RALENTI e L’IMMAGINE TRA CINEMA E RIVOLUZIONE: CERP ROCCA PAOLINA-PROVINCIA DI PERUGIA
Con un click il quadro vive di luce propria e se ne infischia dei riflessi della luce più o meno intensa della parete o della stanza: con un piccolo pulsante brillano i colori e la composizione vive di luce propria. Mai più di luce riflessa, ma di luce brillante e provocatoria che ti conduce dove vuole lei. E’ l’intuizione di Thomas Corey che con LUCE ALTERNATIVA, illumina l’opera secondo i suoi desideri e il suo messaggio, e illumina a intermittenza le pareti del Cerp della Rocca Paolina, giusto il tempo per pensare e guardare il vivido del colore, prima che la luce si spenga e la scatola- contenitore grandiosa e pur leggera, torni come prima, sino al prossimo click. Così in Omaggio a Hokusai, 2013, acrilico plexiglass e luci Led, il mondo fluttuante dell’artista giapponese è in piena luce di rosa e lilla che subito si confondono con l’azzurro del mare. O in Atalanta e Ippomene, dove la classicità di scena e di corpi si accende di luce di moderna giocosità. Oppure in Laghetto, da spento o acceso, le ninfee giganti attirano con quella luce di un verde brillante e azzurro di vita acquosa. Un giardino si illumina con La Panca, che fuoriesce dalla cornice a occupare il nostro spazio, e accanto i disegni, antefatti delle opere di luce, la stessa Panca e tutto il giardino che torna con lo Scivolo, con la Sedia a bordo piscina, o con lo Sdraio o il Tavolo nel giardino. Carine le Tre Grazie, very nice, l’antico mito rivisitato nelle tre Grazie in tutù di plexiglass.
Accanto, a vestire di stupore le antiche pareti del Cerp, le morbide sfere di Marianna Masciolini, quasi un circuito cerebrale di collegamenti neuronali. Qui la luce e il colore non servono più a chi abita lo spazio interiore dove tutto si confonde. Lana, seta, carta come elementi materici neutri, importanti e vivi, mentre il resto sarà senza luce, né colore, a parlare d’altro dal mondo, a guardare dentro sé. Così in Risveglio #31 2012, lana cardata e filo su carta di cotone, sono tante le piccole sfere rosse di concentrazione: così forse la memoria nel risveglio da un sonno si riattiva su un diagramma cerebrale. Nei Collegamenti II 1 2012, lana cardata e resina, quest’ultima si affianca a donare lucentezza d’azzurro sidereo al diagramma delle sfere di lana. In SOL NIGER, che dà anche il nome alla mostra, fili neri tirati dritti e tesi tornano e scompaiono come vecchie imbastiture in trame però di sottile tensione. Fili di seta tesi a delineare un sole spento e i suoi raggi senza luce, racconto di un fuori non certo di questo mondo, che esploderà in Resina Spaziale, Are you 2011, un Tondo siliconico e supersonico, in materiale isolante in resina e ganci – m. 4,35 per 4,70- una figura sovrastante bella nella sua ineluttabilità, una gigantesca spaziale tela di ragno che ti cattura e ti porta dentro e quasi non respiri più. Di certo non pensi e ti lasci vivere, di emozione sovrastata da nera lucidissima tela. Il futuro è qui ora.
RALENTI, sono i Movimenti delle passioni e dei pensieri nelle opere di Thomas Corey e Marianna Masciolini: l’amplificazione della luce o la sua negazione, sentimenti di scelta dove la luce è protagonista.
In queste opere si insinuano come reale crudo e oltre l’immaginario, gli scatti di Eduardo Castaldo per L’IMMAGINE FRA CINEMA E RIVOLUZIONE. Fotografie di volti sempre intensi, sorridenti o drammatici, straordinariamente vividi, splendide immagini di interni di vita vissuta da personaggi – archetipi di ogni giorno. Foto di scena sul set del film Reality, di Matteo Garrone che ha ricevuto il Gran Prix della Giuria di Cannes, girato tra Napoli e Roma tra maggio e luglio 2011, dove “ la vita si mescola alla sceneggiatura e anche la pioggia può riscrivere una scena”. Gli spazi del cinema sono luoghi senza tempo, con tanta memoria, ma sempre sospesi e irreali, post moderni, dove ogni volta poter riscrivere la realtà o la fantasia. Di cruda realtà invece sono le foto dedicate alla rivolta di Piazza Tahrir. Ne I giorni di Piazza Tahrir i volti, le grida della rivolta contro il presidente Mubarak al Cairo. Foto intense, pubblicate da Time e da riviste in tutto il mondo, vincitrici del World Press Photo 2012. Grida che rompono il silenzio dell’oppressione.
Nell’ingresso del Cerp a parlare di un reale intenso oltre l’immaginario, le opere di Alvaro Breccolotti, “Duca”, da toccare e sfiorare per capire la rugosità dei panni di lino che vestono cesti-contenitori che tornano in Grande energia, quella di succose lucenti arance che esplodono nel succo di vita o in Ritrovati, i fichi, frutti stagionali, “ritrovati” nel loro ciclico ritorno. In Testa di bambino nascente il cavolo cappuccio riflette nella rugosità delle foglie dischiuse, una nascita forse. Ma su tutto svetta La Sentinella, solitario splendente caco maturo ormai da tempo colto, e lasciato maturare insieme alle sue avvizzite foglie. Le opere del nostro artista perugino Duca ancora una volta ci stupiscono con la ricchezza e lo studio dei particolari dei soggetti rappresentati, l’artista insomma veste di magica realtà, di un “realismo intenso”, una Natura che sta perdendo la sua identità. Un pensiero affettuoso alla sua-nostra città, omaggiata da Rose sognanti, boccioli morbidamente appoggiati nella loro solitaria bellezza.
RALENTI I morbidi movimenti delle passioni.
Luce Alternativa di Thomas Corey e Sol Niger di Marianna Masciolini
L IMMAGINE TRA CINEMA E RIVOLUZIONE. Fotografie di Eduardo Castaldo
IL REALISMO INTENSO DI DUCA
CERP Rocca Paolina Provincia di Perugia 5 / 21 luglio 2013
marilena badolato maribell@live.it