“I GIORNI DELLE ROSE” SPELLO-VILLA FIDELIA. IL COLORE ROSA, LA ROSA CAMUNA, LA ROSA E LE SUE SPINE, LA ROSA MYSTICA.
IL “ROSETO FILOSOFICO”, UN INTERESSANTE DIALOGO A PIU’ E DIVERSE VOCI SULLA ROSA. Sul “ colore rosa”, colore della tranquillità d’animo, “che esiste attorno a noi nel mondo e non ce n e accorgiamo, presi dall’ansia e dalla fretta . Ma non è forse possibile vedere la natura con la sfumature dell’acquerello, del pastello, della tempera attraverso il disegno e la scultura? Gli impasti cromatici spesso sono passionali e dì suadente lirismo, il rosa forse risponde meglio a uno stato di tranquillità interiore” (Franco Venanti). La rosa camuna nelle antichissime incisioni rupestri, attribuite a sacerdoti- artisti, dove il graffito-rosa comunica l’idea-rosa, e dove si trasmettevano scene legate ad avvenimenti particolari sintetizzandole in circa duecentomila straordinari graffiti, primo sito italiano riconosciuto dall’Unesco (Suor Annamaria Mistri). La “ rosa e le sue spine” come simbolo di catarsi, dove le spine diventano elementi di redenzione, di appropriazione del dolore per il suo superamento. “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”,(Seconda lettera di S. Paolo ai Corinzi). La rosa allora diventa emblema di un’ascesi, pur con le sue spine, la potenza nella debolezza (Maurizio Terzetti). La mia rosa mystica che rappresenta nella sua fisiognomica e nel vocabolo stesso la chiusura e il mistero, ma anche il segreto disvelato nel “messaggio” delle nostre mistiche umbre santificate Angela da Foligno e Madre Speranza. Le nostre due “Sentinelle dell’Invisibile”, come le ho definite, per quei percorsi di estasi, dove lo svelamento e il messaggio diventano sprone ad agire: a scrivere e dettare le vie e i “passaggi” per arrivare a Dio, in Angela, a comunicare affetto e speranza e donare concreto aiuto ai poveri e i bisognosi in Madre Speranza, che arriverà a dire : “voglio essere pane e acqua per i miei figli”. In esse l’Amore per Cristo diventa assoluto, il vivere una vita completamente dedicate a Lui, in una “assimilazione completa” del soggetto all’oggetto dell’amore. Un vivere personalmente e sulla propria pelle le piaghe di Cristo, un penetrare le ferite come redenzione dei peccati. Detta Angela a frate A.: […] “Allora mi tornarono alla memoria i miei peccati e capii che con essi avevo di nuovo riaperto quelle piaghe di Gesù Cristo. Per ripararvi non mi rimaneva che il mio dolore grande quanto tutta me. (Liber, decimo passo). Messaggio attuale? Giudicate voi: proprio nella giornata di oggi, 2 giugno, Papa Francesco così si è rivolto ai cinquantamila presenti a Roma allo stadio Olimpico: “Avvicinatevi ai poveri e ai bisognosi per toccare, nella loro carne, la carne di Gesù”. Lo stesso messaggio di Angela da Foligno di oltre settecento anni fa , lo stesso di Madre Speranza di almeno mezzo secolo fa.
Attorno a noi, dietro la bella piazza che contorna questo Convento delle Suore Francescane Missionarie d’Egitto, la primitiva Villa Costanzi, i resti dell’antico Sacello di Venere, un tempo sicuramente sede di culto alla dea dell’amore e dell’acqua che in queste zone bagnava e ristorava, sotto forma di vere e proprie Terme, la vita delle popolazioni della antica colonia Julia. Un profumo di biscotti appena sfornati invade l’aria, profumo di dolcezza. L’incontro termina con questi biscotti, ancora caldi, offerti dalle Suore Francescane Missionarie d’Egitto, a forma di rosa e di foglie di rosa, di colore bianco virginale: mi ricordano i biscotti delle suore di clausura del Monastero della Beata Colomba di Perugia, che ho avuto in anni passati la gioia di assaporare nel loro dolce candore. Chiusi, protetti in scatole bianche e ricoperti di carta velina, a racchiuderne l’aroma di zucchero. Aprire quella scatola era un po’ scoprire quel mondo claustrale, dove la preparazione di un manufatto diventava segno di affetto e di benevolenza tra chi viveva l’amore di Cristo racchiuso in quelle antiche mura e noi al di fuori che assaporavamo il sapore vero e sano di un “ alimento” che veramente sembrava regalarci quella salubrità del corpo e dell’anima.
Insieme con me e le mie “ Rosae mysticae di ieri e di oggi: Santa Angela da Foligno e Beata Madre Speranza di Collevalenza”, gli interventi di Franco Venanti, artista, con “ Il rosso e il bianco. Combinazioni, cromie, sensazioni del colore rosa; Suor Annamaria Mistri, Superiora delle Suore Francescane Missionarie d’Egitto, con “ Una rosa camuna in terra umbra”; Maurizio Terzetti, scrittore, con “ La spina nel fianco. Ferirsi, soffrire, liberarsi dal dolore”.
IL ROSETO FILOSOFICO- CONVENTO SUORE FRANCESCANE MISSIONARIE D’EGITTO a cura della Provincia di Perugia per “ I giorni delle Rose” Villa Fidelia di Spello 2 giugno 2014.
marilena badolato foto di marilena badolato