PERUGIA 1416 IV EDIZIONE. VINCE IL PALIO 2019 IL MAGNIFICO RIONE DI PORTA SANTA SUSANNA.
IL MAGNIFICO RIONE DI PORTA SANTA SUSANNA HA VINTO IL PALIO 2019. Ma Porta Sant'Angelo ha condotto gare strepitose, con il pieno di punti nelle prime due, il Tiro del Giavellotto e la Mossa alla Torre, e con il secondo posto conquistato nella Corsa del Drappo. Interessante anche il Corteo storico con la scenografia di un Rione coperto da selve e boschi così utili alla città per l’abbondante legname, con cacciatori che procuravano pelli, pellicce e abbondante cacciagione, con uomini, i “santangelani”, per loro stessa ammissione caratterizzati da “ autenticità, bellicosità e determinazione, abituati a vivere in condizioni difficili e a combattere per sopravvivere”. Ma nel Grande Corteo storico, a cui vengono assegnati troppi punti, ben 40, rispetto alle altre gare, è risultato difficile battere Porta Santa Susanna: con quegli azzurri diffusi a mimare il nostro Lago Trasimeno, con le grandi reti per la pesca e quest’anno con quella “edicola” dorata , trainata da uomini-pesce, molto scenografica e contenente l’effige di Santa Susanna stessa, come risulta dall’ iconografia che appare nel Gonfalone del Rione. Decisivo quindi, al di là di tutte le gare disputate, è stato ancora una volta il Corteo storico a cui, secondo me, si dovrebbe assegnare un punteggio minore, al pari di quello delle altre gare in programma. Ciò consentirebbe di mantenere vivo l’interesse per il Corteo da parte di tutti i Rioni, e nello stesso tempo non penalizzare quei Rioni che lavorano con grande impegno nella preparazione degli atleti e nella riuscita anche delle altre gare.
VORREI sottolineare l’aspetto “filologicamente corretto” e antropologico del Corteo storico di quest’anno, con tanti rimandi storici e artistici nei quadri presentati da tutti i Rioni:
Il Magnifico Rione di Porta Sant’Angelo non solo si è si presentato con la copia di un San Michele Arcangelo da un polittico medievale, a ricordare la presenza nel rione della chiesa di San Michele Arcangelo – il Tempio per noi Perugini – una delle prime chiese paleocristiane italiane (V-VI sec.), e non solo ha ricordato che proprio da Porta S. Angelo è entrato in Perugia Andrea Fortebracci e che qui ha pure dimorato, ma ha utilizzato persino la falconeria medievale, la caccia con i segugi, quella con le donne-arciere, e mostrato le pelli e pellicce che adornavano gli abiti della dame di questo periodo.
In questo Rione, vista la presenza storica di trattorie e osterie, e luogo dove ancora fino agli anni ’70-‘80 si mesceva e vendeva il vino nel bicchiere, aggiungerei allora nel Corteo la riproposizione di una "taverna mobile" medievale. Era costituita da un carro, con il quale un oste si spostava da una fiera all'altra con botti e mescita di vino e con gioco di dadi, come la tabula (gioco di fortuna e abilità basato sull'uso di un tavoliere, delle pedine e dei dadi), o di carte come la murbiola, sorta di tarocchi, su cui si scommetteva.
Il Magnifico Rione di Porta Sole é partito dalla stella madre a cui deve il nome, e ha messo sul carro una giovane e luminosa dama di biondi capelli e veli, come raggi che irradiano luce a tutta la città, che non vuole sconfiggere, ma convivere con la dama del buio e della notte che ha accanto, a rappresentare la luce e l’ ombra e anche “quel freddo e caldo” di cui Perugia gode proprio dal suo punto più alto, Porta Sole, che regala sole e venti di tramontana e panorami mozzafiato.
Ma la luce è anche quella della Cultura (non solo perché qui è presente la nostra Biblioteca Augusta), ma anche perché Dante stesso cita il Rione nella Commedia. […] Intra Tupino e l'acqua che discende/ del colle eletto dal beato Ubaldo, /fertile costa d'alto monte pende, /onde Perugia sente freddo e caldo /da Porta Sole; e di rietro le piange /per grave giogo Nocera con Gualdo. […] (Paradiso, XI). La Cultura personificata e il personaggio-Dante porterei nel Corteo del Rione.
Il Magnifico Rione di Porta San Pietro ha portato in scena San Giorgio che sconfigge il drago? Bella intuizione. Non dimentichiamo infatti che nel Medioevo la peste era chiamata il “morbus draconis” e questo carro poteva anche rappresentare l’allegoria medievale della sconfitta del peccato: sconfiggendo il drago si sconfiggeva la peste che marchiava e macchiava il corpo e il peccato che marchiava e macchiava l’anima.
E in questo Rione esiste ancora oggi un hortus medievale, nell’Abbazia di San Pietro, con quelle erbe che creavano magiche pozioni e salutari elisir e fiori che regalavano profumi per nobili lignaggi. In scena allora nel Corteo i frati in un carro con i loro medicamenti erboristici medievali, gli elixir vitae e con le prime “acque profumate o spiritose”.
Il Magnifico Rione di Porta Eburnea è in scena con la Morte che con la falce precede (a ricordare non solo la caducità della vita, ma direi, anche la “morte nera” il ricorrente flagello della peste) una splendida dama con la spada, seduta sul carro seguente, a rappresentare la Fama imperitura. Ma proprio in questo Rione vi è il paese di Fontignano dove morì, proprio di peste nera, il grande pittore Pietro Vannucci, detto il Perugino, e la sua grandezza ancora oggi vive della Fama dei suoi capolavori.
Questo Rione era a Perugia il territorio dei Baglioni, potente famiglia, che in una città così fredda aveva scelto per sè il territorio più assolato, più verde e più fertile, perché ricco di acqua, e dove si coltivava persino la canapa. E allora perché non rappresentare nel Corteo storico un carro con un grande “mercatale” dove esporre prodotti ortivi di questo Rione verde, che circondava le Mura cittadine abbracciandole. Un mercato che sembri un grande abbraccio verde.
NEL CORTEO STORICO hanno sfilato anche antichi mestieri, armigeri, famiglie nobili e popolani, grandi dame, giovani fanciulle e bambini festanti. La differenza, però, quest’anno l’ha fatta la rappresentazione allegorica, che comunque ho trovato presente in tutti i Rioni, ovviamente ognuno con la propria storica fisionomia.
LE GARE. Si potrebbero aggiungere altre gare, in questo evento che sta crescendo e che potrebbe comprendere altre giornate. Avendo fotografato il portamento, la fierezza e la determinazione delle donne-arciere che sfilavano nel Corteo, perché non inseriamo una ulteriore gara di “Lancio con l’arco “magari tutta al femminile? E ancora potremmo anche inserire un “Gioco della palla” esistente e documentato, si giocava infatti “al giuoco di palla e pallottole et ogni altro strepitoso”, magari sempre a San Francesco al Prato. Giusto inserire la gara gastronomica della Torta di Braccio all’interno dei Rioni e anche questa con un suo punteggio. I giudici potrebbero fare il giro delle Taverne rionali, durante incontri a cui parteciperebbe anche il pubblico, per giudicare e assaggiare il manufatto e dare un punteggio che andrebbe poi nel conteggio finale
E pensando che sicuramente durante queste giornate “tutti hanno provato allegrezza e gaudio” (anche i numerosi turisti) e che sempre vincerà il migliore… ALLA PROSSIMA!!!
marilena badolato