PASSEGGIATA DI SAN COSTANZO: PER PROVARE L’EMOZIONE DELL’ARTE.
L’ EMOZIONE della bellezza, attraverso opere d’arte, immagini iconografiche, documenti miniati e testi esaminati, ha caratterizzato la “Passeggiata di San Costanzo” organizzata dalla Galleria Nazionale dell’Umbria e dall’Isola di San Lorenzo, in collaborazione con la Diocesi di Perugia- Città della Pieve.
UNA PERFETTA ASSONANZA tra la Galleria Nazionale e l’Isola di San Lorenzo che hanno raccontato una armonica interpretazione narrativa del Santo sostenuta da guide eccellenti. Molto preparate e professionali, ma con quel tocco di partecipazione passionale e affettuosa compresenza che ha coinvolto il folto pubblico presente e lo ha reso personalmente partecipe delle opere esposte. In Galleria, nella Cappella dei Priori, la storia di Perugia di Benedetto Bonfigli, volta a celebrare i valori culturali, religiosi e politici della città, dove è illustrato in affresco il ciclo con le vite dei patroni. E in forma scultorea, in pietra caciolfa, ecco le statue di Ercolano, Lorenzo e Costanzo, gruppo in origine situato nella lunetta del portale maggiore del Palazzo dei Priori o secondo altri opera scolpita per il Duomo di Perugia attorno al 1310, quando fu istituita la celebrazione ufficiale di Costanzo, primo martire perugino. E ancora nella Sala dell’Isola San Lorenzo in teche preziosi pastorali e dossali che testimoniano lo storico corredo vescovile e in parete Ercolano e Costanzo, rappresentati in due tele poste una accanto all’altra con la loro difficile attribuzione e, spiega la bravissima giovane guida, solo con l’aiuto delle predelle che ne narrano l’agiografia è possibile sciogliere il dubbio sulla loro identità. E la coreografica, architettonica bellezza delle sale di un museo diocesano, in genere luoghi polverosi, che invece risplendono di rara luminosità degli allestimenti eraccontano anche di frammenti lapidei provenienti dalla area archeologica di Perugia sotterranea, la storia di una costruzione romanica dei secoli XI-XII d.C che rimanda alla funzione sacrale di quest’area dove oggi ancora vive la nostra cattedrale di San Lorenzo.
UNICO INTERMEZZO “leggero”, ma comunque molto partecipato anche con domande dei presenti sull’argomento, quello che ho condotto sul nostro Torcolo di San Costanzo all'interno della ricca Biblioteca della Galleria stessa, ovviamente dedicata al mondo dell'Arte, in presenza anche delle profumate fette offerte dal pasticceria storica Sandri1860. La novellistica legata ai racconti popolari sul Santo come quello del famoso ammiccamento alle ragazze “da marito” che si sarebbero così sposate entro l’anno, ma anche documenti comunali che ne attestano la grande festa almeno dal 1310 con la Luminaria della vigilia, e la storia della gastronomia al tempo di Roma antica dove questi pani dedicati ai “patroni”, protettori e persino difensori davanti alla legge, venivano offerti dai clientes nel giorno della lustratio funebris, la ricorrenza della loro morte. E pani a forma di ciambella in presenza di sacrifici li troviamo anche nelle antiche Tavole Eugubine, e nei riti e le feste delle Janualia come offerta al dio Giano, il dio che guardava contemporaneamente al passato e al futuro, un dio quindi della speranza, e che regala il nome proprio al mese di gennaio. Alcuni cenni anche sulla esumazione delle spoglie di Costanzo avvenuta nel 1781 e raccontata con dettagliata cronaca da Don Francesco Maria Galassi, Priore della chiesa di San Costanzo, nel suo "Libro di memorie" e il triduo di grandi feste che ebbe luogo in città nel 1825 con solenni processioni delle reliquie portate ed esposte in San Lorenzo, poi in San Pietro e infine di nuovo a San Costanzo, luogo storico della sepoltura del martire, quella Areola fuori le mura che era una area funeraria etrusco-romana e dove fu edificata in seguito la chiesa a Lui dedicata.
LA FESTA DI SAN COSTANZO è vivere una emozione, è ascoltare una storia, è conoscere meglio le bellezze della propria città e comprenderne, attraverso una tradizione perpetuata, anche il vissuto sociale. E se ogni cibo ha un sentimento, come è stato scritto, profondo è quello dei perugini per il Torcolo di San Costanzo che è diventato da realtà familiare a dolce identitario di una città che si ritrova insieme a ricordare il suo beneamato patrono anche a tavola.
marilena badolato