GARDEN CLUB PERUGIA: GLI ALBERI “PATRIARCHI” DELLA NATURA.
Alcuni alberi sembrano aver creato e plasmato l’ambiente che li circonda e non viceversa. L’ambiente sembra nato dopo il loro insediamento e aver cambiato la propria fisionomia adattandosi a quegli alberi e diventando parte della loro lunga storia. E’ il caso dei “patriarchi” della natura, gli alberi secolari e millenari che fanno loro stessi la storia dei luoghi. Legati a tradizioni popolari, a riti e miti che li hanno visti sempre lì, protagonisti di quella vita, delle cosmogonie, dei valori fondanti, delle visioni del mondo. Gli alberi come sentinelle ambientali, padroni dei boschi e delle radure, a verdeggiare colline o sulle sponde di rivi e fiumi, a proteggere con le loro radici quella terra, quell’ambiente dall’erosione del tempo, a donare aria pura con le fronde che generano benessere. Il tronco e le radici appartengono alla terra, la chioma è da sempre simbolo del cielo.
“I Patriarchi arborei, silenti dominatori del tempo, quando la vita dell’uomo si bruciava in genere nel lampo fugace della giovinezza e dell’incipiente maturità biologica, furono confermati e rafforzati nel ruolo simbolico della cosmicità, della spazialità, dell’essere. I Patriarchi arborei furono simbolo così di vitalità, potenza, saggezza e rappresentarono l’essenza della vita con la capacità, che in antico apparve suprema magia, di trasformare luce solare ed elementi chimici in ossigeno e zuccheri, essenziali per gli animali, uomo compreso. Gli alberi sono certamente fonte di salute neuropsichica, con il loro mantello verde che regola le funzioni neurovegetative; con la loro foto- diffusione, messaggio e fattore di equilibrio e di tonicità: del resto la tradizione di abbracciare gli alberi corrisponde proprio all’effetto della loro energia radiante”. (testo di Domenico Plauto Battaglia)
COSI’ IL GARDEN CLUB DI PERUGIA ha organizzato un incontro dedicato ai nostri “Patriarchi della Natura” con il paleografo Salvatore Pezzella. Anche l’Umbria infatti possiede, tra il suo grande patrimonio verde, alberi molto longevi, che hanno segnato la storia della nostra regione, ma anche i suoi riti e miti. Ulivo, quercia e leccio sono alberi umbri per eccellenza, ma anche le roverelle sono molto diffuse nel nostro territorio. Alcuni sono maestosi come i lecci dell’Eremo delle carceri di Assisi o quelli del giardino della Facoltà di Agraria di Perugia o del complesso di Santa Giuliana. E ancora l’ulivo di sant’Emiliano a Trevi, che la leggenda popolare vuole luogo della decapitazione del martire, e quello di san Felice a Giano dell’Umbria e le oltre 7000 piante d’ulivo dell’Isola Polvese del lago Trasimeno. E ancora il castagno di Montebibico di Spoleto che ha 900 anni, o gli alberi plurisecolari dell’Alta Valle del Tevere: gli abeti di Spagna, i cedri dell’Atlante e dell’Himalaya e le sofore di Villa Montesca che richiamano alle mente paesaggi orientali. E lecci e castagni e faggi diffusissimi anche nel territorio ternano fino alla Cascata delle Marmore. A Poggiodomo uno dei paesi più piccoli dell’ Umbria, zona Valnerina, vicino al cimitero vi e una quercia antichissima, detta quercia della Madonna che, colpita da un fulmine che ne aveva spaccato di netto il tronco, ancora oggi sopravvive grazie alla Vergine Maria, narra la leggenda, che ne sfiorò i rami perché potessero ogni anno riempirsi a primavera di nuovo fogliame.
E SEMPRE NEL COMUNE DI POGGIODOMO, accanto alla Fonte dei Trocchi, vi è il noce più vecchio d’Italia, forse d’Europa, un albero plurisecolare con un tronco di 5 metri di circonferenza. Almeno seconda la stima degli esperti dell’Associazione “Patriarchi della Natura” che studia da anni questo meraviglioso mondo vegetale, e che per ogni regione ha catalogato alberi secolari, appunto i patriarchi, e che ha eletto questo noce albero-simbolo della nostra regione. L’Associazione gestisce un ampio archivio, che conta ormai oltre 12.000 esemplari, con dati, misure, fotografie, e con pubblicazioni alla scoperta dell’albero, visto nella molteplicità delle relazioni con l’uomo, l’ambiente, la salute, il cibo. Piante ritenute di notevole interesse per le loro caratteristiche di età, dimensione, rarità o per l’elevato valore scientifico, ecologico, storico o paesaggistico e selezionate secondo criteri basati su molteplici importanti fattori.
ALBERI che donavano anticamente il prezioso fogliame e la corteccia, in decotti o pozioni, e i frutti in preparazioni rituali : i pinoli considerati afrodisiaci nell’antichità, le ghiande, dalla cui farina si fabbricava un pane che serviva le mense contadine, il noce e il castagno che fornivano frutti di alto valore nutritivo anche in caso di carestie, le bacche del ginepro dall’intenso aroma. E il patriarca ulivo del quale si utilizzava tutto frutto, fogliame e corteccia. Ma anche piante tossiche come le sofore, dette anche piante assassine, che un tempo di trame e congiure saranno state utilizzate proprio a questo scopo. Degli ippocastani invece, di cui lo studioso Pietro Mattioli portò alcuni esemplari da Costantinopoli nel 1538 e i cui frutti erano utilizzati per i cavalli, le antiche credenze tramandano che portasse fortuna tenere in tasca tre di queste “castagne matte”.
IN TUTTA ITALIA si svolge il censimento nazionale degli alberi monumentali, realizzato dalle regioni in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato. Obiettivo dell’operazione è la predisposizione dell’elenco nazionale dei Patriarchi verdi, che saranno riconosciuti patrimonio paesaggistico e ambientale del nostro Paese e a cui sarà garantita massima tutela ai sensi della legge nazionale n° 10 del 2013. “Il presente decreto stabilisce, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della legge 14 gennaio 2013, n. 10, i principi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali ad opera dei comuni nonche’ quelli per la redazione ed il periodico aggiornamento, da parte degli stessi, delle regioni e del Corpo forestale dello Stato, di appositi elenchi rispettivamente a livello comunale, regionale e nazionale”. (DECRETO 23 ottobre 2014: Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento. (14A08883) (GU Serie Generale n.268 del 18-11-2014).
GARDEN CLUB PERUGIA
“I patriarchi del verde. Gli alberi monumentali dell’Umbria e loro proprietà curative”(Astrea)
Libro di Salvatore Pezzella, paleografo. Hotel Plaza-Perugia
marilena badolato