimane integra a sè stessa in tante intriganti ricette. Ma da questi luoghi viene anche la coltivazione di farro e di orzo, anche perlati per una cottura più veloce, e cicerchia e roveja, il pisello selvatico, uno scrigno di preziose sostanze, selvaggia leguminosa che richiede pazienza e tempo per cucinarla, ma che rivela poi la sua ancestrale natura.
A DARE inizio alle danze colorate della fioritura, verso gli inizi di maggio, ci pensano le corolle gialle e delicate della senape selvatica (Sinapis arvensis), insieme ai primissimi papaveri (Papaver rhoeas) che tingono di rosso la piana. E mano a mano si aggiungono sempre nuove note di colore. Verso metà maggio inizia a comparire il bianco della camomilla bastarda (Anthemis arvensis) e dal leucantemo (Leucathemum vulgare). Si aggiunge poi anche lo “specchio di Venere” (Legousia speculum – veneris), una pianta elegante, dal portamento fine, con un asse fiorale che dona un grazioso blu che può virare al celeste. La fioritura vede il suo culmine nei mesi di giugno e inizio luglio, quando arriva anche il fiordaliso che dona alla piana l’ultimo tocco di colore, con il suo particolare violetto.
MA dal Pian Grande arriva quest’anno anche un omaggio a medici e infermieri per l'impegno profuso proprio in questi mesi di pandemia nell'emergenza Coronavirus. "Abbiamo voluto realizzare con la lenticchia e altri legumi di questa terra un paesaggio che rappresenta Castelluccio e una dottoressa - ha spiegato Gianni Coccia, il portavoce degli agricoltori di Castelluccio- "Il quadro lo abbiamo posizionato in mezzo alla fioritura, ricavando così anche un'area dove i turisti possono farsi le foto senza calpestare i terreni che, ricordiamo, sono tutti seminati", ha aggiunto.
IL capolavoro è un quadro di metri 4 per 3, un’opera d’arte realizzata da 12 agricoltori della Cooperativa Lenticchia di Castelluccio. Per ottenere le sfumature di colore essi hanno decorticato e selezionato alcuni chicchi in un lavoro durato alcuni giorni: le lenticchie lasciate al naturale sono le montagne, con quelle lavorate si è disegnata l'Italia, la fioritura e la figura della dottoressa; i chicchi rossi sono i papaveri, gialli sono per la senape selvaggia, il ritocco azzurro per i fiordalisi mentre bianco e crema sono farro e orzo. Oltre a questa estesa e colorata spianata, si possono ammirare altri due piani dai nomi di fiaba, Pian Piccolo e Pian Perduto, entrambi meno estesi del primo, ma ugualmente conosciuti. Superfici sub planari che hanno milioni di anni, formatesi con lenti ma costanti movimenti geologici dovuti alla formazione degli Appennini.
E’ UNA festa della natura, questa della fioritura, che potrà mantenersi nel tempo solo se si preserveranno quelle tradizioni positive di coltivazione biologica che le hanno permesso di formarsi. E grazie anche ad una virtuosa convivenza tra uomo e territorio, che ha portato alla selezione nel tempo di una varietà di lenticchia (Lens culinaris) oggi conosciuta e apprezzata come lenticchia di Castelluccio IGP.
#IORESTOACASA
marilena badolato