LA “PERCEZIONE DEL FUTURO” NELLA COLLEZIONE PANZA DI BIUMO. PERUGIA, GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA E MUSEO PALAZZO DELLA PENNA.
LA PERCEZIONE DEL FUTURO è la mostra della collezione di Giuseppe Panza Di Biumo, che veste da oggi la Sala Podiani della nostra Galleria Nazionale, all’interno dello storico Palazzo dei Priori, e le pareti del Museo civico contemporaneo di Palazzo della Penna. “Emozione di una vita passata in mezzo all’arte e alla musica- esordisce così la moglie del collezionista Rosa Giovanna- una vita vissuta come collezione dello sperimentale, del nuovo e del bello. L’arte figurativa non si guarda, si pensa. Con la volontà di comprendere cosa veramente ci sia dietro e dentro. Questo è la nostra arte contemporanea. L’arte va vissuta attraverso le ore, i giorni, gli anni, è un legame storico affettuoso ed emozionale. Non si colleziona per raccogliere, ma per avere della vita un orizzonte più vasto”
LE PARETI DELLA SALA PODIANI affrescate d’antico e con le finestre da cui è visibile l’antico Torrino, ospitano opere monocromatiche di giallo, arancio intenso, rosso e azzurro, di espressa solidità, ma rimasta quasi sospesa, trattenuta forse dall’intensità del colore. In terra tronchi e fuscelli in legno disegnano strani incastri che ricordano una certa “medievalità” di materiale e forme. E lui, Giuseppe Panza, di ogni autore, spesso sconosciuto e ai primordi in quella New York che dalla metà degli anni ’50 pullulava di giovani artisti, era solito acquistare tutta la collezione. Dalla Pop art all’arte concettuale, minimale, informale, alla pittura monocromatica. Persino di quella nuova corrente degli anni’70 che utilizzava soprattutto la luce come mezzo espressivo. Segal, Kline, James Turrel, Dan Flavin, Robert Ryman, Stuart Arends, Richard Nonas, Jan Dibbets , Richard Long, Ettore Spalletti, Lawrence Weiner, Joseph Kosuth, Phil Sims, Emil Lukas e molti altri.
UN FEELING d’emozione tra spettatore e opera d’arte. LA LUCE, quella naturale che fa assorbire ed emanare luminosità dal colore stesso. IL SILENZIO, i luoghi del silenzio fanno apprezzare l’opera d’arte. IL TEMPO, quello giusto e necessario per pensare l’opera d’arte, senza fretta. Per assaporare l’opera dentro sé stessi, introiettandola. Arte della percezione.
marilena badolato 19 giugno 2015