IL FARRO DI MONTELEONE DI SPOLETO: SE IL GUSTO E’DOP. 1
FARRO OVERALL nelle case, nelle chiese, nell’antico stemma del paese, nelle strade, farro nelle mense: dalla trattoria al ristorante alla pizzeria all’agriturismo; farro nei campi, farro nelle aziende, farro nell’aria che respiri, farro in bocca. Il gusto del farro ricorda quello morbido e appena dolce della noce, in più con lo stessa colorazione qui a Monteleone di Spoleto perché il chicco, a differenza dell’altro farro italiano, è grigiastro e di consistenza vitrea. Ed è l’unico farro Dop europeo.
MONTELEONE e la sua vallata jurassica, protovillanoviana, attraversata dagli antichi Umbri o Paleoumbri derivati da una corrente nord europea danubiana, lo attesterebbe la comparazione linguistica presente nelle lingue germaniche e nell’antico umbro. Vallata antichissima abitata da popolazioni autoctone i Naharci /ki, che nelle Tavole Eugubine troviamo citati come popolazione che adorava il sacro fiume Nera.
LA BIGA etrusca, certo la sua copia, che l’originale è al Metropolitan Museum, della serie Achille a New York. Del VI secolo a.C, di fattura greco-ionica, ritrovata nel 1902 a Colle del Capitano, sicuramente carro da parta di un dignitario per la ricchezza delle decorazione che narrano la storia di Achille e finita in America, come altri nostri tesori. Gli Etruschi, maestri della coltivazione dei cereali, rappresentarono il serbatoio di rifornimento dei Romani in caso di carestie o di guerre e i territori etruschi erano pingui e ubertosi di messi. Pultifagi chiama Plinio le popolazioni italiche (da puls, la polentina di farro), anche per i Romani era l’elemento base dell’alimentazione e del rito: il libum farreum della confarreatio. Più tardi i Celti lateniani, i Longobardi, i Templari: Non nobis Domine sed nomine tuo, campeggia ancora la scritta insieme ad altre e a numerosi simboli sulle pareti delle case di Monteleone. Non solo Medioevo, ma anche Rinascimento, ben visibile nei palazzi del Corso delle famiglie Bernabò e Bernabei. E storie di farro anche durante la guerra, di partigiani di montagna e di campi di prigionia.
FARRO: dal chicco intero sgusciato, al semiperlato, allo spezzato, alla farina di farro, al semolino di farro, al farro soffiato, caramellato al miele, sino alle gallette ricoperte di cioccolato e ai crakers, gli ultimi nati. Farro anche da gustare in innovative preparazioni con il mio commento ai piatti. Perché il farro, nato povero, sta diventando un piatto dei giorni di festa, dove la salubrità si sposa a straordinarie e accattivanti ricette. E’ gastronomia metabolica: unire il gusto ad alimenti sani, integrali, biologici per natura, per mangiare sano coniugando sazietà e appetibilità.
Servizio: Il farro di Monteleone di Spoleto, su EAT PARADE di BRUNO GAMBACORTA, venerdì 18 ottobre 2013, ore 13.30, dopo il Tg2, e subito dopo nel sito www.tg2.rai.it rubriche/eat parade. Servizio di Andrea Martino.
marilena badolato maribell@live.it