FLOS OLEI, IL “FIOR FIORE” DELLE GUIDE DEGLI”EXTRAVERGINE” AL WESTIN EXCELSIOR DI ROMA.
Profumo intenso d’olio negli splendidi saloni dorati del Westin Excelsior di Roma, dorati gli specchi, dorato l’olio, ma con bagliori di verde preziosità del novello. Sentori di varie verdure si mescolano a quelli di frutta bianca, esotica o secca, e di note agrumate, insieme a quelli di erba fresca appena tagliata e fiori che salgono dai best20 premiati oggi tra gli extravergine di tutto il mondo. Gli oli sono molti e così diversi, la carica di gusto di ogni olio e gli stili e le forme dei contenitori sono così dissimili: si può perdere un filo logico in bocca e nella mente. Parola d’ordine allora sarà immedesimarsi, comprendere, rispettare. Mi aggiro ad assaggiare tra profumi intensi di Spagna, il picual degli spagnoli è da brivido caldo: il Galgòn 99-Oro Bailen emana un profumo avvolgente di erba fresca e di fiori, è il miglior extravergine fruttato medio, è tra i the best20 della Guida, olio di questa azienda familiare spagnola che cura meticolosamente la sua produzione. Mele verdissime Granny Smith sono accolte in vassoi argentei che raccontano e rimandano rispecchiando fasti d’hotel, ma inutilmente possono contro aromi incrociati del mondo oleario. Gli spicchi di verde asprezza contrastano, in guerra aperta, la viscosità di oli che sciacquano in bocca, che risucchiano e poi scendono in gola, la pizzicano, donando amarevole gusto o soavità di dolce aroma, per i palati che amano gli uni e gli altri, ma che comunque scelgono gli oli se vogliono regalare un sano equilibrio ad un pasto. Mediterraneo da gustare: immagini di anfore etrusche e di orci romani ricchi di noccioli di oliva nei relitti di antiche navi, o immagini iconografiche dei ramoscelli, le frasche, in ceramiche colorate che contenevano i preziosi frutti impiegati in primitive salamoie, per togliere loro l’amaro e regalare gusto di sapa. Immagini di oliere, contenitori ricchissimi o invece di povero materiale che l’olio ha vestito gli uni e gli altri, regalando ad ambedue salute e prosperità, o invece solo povertà, ma mista sempre ad amore infuso dal semplice pane con l’olio. Guardo e assaggio l’oggi, stupita, di paesi che scoprono l’olio, altri continenti che timidamente stanno imparando ad usarlo: Cina, Giappone, Brasile, India, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica. Incuriosita dalla Croazia e dal deciso, spiccato amaro in gola del suo olio; dal Sudafrica, l’Azienda Rio Largo Olive Estate, olio giallo dorato, amaro e piccante; dal Giappone e dal suo splendido debutto con l’Amakusa Olive en, olio in purezza di olive prodotte ad Amakusa, isola del sud del Giappone: una gentile signora, mostrandomi il suo depliant, mi spiega quegli strani segni tradotti oribu, che significano oliva. In Italia assaggio la Puglia con il suo extravergine dell’Azienda De Carlo, coratina in purezza, imbattibile: questi giovani sorridenti proprietari hanno vinto il premio Azienda dell’anno; la Toscana con l’olio del Frantoio Franci, miglior extra vergine blended categoria fruttato intenso, chapeau a questo olio toscano che incanta; il Molise con l’Azienda della principessa Marina Colonna, antica di oltre 200 anni con l’Extravergine Colonna Dop Molise e con le sue delicatezze gastronomiche; la Sicilia dell’Azienda Agricola Titone, sempre ai vertici di eccellenza, convertita interamente al biologico; o quella dei Frantoi Cutrera, amore per la propria terra, per il sole che si sente tutto in questo olio che profuma di pomodoro, foglie e frutto in bocca. Il nostro olio umbro è ben rappresentato da aziende conosciute da sempre con i loro frantoi di proprietà, alcune citate anche come “ aziende del cuore”, cioè realtà che amano profondamente il territorio. Al tavolo del Frantoio Giovanno Batta, qui al Westin, sono insieme a Giuliana e con l’eccellente e infallibile assaggiatore Giovanni Breccolenti ad esaudire le curiosità, le richieste, le domande dei molti presenti intervenuti a questa presentazione della Guida Flos Olei 2014. Olio di indiscussa qualità, alto punteggio di eccellenza, un extravergine ” veramente eccellente”, e una azienda del cuore che fa la storia dell’olivicoltura da generazioni. Sentori di fresco e di carciofo, balsamici di erbe e menta e salvia, con amari e piccanti presenti e ben armonizzati, graditi oggi da coloro che si fermano a degustare. Ammirata l’esposizione delle olive, su piccoli contenitori di pregiata ceramica, che entrano in questo blend, leccino, frantoio, dolce agogia, moraiolo. La forma diversa, il diverso colore, le foglie e i rametti che le avvolgono incantano grandi e piccini, genitori e figli che ascoltato spiegazioni di magici rituali, di spremiture di frutti che danno gocce d’olio, famiglie che sono venute per mostrare ed educare i proprio figli ad un cibo giusto, equilibrato e a una dieta consapevole. E guardano rapiti il depliant, l’affresco del frantoio dell’artista Angelo Speziale: sembra un quadro naif con la proprietà disegnata da piccoli alberelli tondi verde- argento, e accanto le Abbazie di San Pietro, benedettina, e più lungi San Domenico, qui a Perugia, a raccontare l’interesse e la ripresa nel Medioevo monastico della coltivazione dell’ulivo. Più sotto l’Ipogeo dei Volumni, della famiglia etrusca dei Velimna, racconta di zone etrusche vocate all’agricoltura. Olio etrusco è stato chiamato questo di Giovanni e Giuliana Batta e non a torto allora, visto che siamo in piena zona etrusca. Un olio che ogni anno si arricchisce di “novità macinate”: olive macinate con foglie di basilico, oppure con peperoncino o ancora con salvia e l’etrusco rosmarino, pianta di terra e di mare, come spiega il nome, o ancora con il limone di Sorrento. Olio insomma da respirare anche ad occhi chiusi, per sognare solarità. Anche in pieno inverno.
marilena badolato maribell@live.it