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FESTIVAL VILLA SOLOMEI: SERGIO RUBINI LEGGE DANTE IN UN UN CONCERTO SOTTO LE STELLE.

L’INFERNO DI DANTE E LA MUSICA ELETRONICA.  La selva oscura diventa rumore metallico, gemito, stridio di corde e vibrazioni rotte solo, quando serve, dall’armonia degli archi e dall’assolo dolce del flauto.

 

SERGIO RUBINI incanta. Profonda è la voce, profondo l’Inferno dantesco dove, insieme a lui, stiamo scendendo. Ci accompagnerà, novello Virgilio, il ritmo della musica elettronica ora vibrante d’emozione, ora metallica di paura, ora melodica d’amore, riproducente l’atmosfera dei versi.

 

ATTORE, regista sceneggiatore, Rubini tiene la scena leggendo la Commedia che dopo secoli ancora ci emoziona nell’incanto di una lingua antica e così moderna nel pathos e nella verità che racconta. Nel mito e nella storia di quel tempo, nella perfezione di verità travestita d’allegoria.

 

IN questa serata, una prima mondiale, ai Solisti Aquilani, ensemble di archi, il compito di riportare le melodie che autori nei secoli hanno dedicato ai capolavori danteschi, mentre il flauto di Massimo Mercelli quando entra in scena regalerà pura dolcezza. La musica elettronica è di Martux_m, aka Maurizio Martusciello un pioniere di elettronica e elettro-jazz, studioso delle estetiche della manipolazione elettronica. Dante dialogherà così con contesti diversissimi, che ci condurranno lungo il viaggio dei dannati.

 

NEL mezzo del cammin di nostra vita…è mimato da un suono ululato di belva immaginaria, mentre scrosci perigliosi rumoreggiano, ma nell’incontro con Virgilio il ritmo cambia e diventa quasi imperioso a iniziare il viaggio.

 

PER ME si va tra la perduta gente…sono vibrazioni d’attesa  e lamenti alla vista di quelli che vissero senza infamia e senza lode. Coloro che non hanno nemmeno speranza di morte, dice Virgilio. E allora non ragioniam di lor, ma guarda e passa. Si cambia invece di tono e intensità tra i non battezzati tra i quali vi è anche Virgilio che dice sanza speme vivemo in disio, che avranno il suono melodico e dolce del flauto che muta totalmente la scena.

 

TRA i peccatori carnali ecco Paolo e Francesca, amor ch’al cor gentil ratto s’apprende… e amor ch’a nullo amato amar perdona: la musica diventa intensa e passionale a suggellar quel bacio che cambiò il loro destino, tanto che quel giorno dal galeotto libro più non vi leggemmo avante

 

ALL’APPARIRE di Cerbero, fiera crudele, sarà metallo puro nel ritmo, rumori, sospiri, sibili alle maestose zanne animalesche, insieme alla voce che esce da tronchi spezzati che piangono la loro misera sorte, ora sterili per sempre.

 

POI di tante fiamme quella di Ulisse e Diomede, insieme per vendetta, e quel fatti non foste a viver come bruti: la conoscenza al limite della vanagloria non viene totalmente condannata da Dante e lo testimonia il ritmo pacato della musica, quasi da attesa.

 

E la bocca sollevò dal fiero pasto. Non potevano mancare i versi tragici, densi di pathos del Conte Ugolino, mentre la musica piange la sua vicenda e quella dei suoi figli e al ahi dura terra, perché non t’apristi? il ritmo diventa disperato, con cupi e profondi rimbombi.

 

ECCO Giuda, Bruto e Cassio i traditori immobilizzati nel ghiaccio e…conviensi dipartir da tanto male. Il tradimento per Dante è così insopportabile tanto che pensa di essere arrivato così in fondo  da scorgere lo stesso Lucifero.

 

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

 

UNA performance di grandi artisti che, insieme, hanno proposto una splendida lettura dell’Inferno così classica e così moderna dove la scena, ritmata da interventi di musica classica ed elettronica, ha regalato la consapevolezza di un perenne divenire. Pur nella classicità di un mito mai finito.

 

 

marilena badolato

 

 

 

 

AUTHOR - Marilena Badolato