LA COLAZIONE DI PASQUA
LA COLAZIONE DI PASQUA, una specie di brunch ante litteram che aveva luogo la mattina della festa con i parenti più stretti e che era preludio del pranzo vero e proprio. I cibi benedetti la sera del sabato santo, aprivano de iure la tavola della Pasqua: il vino, rigorosamente rosso, il Sagrantino di Montefalco o la Vernaccia di Cannara oppure il vino del contadino, profumato d’uva a bacca rossa, che in un magico mesclum aveva unito merlot e sangiovese; e poi le uova, rassodate il giorno prima e spesso dipinte da noi bambini, che venivano cosparse di un pizzico di sale benedetto, tra i salumi il capocollo umbro non doveva mancare mai e il salame in genere era la corallina, e poi a troneggiare in mezzo alla tavola, Lei, alta slanciata e bionda, la nostra Torta di Pasqua al formaggio. E ancora le uova al cioccolato, che erano targate Perugina, per noi sinonimo di bontà e genuinità, da rompere per trovare la sorpresa, ma anche per assaggiare quel cioccolato nero che così bene si sposava con la nostra Ciaramicola, bianca e rossa dai colori cittadini, ricchezza zuccherina.
E il rito, pur se abbreviato, si ripete anche quest’anno, per augurarci una buona Pasqua. Che sia soprattutto di Pace, parola desueta e ormai solo agognata.
marilena badolato