PERSONAGGI FUORI DEL COMUNE. LA ROVEJA E I PRODUTTORI: CERP ROCCA PAOLINA PROVINCIA DI PERUGIA
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POMERIGGIO: CERP ROCCA PAOLINA. Personaggi fuori del comune.
Questi personaggi fuori del comune sono gli appassionati produttori. Si alternano i nostrani a quelli descritti nel libro. L’Italia è questa, piena di gente appassionata del proprio lavoro. Artigiani del gusto. Questa cultura d’impresa sono storie familiari d’impresa. Siamo al CERP della Rocca Paolina, Provincia di Perugia. Dopo il saluto e l’intervento per la Provincia di Perugia dell’Assessore Ornella Bellini, sotto le volte cinquecentesche del Sangallo, si parla dei nostri prodotti tipicamente storici, della fagiolina del lago Trasimeno, quella policromatica, specifica il Prof. Mario Falcinelli, Presidente Consorzio Igp Lenticchia di Castelluccio e del Farro di Monteleone di Spoleto, o quella bianca più conosciuta e apprezzata, che mia nonna chiamava risina per quel piccolo puntino nero, e che, cotta con il riso, faceva di questo piatto un unicum di colore e di forma, ma con un marcato bigusto. Riso e fagioli, piatto povero, ma così emozionalmente bello nel suo biancore. Interviene la Presidente Slow Food Umbria Sonia Chellini, che parla del nostro territorio. L’agricoltura era il nutrimento primordiale dell’uomo, oggi è necessario recuperare la coltura-cultura del territorio attraverso la forza dei suoi produttori. Presidi Slow Food umbri sono la Fagiolina del lago Trasimeno, la Fava cottora dell’Amerino, la Roveja di Civita di Cascia, il Sedano nero di Trevi, il Mazzafegato dell’Alta Valle del Tevere. Ora è Lanfranco Bartocci, Presidente Bio Umbria a parlare: il valore e il pregio di un territorio dipendono anche dalla presenza di un’agricoltura funzionale. La legge di mercato non è sufficiente, ma è importante diversificare la funzionalità. Importanti produttori del biologico, la loro forza è la nostra forza. Segue Gianfranco Lipparelli, Presidente Produttori Zafferano di Spoleto. Con lui entra la storia: lo zafferano, dall’area del mediterraneo, arriva sino a noi. Inizialmente come colorante e come spezia per conservare i cibi. Bellissima nel suo colore dorato, simbolo di agiatezza e potenza. Usato come colorante soprattutto dai tintori di stoffe. Scrittori illustri spoletini ne parlano come Pierfrancesco Giustolo nel suo cinquecentesco poema in latino De croci coltu, sulla coltivazione di questo bulbo. Bandi comunali dello stesso periodo attestano che i bulbi di zafferano, ritenuti molto preziosi, non potevano uscire dai confini del Comune. Zafaranari spoletini sono presenti a Roma nel’500 come attestano i registri delle anime di alcune parrocchie.
Iniziano a parlare ora i nostri produttori della Valnerina
Silvana Crespi dell’Azienda Agricola biologica Adelino De Carolis di Civita di Cascia: i prodotti si amano. I prodotti appartengono alla Terra e ai Produttori. Queste donne forti della Valnerina. Parla della riscoperta casuale dei suoi semi di roveja e della loro successiva semina. Della fatica di questo lavoro e degli scarsi riconoscimenti. Azienda familiare.
Per l’ Azienda Agricola biologica Rita Rossi di Colforcella di Cascia, parla Francesco Rossi dei suoi prodotti di capra di pecora e misti, dei controlli funzionali sui formaggi, della sua vendita e dell’ emozione gustativa che trasmette sempre con il suo prodotto. Conclude gli interventi l’Azienda Agricola biologica Il Quadrifoglio di Norcia con Ernesto Tiberi e la sua Scuola di formaggio, con il latte di pecora di razza sarda, trasformato con metodo tradizionale a latte crudo con caglio naturale. Crede e spera in una continuità familiare d’impresa. Saranno suoi i salamini di maiale cinturino di Norcia che assaggeremo più tardi.
Tutti chiedono alle istituzioni più attenzione e più controllo sul vero biologico. Se si vuol veramente salvaguardare questi prodotti e con loro il territorio, bisogna salvaguardare questi appassionati produttori, tutelarli, coccolarli, ascoltarli. Penso allora a dei Musei-Scuola in Valnerina. Strutture dove esporre materiale che tratti di questi nostri tesori, i nostri legumi, e i nostri salumi e formaggi. Il lavoro storico dei norcini. Scuole che insegnino l’arte della norcineria d’autore, e l’arte casearia. Le sagre non sono più sufficienti ad esaudire la curiosità di un turista appassionato e attento al gusto e ai territori. Penso a strutture didattiche che raccontino la storia, illustrandola con immagini, foto e video, e ne organizzino l’insegnamento.
Flash sul libro EAT PARADE con altri personaggi fuori del comune: dal Principe vero, un Corsini, che coltiva vino, alla Dinastia degli Alois, all’Igienista Gourmet o lo Chef Kumalè.
Terminiamo con i ringraziamenti alla Provincia di Perugia che ci ha ospitato in questa storica e bellissima localizzazione e ci avviamo con tutti i presenti verso la parte finale del Tour: l ‘Aperitivo-degustazione all’ Hotel Brufani.
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marilena badolato maribell live.it