PERUGIA 1416: IL RIONE DI PORTA SOLE, IL BORGO D’ORO, VINCE IL PALIO 2018.
IL RIONE DI PORTA SOLE, il Borgo d’Oro, quello del sole e delle messi opime, vince le sfide di "Perugia 1416". Si aggiudica così il Palio 2018, opera del giovane Filippo Moroni studente dell’Accademia. Ed è il grande Corteo dei rioni, entusiasmante e composto non solo da figuranti, ma anche da interessanti quadri di drammatizzazione, a catturare l’attenzione e la curiosità con i temi centrati e aderenti alla storia della città.
IL SOLE ha vinto nel Rione che porta il suo nome, lo stemma solare ricamato e tessuto su un grande telaio di antica perizia, le bellissime dame, i mestieri dei fornai dei molini del contado, con l’acqua come forza motrice a regalare le farine e i pani per la città. Il rione più in alto, insieme a quello di Porta Sant’Angelo, e cantato dal sommo poeta : “onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole” (Dante, Paradiso, canto XI).
E SEGUONO gli altri Rioni: Porta Sant’ Angelo con i suoi boschi, il legname e il carbone per i camini di questa città così fredda, i cacciatori e i suoi tanti artigiani dagli innumerevoli mestieri; Porta San Pietro che rievoca la storia, grazie ai documenti dell’Archivio di Stato, dei suoi numerosi conventi dove la ricchezza era legata allo studio delle erbe e delle spezie, e la “ via dei pellegrinaggi”, del Cammino di Santiago di cui porta impressa la conchiglia, ma anche la via della stregoneria, del rogo e dei monaci dell’ Inquisizione (esiste ancora oggi Piazza Giordano Bruno), ripercorrendo la vicenda di Matteuccia, la “strega di Ripabianca”; il Rione di Porta Santa Susanna, con suoi azzurri e blu della Porta Trasimena che conduceva direttamente verso il nostro grande lago, le reti da pesca, le lasche che arrivavano a Perugia; quello di Porta Eburnea, con il suo verde a indicare la fertilità di un Rione baciato dall’acqua e dalla luce e quindi ricco di erbe e verdure dei campi, di canapa coltivata per le famose tele tessute, e che nel suo contado più estremo, il paese di Fontignano, raccoglie l’ultimo affresco del suo più illustre pittore, Pietro Vannucci il Perugino. E ricordando anche la figura di Malatesta I, figlio di Pandolfo Baglioni, e la storia di questa potente famiglia cittadina e del luogo dove le dimore dei Baglioni erano collocate.
IL GRANDE CORTEO rimane e si conferma la proposta più avvincente, malgrado i tempi di percorrenza e le lunghe pause da migliorare. Colori, figuranti, macchine, allestimenti in un gioioso turbinio a cui i cittadini e i numerosissimi turisti hanno risposto in modo massiccio e partecipativo. Così tra talento, abilità, fantasia creativa e storia da raccontare, l’ eleganza e la raffinatezza hanno incantato una città, Perugia, Lei così bella, bianca e tersa baciata dal sole da regalare, con il suo straordinario Corso, magnificenza al corteo stesso in un avvincente e affascinante quadro d’insieme.
marilena badolato