RIFLESSIDIVERSI 2018: IRLANDA E UMBRIA INSIEME NEL NOME DELLA POESIA. TORRE DEI LAMBARDI- MAGIONE.
C’E’ TANTO d’Irlanda e d’ Umbria nelle poesie di RIFLESSIDIVERSI, da ben tredici anni appuntamento imperdibile alla Torre dei Lambardi di Magione, dove il fascino della storia si dipana insieme al sentire di poeti, mescolati a descrivere sentimenti, stati d’animo, paesaggi, colori, sensazioni, vibrazioni in musica di strumenti e voci. “Evento clou ormai radicato nei rapporti culturali fra Italia e Irlanda”, commenta il direttore artistico Fernando Trilli, mentre porge i saluti del proprio Paese l’addetto culturale dell’Ambasciata d’Irlanda a Roma, Darragh Higgins, e di benvenuto il sindaco di Magione Giacomo Chiodini.
FRA letture, splendidamente tradotte da Rita Castigli e da Eiléan Nì Chuilleanàin, scorrono stasera le poesie di Michael O’Loughlin con il loro messaggio di appassionata narrazione; della poetessa e cantante lirica Judith Mok che offre versi insieme a profonde melodie; del poeta Macdara Woods, scomparso a giugno di quest’anno, ma immortale grazie ai suoi versi; della poesia della stessa Eiléan Nì Chuilleanàin, sua moglie, e del nostro poeta perugino-calabrese Francesco Curto che legge le sue toccanti liriche.
Judith Mok
Playgrounds. Parchi-gioco. Perchè- si chiede Judith- noi bambini dovremmo preoccuparci di quale religione ci seppellirà? Vilnius / See-Saw underneath your statue / We don’ t know that the new regime pulled on the old mask of Karl Marx / To reveal your wise eyes shining through the black stone / We, the children who are condemned to play / With the ghosts of those children who walked our homeland’s woods.[…] A synagogue hidden underneath the sandpit three floors down / Why would we know, why should we care which religion might bury us […] Vilnius/ Altalena sotto la tua statua / Non sappiamo che il nuovo regime ha tirato su la vecchia maschera di Karl Marx / Per rivelare I tuoi saggi occhi che brillano attraverso la pietra nera. / Noi, i bambini condannati a giocare / Con I fantasmi di quei bambini che hanno camminato nei boschi della nostra patria.[…] Una sinagoga nascosta sotto la vasca di sabbia tre piani più in basso / Perché dovremmo sapere, perché dovremmo preoccuparci di quale religione potrebbe seppellirci […]
Today- After Leo Tolstoy. Oggi- Da Leone Tolstoy. […] What a fool I have been till today not to see, not to hear what there was to be. In the land of the Troubadour I write a lans scape in the morning. Up the mountain dogs follow me where I follow ancient footprints.[…] What a fool I have been till today not to be able to read what was written. To spell reality. At night I spy on the dark. When lightning hits I see some natural time, the speed of the bat is the speed of the falling stars caught in the claws of our artificial wishes. Not like the owl who claws his prey in mid-air displaying its own blitzkrieg. What a human fool I have been, non to be able, but for today, to feel: Love. Che sciocca sono stata fino ad oggi a non vedere, a non sentire quello che ci sarebbe stato. Nella terra dei Trovatori scrivo un paesaggio al mattino. Su per la montagna i cani mi seguono dove io seguo orme antiche.[…] Che sciocca sono stata fino ad oggi a non essere stata capace di leggere ciò che era stato scritto. A interpretare la realtà. Di notte spio l’oscurità. Quando il fulmine esplode, vedo un po’ del tempo della natura, la velocità del pipistrello è la velocità delle stelle cadenti catturate negli artigli dei nostri desideri artificiali. Non come il gufo che artiglia la sua preda mostrando a mezz’aria la sua guerra-lampo. Che sciocco essere umano sono stata a non essere capace, fino ad oggi, a sentire: Amore. E la poetessa Judith Mok intona, da soprano classico, un canto a cappella struggente di malinconia.
Michael O’ Loughlin
The City after Cavafy- La città da Cavafy. Il poeta, molto giovane, sogna di partire e viaggiare ovunque, tranne che rimanere in questo posto: You say you will leave this place / And take yourself off to God-knows- where / A Galway cottage, a village in Greece / Anywhere but here: / Paris, Alexandria, Finglas, / The grey eroding suburb / Where you squandered the coin of your youth.[…] Dici che lascerai questo posto / E ti porterai lontano Dio solo sa dove / Una fattoria a Galway, un villaggio in Grecia / Ovunque tranne qui:/ Parigi, Alessandria, Finglas Dublino Nord, / Il grigio sobborgo degradato / Dove hai sperperato la moneta della tua giovinezza.[…]
End of an affaire –Fine di una storia, una poesia in piena epoca del terrorismo. On the first day I welcomed your teeming battalions/ Your iron wing clattering through the getto’s maze/ I cheered and wept as your tanks and troops/ came rolling down my tired and bloody streets.[…] On the night of the seventh day/ darkness came, you called a curfew/ taking the gun from beneath the floorboards/ Where it had lain such along time/ My heart went out to hunt you down. Il primo giorno acclamai gli sciami delle tue truppe / La tua ala di ferro sferragliante nel dedalo del ghetto / Risi e piansi quando i tuoi cingolati e truppe / Si riversarono nelle mie strade sanguinose e stanche. […] La notte del settimo giorno / Venne il buio, dichiarasti il coprifuoco / Tirato fuori il fucile da sotto il pavimento / Dove era rimasto per così tanto tempo / Il mio cuore uscì a darti la caccia.
Eiléan Nì Chuilleanàin
An imperfect enclosure- For Nano Nagle. Un recinto imperfetto-Per Nano Nagle. She was out in all weathers. / She was tired, someone gave her/ a chair in a shop. Rested/ and then away, in the street, on the move.[…]She asked to be buried in/ the common cemetery/ They broke through the wall/ of the nun’s graveyard/ and slipped her coffin inside. […] Era fuori con tutte le stagioni / Era stanca, qualcuno le dava / una sedia in un negozio. Riposava / e poi via, per la strada, in movimento.[…] Chiese di essere seppellita / nel cimitero comune./ Sfondarono il muro / del cimitero delle suore / e fecero scivolare dentro la sua bara.[…]
Macdara Woods
Casas Colgadas. Le Case sospese. It was the great blind of the houses/ I loved as a child / the high-up returns/ and cabinets and superstructures/ fumbling from the cliff/ like the casas colgadas of Cuenca – where i never managed/ to spend that winter/ warmed by burning wood/ and Fundador yet staying austere/ in the cold monastic picture I invented/to making poems-/ It was the great blind backs/ of the Dublin houses I loved then/ and still love now/ and how on sunlit mornings/ or sunny slanting afternoons/ they can surprise you: / all the random muffled shapes/ in the wrapping/ that pushing bulging strangeness/ underneath the skin. Fu il grande retro cieco delle case/ che amavo da bambino/ gli autoritari stanzini aggettanti/ e schedari e sovrastrutture/ annaspanti dalla scogliera/ come le “case sospese” di Cuenca- / dove non riuscii mai/ a passare quell’inverno/ riscaldato dal fuoco della legna / e dal Fundador e tuttavia austero/nel freddo quadro monastico che avevo inventato/ per scrivere poesie-/ Fu il grande retro cieco delle case/ di Dublino che amavo allora/ e che amo ancora/ e come in mattini solari / o in assolati meriggi obliqui/ esso ti può stupire:/ tutte le forme a caso sospese/ impacchettate nell’imballaggio/ quella stranezza che rigonfia spinge/ sotto la pelle.
Francesco Curto
Legami alla ruota- Tie me to the wheel. Legami alla ruota / della tua bicicletta / voglio essere il centro / del tuo mondo./ Raccoglierò ranuncoli / per coprirti di festa. / Il respiro del mare/ instancabile a sera / è la mia promessa d’amore […] All’alba non cercarmi / sono stato un sogno / fuggito sulle ali / di un gabbiano felice. Tie me to the wheel of your bicycle / I want to be the hub / of your world / I’ll gather buttercups / to wrap you in rejoicing. / The sea breathing / untiring at evening / is my promise of love. / At dawn don’t look for me / I was a dream / I have flown away / on a gull’s joyful wing.
Padìa- Padìa. Una lirica di ricordi, sentimenti, emozioni, profumi del nostro profondo Sud. Padìa era un mucchio di case / e di gente/ le cantine aperte al sole / diradavano sentori di muffa / I telai sbattevano / come ali di farfalle prigioniere / mentre forni / cuocevano pane e fichi secchi […] A sera Padìa era un tressette / per tutti / una bottiglia di vino/ spezzata con una gassosa. / Padìa era il brigante di notte / e il gioco ai bottoni. / Padìa è un mucchio di case oggi / e più niente. Padìa was a clutch of houses / of people too / the cellars open to the sun / spread around the smell of mould. / The looms flapped like the wings / of imprisoned butterflies / and the ovens / were baking bread and dried figs […] At evening Padìa was a game / of cards for everyone / a bottle of wine / cut with fizzy soda. / Padìa was the night- time robber / and the game of buttons. / Padìa today is a clutch of houses / and nothing more.
Le nostre donne- Our women. Un altro canto d’amore per la propria terra e le donne del Sud, stanche e stremate dal duro lavoro. Oggi il cielo è tornato sereno / sono tornate le donne a raccogliere / le olive in campagna / Anche oggi è passato / a sera le ho viste tornare / tutte in fila le donne / arrossate nel volto, stanche, / senza più fiato, pensando al domani.[…] Queste donne / hanno sempre le mani ruvide / a sera qualche uomo / si lamenta di loro. Sono le api operaie / d’un piccolo alveare, sono donne / di ieri che non hanno trucco, / hanno il viso stremato, / i capelli arruffati, sono giovani / a sera non hanno voglia / di fare all’amore. Today the sky cleared again / the women have gone back to work / picking olives in the countryside. / And this day too is over / I saw them at evening returning / a whole line of women,/ tired, their faces reddened, / out of breath, thinking of tomorrow.[…] These women’s / hands are always rough, / some men complain at night. / They are the worker bees / of a small hive, they are / old-fashioned, don’t paint / their exhausted faces, / their hair is wild, they are young / and in the evening they have no desire / to make love.
A corollario della serata il gruppo musicale Militia, rappresentato da Fabrizio Croce, che a suo tempo aveva già collaborato con il poeta e musicista irlandese Macdara Woods ( ricordiamo la sonorizzazione del poema Above Pesaro del 1999) annuncia la creazione di un CD, un vinile e un video multimediale in cui si utilizzano le tecniche e gli strumenti della realtà aumentata per interpretare i versi del poeta.
marilena badolato