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OMEOPATIA, FITOTERAPIA, FLORITERAPIA, SPAGIRIA. OGGI SEMPRE PIU’ TERAPIE COMPLEMENTARI.

PROSEGUONO gli incontri, organizzati dal Garden Club di Perugia sul “benessere verde”. Dopo “Guarirò nell’orto”, e “Il Verde, un potente antistress”, ora è la volta della medicina naturale  con “Omeopatia, fitoterapia, floriterapia, spagiria: terapie alternative o complementari?”, le cure con farmaci o preparati a base di erbe, fiori, spezie, funghi  e altri prodotti che la Natura ci regala. Risposta al grande  interesse verso questo campo, inizialmente visto e vissuto come terapia alternativa e oggi come terapia complementare o integrata. 

 

MEDICINA olistica,  omeopatica, biologica degli integratori, pratiche fisiche e medicina energetica, quantistica dove l’organismo non viene visto soltanto come materia, ma anche come energia autoctona da potenziare per rispondere alle varie problematiche da affrontare. Di supporto sono anche l’agopuntura, la fitoterapia, la medicina antroposofica, la ayurvedica, l’ omotossicologica, la chiropratica e, come ultima frontiera,  la micoterapia, la terapia con funghi cinesi che hanno diverse proprietà.

 

QUESTI APPROCCI MEDICI complementari partono dal presupposto che nel corpo umano vi siano dei meridiani, fasci energetici che si accumulano in fulcri di energia, che mirano a raggiungere una migliore qualità della vita.  Approcci anche “filosofici” che si basano su principi di benessere globale, fisico e psichico. Nomi magici che dall’antichità regalano salute, tratti dagli studi di erbari medievali, dai Tacuina sanitatis , alcuni più conosciuti come curcuma, zenzero, zafferano, altri meno noti come la  polvere di neem, un antibatterico, antiparassitario  naturale, che bonifica ambiente e persona, ricavato dalle foglie essiccate e tritate di un albero di grandi dimensioni che vive in India e Birmania.

 

L’OMEOPATIA DI Christian Friedrich Samuel Hahnemann, medico tedesco e fondatore di questa medicina, era basata sul “principio dei simili”, similia similibus curantur: le malattie si guariscono con  medicamenti che producono nel soggetto sano i sintomi caratteristici del morbo da combattere.  L’omeopatia non punta alla guarigione immediata della malattia, che è solo un sintomo del disordine interno dell’organismo, ma alla guarigione dell’individuo nella sua integrità e individualità. “E’ sempre bene ricordare che la biotipologia di un candidato a un trattamento omeopatico, con certe connotazioni costituzionali e psicorganiche, richiede un  trattamento terapeutico sempre  finalizzato alla personalità del candidato stesso da trattare”.

 

 UN VOLO AFFASCINANTE SOPRA L’ANTROPOSOFIA, uno stile di vita “alternativo” dello studioso Rudolf Steiner, e siamo ai primi del 1900, con la  teoria del corpo formato da quattro elementi fondamentali: involucro fisico, corpo etereo, corpo astrale, l’Io. Un tipo di conoscenza, una porta di accesso a un mondo trascendente, un mondo “altro” necessario per raggiungere un equilibrio.  Steiner abbatte il confine tra mondo sensibile e mondo interiore, portando l’antroposofia tra le scienze, e indagando come l’intervento sulla realtà spirituale dell’uomo abbia conseguenze sulla realtà oggettiva. Cogliendo l’atto del pensiero puro, separato dall’oggetto di pensiero reale, si riesce a cogliere una forma di consapevolezza spirituale e raggiungere uno stato di coscienza profonda ultrasensibile.

 

L’OMOTOSSICOLOGIA si occupa di fornire all’organismo gli elementi che mancano per eliminare le tossine. Attorno al 1930 in Germania il medico omeopata Hans H. Reckeweg, riprendendo e rivisitando le teorie di Samuel Hahnemann, identificò nelle omotossine la causa principale della malattia. “Tutti quei processi che noi chiamiamo malattie sono l’espressione delle misure difensive, biologicamente opportune, contro omotossine esogene ed endogene (fasi di escrezione, di reazione e di deposito) oppure del tentativo dell’organismo di compensare i danni omotossici subiti (fasi di impregnazione, di degenerazione e di neoplasma) al fine di mantenersi in vita quanto più a lungo possibile” . Si attribuisce così grande importanza al “drenaggio”, cioè alla stimolazione con medicinali naturali della funzione escretoria di fegato, reni, polmoni e cute.

 

LA SPAGIRIA DI PARACELSO. Paracelso (1493-1541), nacque ad Einsiedeln in Svizzera, da padre medico originario di Villach, in Carinzia, dove la famiglia si trasferì nei primi anni di vita del bimbo e fu questo ambiente verde, incontaminato e ricco di acque  a trasmettere al ragazzo l’immagine di una profonda e indissolubile unione fra il mondo interno all’organismo e il mondo esterno ad esso. Il terreno su cui si sviluppano erbe e piante è del tutto analogo e strettamente connesso con il “terreno” umano, fatto di batteri saprofiti che concimano l’intestino e che rendono possibile l’assimilazione all’interno dell’organismo di elementi provenienti dal mondo minerale, vegetale e animale. Da qui sviluppò il suo concetto di “Arcanum”, un principio nascosto, ma vitale e insito nella Natura stessa e animatore della fenomenologia naturale. In ogni essere umano o animale, o vegetale, ma anche in ogni  minerale o roccia è contenuta una porzione di Arcanum, che riesce a vitalizzare in quell’organismo le funzioni indebolite. Così nasce  “spagiria” (dalle parole greche spao=divido e agheiro=metto insieme), come arte della combinazione, del dividere gli elementi per poi riunirli ai fini della cura delle malattie, studiata per valorizzare al massimo e lasciare interagire la quota di “Arcanum” contenuta in ciascun componente.

 

LA FITOTERAPIA si compone di due parti: la raccolta del  principio attivo con la  sua standardizzazione e la  preparazione del composto fitoterapico attivo. E’ una  scienza che studia il corretto utilizzo delle piante medicinali e dei loro derivati, allo  scopo di trattare o prevenire certe malattie e condizioni di interesse medico (farmaci) o salutistico (integratori).Le piante non solo hanno costituito, nel corso dei millenni, la prima fonte di principi medicamentosi per l’uomo, ma hanno fornito le basi per lo sviluppo scientifico della terapia farmacologica moderna. Ancora oggi le piante mettono direttamente a disposizione della medicina sostanze biologicamente attive, (loro utilizzo dopo polverizzazione, in bustine per tisane, compresse, ecc.), oppure possono essere utilizzate per la preparazione di estratti (grezzi, purificati o concentrati) o ancora utilizzate indirettamente (uso dei principi attivi come tali o come modelli molecolari impiegati per progettazione e realizzazione di farmaci di sintesi). Le sostanze vegetali usate nella fitoterapia sono moltissime e tutte naturali. Ad esempio studi universitari europei  mostrano come un derivato della canapa, usato in piccole dosi, generi una riduzione della pressione intraoculare, curando così il  glaucoma. (Journal of Glaucoma-ottobre 2006,  ricercatori dell’Università di Aberdeen nel Regno Unito). Sembra anche che i cannabinoidi, tra cui il THC, siano in grado di migliorare  la circolazione sanguigna della retina. Nel trattamento del glaucoma l’estratto di ginkgo biloba  ha dimostrato di migliorare il flusso sanguigno oculare, la visione e la pressione intraoculare. Così la maca, una pianta tuberosa che cresce nelle Ande peruviane, contiene sostanze in grado di aumentare le resistenze dell’organismo contro lo stress psico-fisico donando particolare vigore e viene anche usata in modo complementare alla terapia chemioterapica di alcune forme tumorali. “E’ bene specificare che i farmaci fitoterapici che vengono testati in qualità efficacia e sicurezza e approvati dall’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco,  sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco”.

 

LA FLORITERAPIA DEI FIORI DI BACH,  I 38 fiori, rimedi floreali, individuati da questo studioso trasformano le emozioni negative in positive e mirano a curare gli scompensi emozionali. La loro energia vibrazionale entra in relazione con l’energia umana,  regalando positività e benessere. Bach consigliava di cogliere i fiori “nel periodo di massima fioritura e nelle prime ore del mattino,  in un giorno assolato  e senza nubi in cielo”. In seguito un collaboratore di Bach ha creato  i Bush flower che mirano a superare e armonizzare i problemi comunicativi, come ad esempio i blocchi emotivi che si riflettono sulle capacità espressive del linguaggio. “La scienza degli ultimi due millenni ha considerato la malattia come un agente materiale che può essere eliminato solo da mezzi materiali: questo è, naturalmente, completamente sbagliato. La malattia del corpo, come la conosciamo noi, è un risultato, un prodotto terminale, uno stadio finale di qualcosa di molto più profondo.” ( Edward Bach, Essere se stessi, p.15)

 

 

GIA’ PLATONE, nel 400 a.C, nel suo dialogo “Carmide o della saggezza”,  Χαρμίδης,  esorta a curare insieme il corpo e la psiche. Fa dire a Socrate che si rivolge al ragazzo Carmide, che non si può curare la testa senza curare il corpo inteso come un intero e che ugualmente non si può curare il corpo senza tener conto dell’anima (psyche). Del resto anche Ippocrate individua, negli elementi fondamentali della cura medica, il tocco, il rimedio, ed anche la parola.

 

Cioè come a dire: la semplice pratica medica o soltanto il  farmaco non bastano.

 

 

                                                                            GARDEN CLUB PERUGIA

              “Omeopatia, fitoterapia, floriterapia, spagiria: terapie alternative o complementari

   A cura della dott.ssa Rita Balducci Quartucci, farmacista, esperta di medicina alternativa. Hotel Plaza-Perugia

 

http://perugia.ugai.org/

 

 gardenclubperugia@gmail.com

 

marilena badolato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AUTHOR - Marilena Badolato