IL “CANONE INVERSO” DI CIRO. LA MOSTRA IN GIPSOTECA A PERUGIA
INNAMORATO della materia. Ma quella derelitta, antropica, lo scarto, gli oggetti di margine. Materiali diversi, lignei, metallici, malacologici, tessili, plastici dismessi rivivono con Lui di nuova vita, nuova forma, nuova ragione d’esistere. “Materiali che mi vengono quasi addosso, non li cerco”, dice l’artista. Recupero, studio dei materiali, e immaginazione che è Arte. Capacità nuova di guardare alla realtà.
QUESTE inusitate forme di antico materiale usato che Roberto Cipollone, in arte Ciro, utilizza nelle sue opere, vestono sino al 18 maggio la Gipsoteca perugina di diverse identità . “Un Umanesimo integrale, questa Arte di (ri)dare la luce a cose che l’avevano persa per sempre, in una ricerca che esalta la verità e la bellezza. E’ un “ Canone inverso” questa Mostra, nel suo significato etimologico: la parola canone, che deriva da canna che era intesa come regolo, unità di misura, indica tutto ciò quindi che è normativo. Qui invece si dona importanza a tutto ciò che norma non ha, si creano istallazioni importanti da oggetti di utilizzo comune dismesso, povero. E su tutto governa allora l’immaginazione, quella creatività che dona un risalto più ampio, dilatato dalla mera realtà”. (professoressa Cristina Galassi, direttrice CAMS)
UN Canone inverso per una bellezza metastorica. “E Ciro comincia dalla fine della sostanza. Oggetti abbandonati che devono di nuovo trasmettere messaggi. Ri-nascono non più con una funzione, ma nella metastoria della bellezza, consegnati in questo modo a una perennità. Quando gli oggetti terminano la loro vita funzionale, cominciano a vivere di bellezza. Una arte leggera che sottrae peso alla materia per farla vivere fuori dal tempo , quasi intrisa di una spiritualità laica. Una sola opera presente qui in Gipsoteca è segnatamente religiosa e rappresenta una corona di spine, fitta e densa di dolore, e un grande chiodo, un messaggio che assume in se la dimensione esistenziale del sociale. (professore Gian Luca Grassigli). E “Lo sguardo di Ciro è verso le cose , verso il ritorto percorso del tempo che gliele consegna in eredità, verso l’urgenza artistica con cui esse bussano alla porta della Bottega di Loppiano.” (dottoressa Benedetta Sciaramenti).
L’ARTE come fare. Del resto il canone estetico della grecità era nella “τέχνη” (tèchne), la perizia del saper fare, e artigiano e artista erano la stessa cosa. Il termine, che in origine veniva usato per indicare una prerogativa degli dèi a loro sostanziale di cui era stato fatto dono agli uomini per sopperire alla loro intrinseca debolezza, solo con il tempo indicherà l’ invenzione umana. Nell’antro, nella fucina, nella bottega della storia, l’Arte era originata dal guizzo del divino, era l’estro donato dal dio e catturato dall’uomo. Il “sacro fuoco dell’arte” che stasera arde nell’accensione di un braciere qui in Gipsoteca.
E LE OPERE esposte si illuminano anche di luce riflessa, donata dai gessi vestiti di perennità. Questo bianco infinito dove tutto appare. Tra custodi muti di bellezza, sentinelle del tempo senza tempo. Un “Canone inverso” anche nel confronto tra la bellezza di calchi che resistono alla eternità e opere che invece per ri-esistere hanno bisogno di una mano che le crei di nuovo, inventando per loro un posto nuovo nel mondo.
UN LASCITO del tempo sono i gessi della Gipsoteca. Un lascito del tempo le opere che Ciro ridisegna, ricrea trovandole lì abbandonate, dimenticate. Ma foriere, per la forma, per il materiale, per le reazioni plastiche, per le strade artigianali che portano alla realizzazione estetica- che Ciro ben conosce- di un nuovo vivo messaggio.
CANONE INVERSO
Ciro in Gipsoteca
Mostra temporanea di Roberto Cipollone, in arte “ Ciro”
Gipsoteca dell’Università degli Studi di Perugia
dal 12 Aprile al 18 maggio 2019 ogni giovedì e venerdì, ore 16.00-19.00 (eccetto giovedì 25 aprile)
marilena badolato