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PASQUA COLORATA A PERUGIA: STRADE DELLA CERAMICA-UOVA D’ARTISTA. DAL 28 MARZO AL 1 APRILE 2024.

STRADE DELLA CERAMICA-UOVA D’ARTISTA, dal 28 marzo al 1 aprile, sarà la Pasqua 2024 a Perugia. Una manifestazione dedicata alla promozione delle tradizioni legate alla ceramica attraverso la realizzazione di esposizioni, mostre, performance dal vivo, laboratori e conferenze sul tema.

 


PRESSO il Centro Camerale Galeazzo Alessi di via Mazzini, per “Gran Tour- Alla scoperta della Ceramica classica”in mostra oggetti preziosi e d’artigianato artistico messi a disposizione dalla Associazione Italiana Città della Ceramica, che riunisce ben 58 città che hanno reso questa arte un raffinato e creativo emblema del made in Italy. Pezzi di valore storico o decorativi, ma anche oggetti di uso comune. E sabato 70 artisti decoreranno en plein air e in diretta uova di ceramica davanti alle vetrine dei negozi del centro storico.

 

 

ANTEPRIMA dell’evento la conferenza dal titolo “La ceramica nel mondo antico” a cura di Tiziana Caponi, direttrice del MANU, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria.

 

 

IMPORTANTISSIMO il ruolo della ceramica per una datazione in fase di scavo- esordisce la direttrice - elemento cardine per ricostruire il periodo storico. A seconda anche della presenza più meno marcata di inclusioni estranee, di porosità e del lavoro eseguito sull’impasto argilloso, poichè era il processo di lavorazione che regalava particolari caratteristiche. La ceramica compare già nel Neolitico: vasellame grezzo cotto direttamente sul fuoco e modellato a mano e in prevalenza utensili da cucina. Appunto il “Neolitico Ceramico”. La più comune tecnica a mano è quella detta “a colombino o cercine”, la quale prevede il progressivo avvolgimento a spirale di un cercine (una striscia) di argilla; il prodotto finale che ne risultava era asimmetrico e grossolano,

 

IL SUO NOME DAL GRECO ANTICO kéramos, e il suo colore varia a seconda degli ossidi cromofori contenuti nelle argille che la compongono (ossidi di ferro, da giallo, arancio, rosso a bruno; ossidi di titanio, da bianco a giallo) e poteva venire poi smaltata e decorata. Queste composizioni così articolate sono caratterizzate dalla presenza di strutture molecolari appiattite dette fillosilicati. La forma di questi, in presenza di acqua, conferisce all’argilla una certa plasticità e ne permette la lavorazione. Quando è asciutta diventa rigida e fragile, ma acquisisce una importante durezza una volta sottoposta a processo di cottura ad alta temperatura. La presenza dell’ossido di ferro migliora inoltre la resistenza meccanica della ceramica cotta, contribuendo alla vetrificazione e quindi riducendo la porosità del manufatto.

 

 

CURIOSITA’: gli Etruschi avevano una particolare passione per la ceramica greca. I continui rapporti commerciali permisero l’importazione in Etruria di un notevole numero di ceramiche, soprattutto di vasi Attici e Corinzi, come ampiamente dimostrato dai numerosi ritrovamenti. Le forme più usuali erano: ad Anfora, il vaso più comune, utilizzato per il trasporto di vino, olio, miele e granaglie o per conservare cibi marinati o in salamoia, per attingere acqua dai pozzi e come urna per le votazioni; la forma a Kylix o Coppa Attica, una coppa da vino usata nei banchetti, la più diffusa fino a che l’uso non fu soppiantato dal Calice a volute, l’elegante Kantharos; lHydra, grande vaso usato per attingere, contenere e versare acqua come indica il nome. Ha, oltre le due anse orizzontali, una terza verticale per sostenerla mentre si versa il liquido; a Cratere, un contenitore a bocca larghissima e corpo capiente, utilizzato per il vino e l’acqua durante i banchetti, fornito in genere del Kyathos, una specie di mestolo dotato di una cavità alta e capiente, con un manico ad anello lungo, utilizzato per attingere i liquidi; anche lOinochoe era una brocca spesso utilizzata per prelevare i liquidi dal Cratere. Se ne conoscono esemplari in metallo e in terracotta, con decorazioni che ne attestano la presenza in varie epoche: geometriche, orientalizzanti, a figure nere e figure rosse; il Canopo è un vaso a forma di giara, molto utilizzato già nell’Antico Egitto, utilizzato per contenere le ceneri dei morti con un coperchio forgiato con l’effige del defunto. Questo vaso cinerario è caratteristico della produzione ceramica di Chiusi; il vaso Lèkythos compare ad Atene già nel XII sec. a.C. ed è per questo uno dei vasi greci di più lunga continuità. Fu adottato dai ceramisti etruschi nel V-III sec. a.C. e impiegato soprattutto per la conservazione di oli profumati o per unguenti, utilizzato per usi domestici o dagli atleti in palestra o nelle cerimonie funebri, poteva anche essere in alabastro o marmo; l'Alaska è un piccolo vaso utilizzato per l’olio per lampade. Ha il corpo cilindrico allungato o piatto e tondo, il collo termina con un beccuccio e un’ansa arcuata si estende lungo la parte superiore del corpo rendendone possibile l’uso. A volte il corpo e il beccuccio riproducono fattezze antropomorfe, o di un uccello o altro animale; la Pixys, una piccola scatola cilindrica in ceramica con coperchio: al suo interno sono state trovate tracce di antichi cosmetici, mentre le decorazioni che la adornano riguardano prevalentemente scene di vita femminile. Il materiale utilizzato dagli Etruschi era soprattutto il Bucchero, un tipo di ceramica nera e lucida, in genere sottile e leggera, la cui caratteristica più evidente era proprio la sua colorazione che veniva ottenuta mediante una cottura particolare: in forni adatti a produrre un'atmosfera interna fortemente riducente (cioè priva di ossigeno) e, grazie alle reazioni chimiche che in quelle condizioni di cottura si sviluppavano, gli oggetti assumevano la colorazione nera



LA CERAMICA ETRUSCA prodotta per oltre cinque secoli, era assai variegata. Manufatti autoctoni in Bucchero nero lucido venivano anche decorati con immagini in rosso e in nero: forme geometriche, floreali, con persone e figure del mito. A parte ciò che hanno lasciato delle loro proprie creazioni, gli Etruschi sono stati anche collezionisti di ceramiche raffinate e hanno assicurato ai posteri alcuni tra i migliori vasi greci mai creati e che oggi si distinguono nelle collezioni dei musei in tutto il mondo.

 

 

 

marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato