ijf 13. L’ARTE E’UN ROMANZO…SE LE PAROLE DIVENTANO IMMAGINI. CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA-PALAZZO DELLA PENNA. PERUGIA (2)
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Salendo al piano superiore, le parole di Calvino ricordano che: Le cose che il romanzo non dice sono necessariamente più di quelle che dice ( Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979)
La Sala di MONDI FANTASTICI si apre con Karel Thole e la serie di fantascienza Urania- Mondadori di Fruttero e Lucentini con Questa notte attenti agli ufo (antologia) maggio ’78 ; ancora Joe Colombo con Continental, del 1965, uno straordinario globo bianco; Walter Valentini con l’opera La porta del cielo, 1995, in una grigia immensità si staglia una fenditura azzurra, accenno al cielo siderale. Una pila di Gialli Urania è appoggiata sopra un cubo al centro della stanza, mentre uno schermo gigante trasmette l’immagine di un uomo che cammina su una superficie desertica, la luna?, solo, in mezzo a suoni metallici di vento e lampi accecanti di luce, mentre un’astronave traccia strani segni sul terreno: è un “Trebbiatore celeste”, progetto di Sarah Ciracì dedicato a Duchamp, Celestiali, 2001. Ancora una istallazione-video di Masbedo Il mondo non è un panorama, 2006, fuoco che brucia, vento e angoscia palpabile, per umani superstiti su un’isola recuperata a un mondo post-nucleare, ma uomini persi, perché senza emozioni La Sala accanto è DEDICATA A PIER PAOLO PASOLINI, con la fotografia-dittico di Alfredo Jaar, Untitled, 2010, (da Mamma Roma), o la stampa fotografica di Sandro Becchetti Pier Paolo Pasolini e sua madre Susanna, Roma 1971, o quella di Elisabetta Catalano Pier Paolo Pasolini e Laura Betti, Roma 1969. Sulla parete un toccante filmato riproduce la spiaggia triste e sporca, luogo dell’omicidio di un grande film maker, lavoro di Cerith Wyn Evans, Firework Text (Pasolini) 1999. Per EPILOGO L’ARTE E’ UN ROMANZO, si apre la Sala STORIA DELLE EMOZIONI con dei libri in appoggio su un’ alta lastra retta da due grandi piedi-stalli, e alla parete Libri, del 1983, un olio su tavola coloratissimo di Salvo; Maurizio Savini con Tavole della memoria –Lacrime dell’Impero, 2011, libri, chewing gum, ferro: fiori di indurito chewing gum sono sorretti da steli spinati, le spine del razzismo i fiori dell’olocausto. Accanto la nuova Sala MILANO CITTA’ LETTERARIA, dove spicca Marco Tamburro coi suoi Tralicci 2 e 4 del 2011 e Marco Petrus con Corso Sempione, un olio su tela del 2011. In parete parole di Giorgio Scerbanenco, tratte da Traditori di tutti 1968, una notte di nebbia a Milano. Passo alla Sala successiva, ON THE ROAD: Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede, avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita. Ovviamente è lui: Jack Kerouac, Sulla strada, 1954. In mezzo alla stanza, di Nicus Lucà, Dalla A alla Z, 1995, 11 volumi in calcare fossile del Marocco, incredibili volumi. Passo in mezzo alla Sala Centrale del secentesco Palazzo della Penna, la più bella, la affrescata nelle pareti nel soffitto nelle porte e in ogni angolo, e in mezzo troneggia il logo della Mostra un gigantesco “Asino che legge”, il ciuco insomma di collodiana memoria, che è attorniato da una montagna di libri dei più svariati argomenti. Accanto la Sala RITRATTI, in mezzo alla stanza un tavolo-scrivania in palissandro di Franco Albini del 1980 che accoglie una vecchia macchina da scrivere e una comoda poltroncina nello stesso materiale e dello stesso autore. Elisabetta Catalano espone vari Ritratti, stampe ai sali d’argento su carta baritata, di Goffredo Parise, Natalia Ginzburg, Italo Calvino, Alberto Moravia, Alberto Arbasino, Leonardo Sciascia, Antonio Tabucchi. In parete si legge: Eppure dovrò smettere presto: un libro è come una malattia e solo chi ha forza da vendere si può permettere di scriverlo. Tommaso Landolfi, La bière du pécheur, 1953. Accanto Andy Warhol con Gertrude Stein, 1980, serigrafia su tavola. Ancora di Tullio Pericoli Ritratti, di Virginia Wolf, Trilussa, Italo Calvino, Dino Buzzati, Eugenio Montale, Oscar Wilde, Francis Scott Fitzgerald, tutti acquerello su carta. Appoggiata alla parete la famosa Nuvola Rossa, libreria in faggio naturale di Vico Magistretti (Cassina) del 1972. La Sala LIBRI PER L’INFANZIA si apre con le parole di Bruno Munari in parete: Giocare è una cosa seria. E di Munari vari libri di favole: La favola delle favole, Rose nell’insalata, Buonanotte a tutti, Cappuccetto giallo, Cappuccetto verde, mentre appoggiata alla parete vi è la libreria Carlton, della Memphis, 1981, disegnata da Ettore Sottsass, in legno rivestito in materiale plastico, icona del post moderno di forma antropomorfa, un allegro coloratissimo totem.
L’Arte è un Romanzo, un lungo romanzo scritto sulle pareti. E nessuna Mostra forse poteva meglio inaugurare e rappresentare, presentandola per la prima volta, questa nuova realtà della nostra città, un Centro di Cultura Contemporanea, luogo dove esplorare alternative alla vecchia e logora conoscenza. Tra mondo delle immagini e mondo delle parole c’è un interscambio: come possono certe immagini visualizzare quelle parole e quelle frasi impresse da sempre nella memoria individuale che contribuiscono alla formazione culturale di ciascuno di noi, e viceversa come possono certe parole e frasi spiegare, rendere esplicative le immagini che guardiamo, e quest’ultime anche loro attingono ad un patrimonio individuale o sono accettate e universalmente condivise dai sognatori ? Il mondo dell’immagine è insomma immaginario? Così personale da non poter essere codificato, ma rispondente solo all’emozione di una visione. O anche le emozioni davanti a un quadro a un’opera d’arte sono quasi codificate?
L’Arte, qui è vissuta come un lungo romanzo, con le parole che sono immagini, e può essere raccontata.
Se l’Arte qui è un romanzo, è certamente un romanzo d’avventura.
Ijf13 L’ARTE E’ UN ROMANZO Mostra temporanea 25 aprile – 1 settembre 2013.
Centro di Cultura Contemporanea- Palazzo della Penna
Luca Beatrice Curatore della Mostra
marilena badolato maribell@live.it