GARDEN CLUB-PERUGIA: UN INCONTRO SU “L’OLIVO A TUTTO TONDO”.
UN pomeriggio dedicato all’olivo: “Olivo a tutto tondo”, incontro organizzato dal Garden Club di Perugia e dalla sua presidente Giuseppina Massi Benedetti, nelle accoglienti sale dell’Hotel Plaza. A parlare dell’albero dell’olivo, di frantoi, di utilizzazione dell’olio d’oliva nei saponi, di composizioni floreali a tema. Apre il pomeriggio la commovente lirica della poetessa Maria Rosaria Luzi “Nel vento fieri ondeggiano gli olivi” e li vediamo ergersi nel paesaggio umbro e colorarlo d’argento e verde intenso, e fieri chè nel portamento l’olivo ha qualcosa di antropomorfico.
“PARLARE dell’olivo è un po’ come parlare della stessa umanità- introduce l’agronoma Gabriella Agnusdei-perché la sua coltivazione nasce con le civiltà più antiche. Dall’Asia Minore poi verso il Mediterraneo dove ha trovato ambiente fertile al suo sviluppo. Ma la sua vera culla fu la Grecia dove ogni cittadino consumava 55 litri di olio l’anno, di cui il 30% era per la cura del corpo come detergente ed emolliente. Anche a Roma, dove ben preso si diffuse, l’utilizzo principale era quello dermoprotettivo. Il migliore, come troviamo negli scrittori latini e nei tratti dedicati all’agricoltura, era quello ex albis ulivis, cioè ottenuto da olive verdi poi vi era l’oleum viride, e ancora il maturum e il caducum di olive cadute a terra, e per ultimo il cibarium di infima qualità destinato all'alimentazione degli schiavi o per usi diversi. Con la caduta dell’Impero si perde la coltivazione dell’olivo che però riprende nel Medioevo grazie ai conventi e sopratutto ai monaci benedettini, che lo usano per scopi medicinali, per pomate e unguenti. Nel ‘700 la coltivazione ebbe un nuovo impulso e nell’800 si assiste a una sua massiccia diffusione anche in Umbria. Oggi in Italia è molto diffuso con le sue diverse cultivar, oltre 500, che sono proprio la nostra vera ricchezza. Gli olivi si fecondano a vicenda stando vicini e il frutto è una classica drupa, verde alla nascita e poi alla invaiatura di un colore che vira verso il viola. La potatura è molto importante: vengono potati a vaso aperto perché amano la luce. La pianta dell’olivo ha sempre avuto un posto nelle ville, non nel giardino, ma attorno alle mura come protezione per la sua bellezza plurisecolare, per la sua robustezza millenaria che crea tronchi vissuti in contrasto invece con una chioma leggera e luminosa con una notevole componente estetica, dovuta anche al suo doppio colore fogliare. L’olivo ama le 5 esse: solitudine, silenzio, sasso, sole, siccità. Insomma quella scabrosità che è un po’ tipica di noi Umbri.
“LA STORIA della nostra azienda- ci dice Giuliana Batta- risale ai primi del ‘900 e la creazione di un proprio frantoio festeggia quest’anno i 70 anni di attività. Anticamente nei terreni di questo territorio, Perugia zona San Girolamo, vi era un’area cimiteriale detta Sodo degli Ebrei che, a causa della Bolla emanata nel 1569 da Papa Pio V- Bolla Hebraeorum gens - che di fatto allontanava gli Ebrei dallo Stato Pontificio, fu acquistata dal Monastero femminile della Beata Colomba, le “colombine”, fanciulle nobili fattesi suore. E il nonno di Giovanni Batta acquistò questi territori, che già avevano delle piante di ulivo, verso i primi anni del’900. Nel 1949 vengono acquistati altri ettari e piantati altri ulivi e si crea un frantoio proprio, con macchinari Rapanelli, innovativi per questi tempi, ma ancora piuttosto rudimentali. Nel 1980 la grande svolta. Si pianta il primo campo sperimentale di 2000 piante, guidati dalla esperienza del professore Fontanazza, direttore CNR e grande esperto di olivicoltura. Altra svolta importante fu la decisione di passare al biologico, che trova oggi grande apprezzamento soprattutto nei clienti stranieri. I trattamenti biologici vengono quindi attuati con trappole per tutto il periodo estivo e anzichè agire sul frutto, si spruzza una sostanza a base di ferormoni che attrae gli esemplari adulti della mosca olearia, in caso si presenti, (e qui parla l’entomologa Giuliana Batta). Nel 1999 il frantoio diventa a ciclo continuo con nuovi macchinari e oggi con macchinari ultimissimi con gramole chiuse, e quindi in assenza d’aria che potrebbe ossidare la pasta, per mantenere anche il più possibile l’aroma prezioso. L’olio d’oliva è costituito da acidi grassi polinsaturi, dove vitamine, fenoli bioattivi, aroma e gusto si incontrano in un giusto grado di maturazione, e con una raccolta manuale grazie a operai che “prendono le ferie per rimettere l’olio per l’anno". Tutta la lavorazione, insieme ai giusti tempi di raccolta e trattamento delle olive, fa sì che le sostanze preziose e i profumi dell’oliva si trasferiscano all’olio”. Ed ecco che l’Olio Extravergine e il Biologico Dop Batta hanno un palmarès così lungo e prestigioso. E Giuliana Batta mostra in piccoli bicchierini come si può, già con l’olfatto, riconoscere un olio buonissimo da uno scadente o difettato.
“UTILIZZO l’olio extravergine di oliva e la soda per fare i miei saponi- esordisce Lara Seccia - mostrandoci proprio “il come si fa”. Il sapone si produce con la soda caustica, un grasso (olio extravergine d’oliva) e acqua distillata e precisamente 1.000 gr di olio d’oliva– 128 gr di soda caustica– 300 gr di acqua. Questo sapone creato non fa schiuma, ovviamente. Si può utilizzare anche la lisciva, spiega, che sarebbe ottima per produrre un sapone da bucato, ma c’è il rischio di produrlo troppo molle o troppo duro e aggressivo Si può anche aggiungere un olio essenziale, se vogliamo che sia profumato”. Come questa sera che Lara aggiunge olio essenziale di alloro, come avviene per il sapone di Aleppo che, passando per l'Italia e Spagna, raggiunse Marsiglia cambiando nome e diventandoil famoso sapone di Marsiglia. I gradi, circa 45, di questo mesclum scaldato sul fuoco, poi mescolato e poi frullato fino a che non diventa cremoso e poi versato in forme grandi o piccole. Ovviamente il tutto con guanti e mascherina e occhiali e grembiule…Lasciato in forma almeno 24 ore e poi. dopo circa 45 giorni, si può finalmente utilizzare questa magica alchimia.
SUL TAVOLO dei relatori la composizione della maestre SIAF Maria Pia Mattioli e Franca di Lorenzo: un bellissimo tronco ricco di fronde d’olivo cariche di frutti e circondato da girasoli a donare colore di squillante allegria.
GARDEN CLUB- PERUGIA
L’OLIVO A TUTTO TONDO
HOTEL PLAZA, PERUGIA
marilena badolato