LA BEFANA 2021 E’ IN STREAMING.
LA BEFANA quest’anno arriverà via streaming. La scopa non basta più, quindi, ma avrà bisogno delle piattaforme social. La festa dell'Epifania diventa virtuale con la Befana che porta ai bambini dolci e carbone rigorosamente da remoto. Così rievocazioni, concerti, presepi si adattano alle limitazioni imposte dall'emergenza covid con eventi e appuntamenti trasmessi in streaming.
LA BEFANA, dal greco ἐπιφάνεια, epifania, apparizione, manifestazione, (una corruzione lessicale attraverso bifanìa e befanìa), è una figura legata alle festività natalizie tipica di alcune regioni e diffusasi poi in tutta Italia. Nell’antica Roma si credeva che la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si dovessero celebrare la morte e la rinascita della Natura e per 12 giorni (cioè fino alla notte del 6 gennaio) un tronco di quercia veniva fatto bruciare continuamente: dal suo carbone sarebbe scaturita tanta fortuna per il nuovo anno. E che la stessa notte delle figure femminili volassero sui campi coltivati per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura "volante". L’aspetto consunto e logoro da vecchina deriva da una raffigurazione simbolica dell'anno vecchio. La scopa invece è un simbolo di purificazione e pulizia delle case (e delle anime), in previsione della rinascita della stagione. Il portare doni si rifà principalmente sia ai doni dei Magi, sia al rituale delle strenne natalizie.
TRA i dolciumi non potevano mancare i marenghi d’oro, le monete di cioccolato, mentre ai bimbi birichini spettava il carbone o anche la cenere. Veniva inserito nelle calze o nelle scarpe insieme ai dolci, in ricordo, appunto, del rinnovamento stagionale, ma anche dell’anno vecchio da bruciare. In Umbria, in Valnerina, la vigilia dell'Epifania alcuni abitanti vanno per le vie dei paesi e dei borghi a eseguire canti tradizionali augurando la "buona Pasqua": le Pasquarelle.
“...religiosità e folklore, schiettissimo senso dell’ospitalità e povertà antica, lunghissima stagione invernale e voglia di vincere la noia sono le componenti di questa tradizione di menestrelli che va sotto il nome di Pasquarella”.
QUESTI canti di questua sono delle laudi sacre popolari che i Pasquarellari, o Pasquanti, vanno cantando di casa in casa il 5 gennaio di ogni anno, ricevendo, in cambio, un dono natalizio simbolico, in genere prodotti del territorio. La tradizione della Pasquarella, che a Norcia si rinnova ogni anno con la composizione di nuovi testi legati all’attualità, rimanda allo svelamento della nascita di Cristo alle genti, e ai Magi che recano doni. Canti in dialetto nursino a suon di organetti, tamburelli e triangoli, dove sono presenti temi religiosi natalizi ed epifanici, narrati con misticità e passione, seppure con caratteri tipicamente popolari. Molto importanti dal punto di vista antropologico, per quanto riguarda i testi non hanno un grande valore poetico essendo stati scritti da poeti improvvisati e “a braccio”. Il risultato finale infatti doveva essere un canto dalla melodia orecchiabile e di facile impatto: Nu simo vinuti /co’ tutta creanza,/ sicunnu l’usanza,/la Pasqua a cantà.
MA SULLA BEFANA sono stati creati anche racconti e fiabe. E " la fiaba è un modo di parlare del mondo, di entrare nella realtà anziché dalla porta, dal tetto o dalla finestra", scriveva Gianni Rodari.
[…] L’anno dopo la sorella della Befana inventa la scopa midi e diventa ricca. Mette su un negozio di aspirapolvere…. E qui cominciano i guai. Perché le Befane viaggiando con l’aspirapolvere, aspirano nuvole, comete, uccellini, paracadutisti, satelliti naturali e artificiali, pipistrelli, professori di latino. Già, per i viaggi è più pratica la vecchia scopa. (La scopa e la befana. Gianni Rodari).
marilena badolato