PREMIO ALLA CULTURA DELL’ “ACCADEMIA DEL DONCA” ALL’ARTISTA GIUSEPPE FIORONI.
PREMIO ALLA CULTURA dell’ "Accademia del Dònca" a Giuseppe Fioroni, poliedrico artista perugino nelle cui opere si incontra cultura storica, artistico-letteraria, musicale e antropologica. Il premio durante un evento collaterale alla mostra "La pista dei sogni. Federico Fellini tra cinema e circo", un interessante percorso espositivo allestito nelle sale del Museo civico di Palazzo della Penna che esplora e ripropone quel legame tra cinema e circo che ha ispirato l'universo onirico e cinematografico del grande maestro riminese. L’incontro sarà condotto dal curatore dell’esposizione il critico cinematografico Fabio Melelli e il premio consegnato dall’Assessore alla cultura Leonardo Varasano e dal fondatore del Dónca Sandro Allegrini.
AFFASCINATO dal modo felliniano che spesso rappresenta nei suoi lavori, dove ritorna quella fantasmagorica girandola di personaggi del mondo circense, clown, burattini, saltimbanchi che si rincorrono ai margini del sogno, Fioroni dipinge sempre un universo splendente di "luce e colore", che riflette la sua gioiosa voglia di vivere e la personalità creativa di un artista che è anche gourmet, sommelier, cuoco di grande creatività e musicista di strumenti popolari, organetti, cornamuse, armoniche a bocca. Fioroni è stato definito "un poeta con la capacità di tradurre i sogni in opere d’arte". E come non ricordare allora anche le incursioni nel mondo della moda con i suoi famosi "foulard’arte" tra cui spicca proprio quello dedicato a “8 e ½” di felliniana memoria. Il critico Vittorio Sgarbi, ha definito il mondo raccontato da Fioroni "semplice e popolare perché fatto di valori concreti e immediatamente percepibili, valori che siamo abituati a condividere come patrimonio comune delle abitudini dei nostri avi, dei nostri padri, di noi stessi, ma non certo rozzo e popolare; dotato anzi di una sua particolare delicatezza, pieno di saggezza secolare nella sua serenità da filastrocca, morbido sotto la scorza grezza, per niente compiaciuto quando conduce la vena primitiva, memore di Chagall e di Matisse, fino a sfiorare la soglia del naïf".
E NEL 2008 Denis Mahon, uno dei più noti collezionisti e critici d’arte, ha scritto, in occasione della mostra Myths, Fairy, Tales, Reality and Illusion, allestita al Foundling Museum di Londra, "I due aspetti che maggiormente caratterizzano la pittura di Giuseppe Fioroni sono l’immediatezza del disegno e l’esuberanza del colore, l’uno contemporaneamente vincolato all’altro. Il disegno non è un esercizio di precisione, ma un gesto impetuoso, svincolato da schemi e regole, che traduce sulla tela, in forma di libera improvvisazione, l’idea che nasce da un cosciente lavoro di profonda interiorizzazione".
UNA PITTURA al tempo stesso energica e nostalgica, allegra e malinconica, che non perde mai del tutto il contatto con il racconto, con la favola e il simbolo. E con il sogno. Perché solo la fantasia, la creatività e l’immaginazione, e quindi anche l’arte, possono, se confrontate con il reale, modificare, come il sogno, lo status quo. E diventare improvvisa libertà di pensiero.
marilena badolato