IJF16: ALBERTO ANGELA E ” VI RACCONTO SAN PIETRO”.
“Vi racconto San Pietro: segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni”, questo il titolo della presentazione qui nella Sala dei Notari per IJF16, del libro di Alberto Angela. Sala gremita anche da una grande moltitudine di giovani e un secondo appuntamento, quasi d’obbligo, regalato da Angela a tutti coloro che, pure in fila da tempo, sono rimasti fuori impossibilitati ad entrare.
LA BASILICA DI SAN PIETRO, cuore pulsante della cristianità, percorso ed evoluzione di un pensiero di fede, ma anche di vicende storiche e culturali. Esiste da quasi 2000 anni e di questo periodo ne custodisce testimonianze importanti. Dalla primitiva necropoli romana, all’idea costantiniana di creare una chiesa sul luogo della sepoltura di Pietro, agli interventi di diversi geni dell’architettura chiamati dai vari Papi a ideare una “fabbrica” che desse l’idea della grandiosità e della potenza della cristianità. E la presenza, oggi, di oltre 20.000 visitatori al giorno.
INIZIALMENTE UN CIRCO di Nerone dove si svolgevano corse di carri e anche teatro delle feroci persecuzioni contro i cristiani, con accanto una ampia zona verde attorniata da bellissime ville e anche una necropoli che occupava il pendio del colle Vaticano, scoperta nel 1939 per volere di papa PIO XI che aveva espresso il desiderio di essere sepolto accanto al primo apostolo della chiesa. Questa necropoli immensa arrivava a lambire il Tevere ed era ricca di mosaici preziosi e bellissimi sarcofagi, dove divinità cristiane ed egizie convivevano, a dimostrazione delle liberalità romana verso tutti i culti e dove la figura di Bacco e il frutto del melagrano ricorrono spesso come simboli di rigenerazione, rinascita. Qui Pietro fu inizialmente sepolto nelle nuda terra, mentre poi, con l’intensificarsi del culto, si rese necessario costruire un muro di protezione e contenimento. Successivamente, per volere di Costantino, fu eretta una edicola provvista di tetto, al cui interno furono poste in una piccola nicchia le ossa dell’apostolo: era la tomba di Pietro che già prima di Costantino era meta di devoti pellegrinaggi, testimoniati dai numerosi graffiti latini tracciati su una parete intonacata e dipinta. In particolare su un piccolo frammento di intonaco proveniente dal cosiddetto “muro rosso”, al quale era addossata l’edicola, si trovarono incise le seguenti lettere greche: PETR[...] ENI[...], interpretate con la frase “Pétr[os] enì” (= Pietro è qui). Costantino decise così di coprire questa importante necropoli costruendovi sopra una chiesa, riconoscendo alla presenza cristiana a Roma un ruolo sociale ormai molto importante. All’ interno la chiesa si presentava come un luogo completamento aperto, di incontro e scambio, dove in fondo era visibile un colonnato, di marmo di Efeso, e collocato sulla verticale esatta del sepolcro di Pietro, che veniva continuamente strofinato dai pellegrini.
LA STORIA DELLA BASILICA procede tra necessari interventi di consolidamento e restauro e le diverse concezioni storiche, culturali e artistiche legate alle varie epoche e ai diversi studi architettonici di grandi artisti del momento. Progetti e lavori lunghi e laboriosi, tanto che ognuno di loro interpretò con impronta personale il lavoro, i disegni, i progetti lasciati dal predecessore. Così dopo la costruzione costantiniana, per la riedificazione della nuova basilica papa Giulio II scelse Donato Bramante il quale coltivò l'idea di creare un nuovo Pantheon, e alla sua morte prematura fu chiamato Raffaello Sanzio a completare l’opera. Alla scomparsa di quest’ultimo, subentrò come primo architetto Antonio di Sangallo il Giovane e in seguito prese la direzione dei lavori Michelangelo Buonarroti, all'epoca ormai settantenne. La storia del progetto michelangiolesco è documentata da una serie di documenti di cantiere, lettere, disegni dello stesso Buonarroti, affreschi e testimonianze dei contemporanei, come Giorgio Vasari. Malgrado ciò, le informazioni ricavabili spesso sono in contraddizione tra loro, per il fatto che Michelangelo non redasse mai un progetto definitivo per la basilica vaticana, preferendo procedere per parti. Michelangelo volle creare una grande cupola, arte pura e compatta, come centro catalizzatore, fulcro del progetto e logo della basilica stessa, ispirata nella concezione alla doppia calotta della cupola progettata da Filippo Brunelleschi a Firenze. Fu comunque Giacomo Della Porta a eseguirne il completamento conferendole un aspetto a sesto rialzato per ridurne le spinte laterali e assicurare così una maggiore staticità Nel 1603 fu affidata la direzione del cantiere a Carlo Maderno, il quale dovette affrontare la questione del completamento della basilica e creare anche la grande facciata adornata con grandiose statue alla sua sommità.
NELL’APPARATO ORNAMENTALE INTERNO ebbero un ruolo fondamentale Gian Lorenzo Bernini e i suoi aiuti, che lavorarono all'ottagono sotto la cupola e al rivestimento dell'involucro del Maderno. Ricca di sculture e altorilievi marmorei, persino i marmi del pavimento giocano, in una splendida veste fantastica, nel riprodurre il disegno geometrico delle volte del soffitto. L’interno appare come un trionfo di colori, sfarzo e gloria dove troneggia l’altissimo baldacchino di bronzo del peso di 60 tonnellate che sovrasta l’altare.
“LA BASILICA DI SAN PIETRO rappresenta 60 generazioni di vita culturale che ci ha preceduto. E’ il palcoscenico del teatro del nostro passato, museo di capolavori, capitale della fede. La chiesa più grande della Terra, appare all’esterno come un immenso abbraccio pronto ad accogliere tutta la cristianità, il suo cuore pulsante”.
San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni. Alberto Angela (Rizzoli, 2015)
marilena badolato