RITA DA CASCIA: “UNA DONNA COME TANTE UNA SANTA COME POCHI”. UNA SANTITA’ FAMILIARE E SOCIALE NEL LIBRO DI MAURO PAPALINI.
VIVERE DIO nelle pieghe della vita di ogni giorno. Questa è stata la vita di Rita da Cascia, una delle sante italiane più venerate e la cui festa ricorre proprio oggi 22 maggio. Non una eroina, nè una donna dotata di super poteri, introduce l’autore Mauro Papalini nella presentazione del suo libro. Una donna del suo tempo che ha sofferto tanto e che ha vissuto con virtù. Una santa con le cadute di tutti i giorni, con le problematiche quotidiane da affrontare, con i suoi momenti di fragilità.
SANTA NEL CUORE e nell’anima di milioni di persone forse proprio per aver vissuto situazioni familiari e di vita comuni a tanta gente. Ha attraversato il suo periodo storico come figlia, sposa, madre e alla fine anche monaca. Per questo crediamo che comprenda tutte le nostre difficoltà di vita e a lei ci rivolgiamo affinché ci aiuti. E forse per questo è venerata in tutto il mondo come “santa delle cose impossibili”.
NELLA presentazione del libro, presso la biblioteca di San Matteo degli Armeni di Perugia, hanno dialogato con l’Autore due studiose dell’Università di Perugia: Rita Chiacchella (Storia moderna) e Francesca Guiducci (Scienze storiche). Rita Chiacchella si sofferma sul titolo molto significativo, che ci presenta una donna del suo tempo, in un 1400 pieno di idee e fermenti, ma anche lotte intestine tra fazioni, tra guelfi e ghibellini nella stessa città di Cascia e dove appare l’ importante ruolo di Rita come pacificatrice in ambito familiare e sociale. Una delle cosiddette “sante vive”cioè sante già da vive, come Colomba da Rieti che operò a Perugia nello stesso periodo storico. Un libro che presenta anche un interessante scorcio sulle comunità monastiche e sulla santità femminile in generale. Rita appare quindi come personaggio storicamente accertato attraverso una documentazione mista, documentaria e iconografica, come la descrizione della cassa mortuaria della santa o i vari codici e gli atti del processo di canonizzazione. Tra le fonti esaminate, di cui il libro fornisce una rassegna completa che ne costituisce uno dei pregi, non può naturalmente mancare ciò che riguarda la canonizzazione di Rita da parte di Leone XIII, quel Gioacchino Pecci che era salito al soglio pontificio nel 1878 dopo il lunghissimo episcopato a Perugia. Di Rita vari sono i fatti miracolosi che ne accompagnano la vita sin dalla nascita.
LA SPOSA di un uomo o la sposa di Cristo- interviene Francsca Guiducci- secondo il detto del tempo aut murum aut maritum. Invece alcune donne sono riuscite a svolgere il loro apostolato attivo, a vivere la terza via con autodeterminazione e Rita riassume le difficoltà nel riuscire nell’impresa. Diventare sposa di Cristo, una connessione forte che arriverà fino al ‘600 inoltrato, e nello stesso tempo vivere un apostolato e affacciarsi alla vita sociale e pubblica. Anche nella iconografia di Rita vediamo l’ immagine della imago pietatis, una sorta di cristocentrismo che si diffuse grandemente nei monasteri umbri dopo la circolazione della lettera di Lentulo con la descrizione della immagine umana di Cristo. Publio Lentulo, spacciato per governatore della Giudea prima di Pilato, spedito addirittura all’Imperatore Tiberio a Roma, descrive fisicamente Gesù come uomo bellissimo: “...statura media, con barba e capelli lunghi del colore della nocciola matura […] ha gli occhi come i raggi del sole e nessuno può guardarlo fisso per lo splendore; e quando ammonisce, si fa amare, ed è allegro con gravità” […]. Suscitando certo una emulazione forte, una sorta di “innamoramento del divino amore”. Nel ‘600 il culto di Rita si diffonde enormemente e molte aspiravano alla santità e volevano assomigliare, nella propria devozione, alla vita della santa rifacendosi alla immagine del cristo. Una sorta di “annichilimento” della vita propria, per imitare quella di Cristo.
ASCOLTIAMO IL LIBRO grazie agli intermezzi di letture di alcuni brani di Eliana Spadoni, nell’ambito del progetto "Leggi per me" (una iniziativa della Biblioteca San Matteo degli Armeni di Perugia in collaborazione con la Biblioteca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Perugia per la realizzazione di audiolibri, utili alle persone che, per motivazioni differenti, non possono leggere autonomamente il cartaceo). Fatti storici, capitoli incentrati sui tempi e i luoghi vissuti da Rita Lozzi, la sua infanzia e il matrimonio, la vita in famiglia, il dolore e la solitudine della vedovanza e la perdita dei propri figli, il divenire sposa di Cristo e il monastero di Santa Maria Maddalena a Cascia, la predicazione ai suoi tempi, il “dono della spina” impressa sulla fronte, che la avvicina ancor più al dolore sulla croce, una piaga presente ancora nel suo cadavere, il “felice” transito, i miracoli, la canonizzazione e il grande culto.
PAPALINI con lucidità intellettuale esamina tutti i materiali disponibili, dal Codex miracolorum, una raccolta pergamenata di registrazioni notarili di fatti prodigiosi attribuiti alla santa dal 1457 al 1567, alla cassa funebre “solenne” che riporta il primo epitaffio in terza rima con la data esatta della morte avvenuta nel 1457; dall' affresco cinquecentesco della Vergine con Bambino nella chiesa di San Francesco a Cascia che la ritrae tra i Santi Andrea e Lucia con le mani congiunte e la presenza della ferita sulla fronte, all’affresco che la rappresenta già con l’aureola della santità, del 1564, nella chiesa di San Montano a Roccaporena suo paese natio; dalla biografia più antica a noi pervenuta, scritta nel 1610 dal padre agostiniano Agostino Cavallucci di Foligno, agli Atti del Processo di beatificazione del 1626 che riportano numerose fonti.
L’ENTRATA NEL MONASTERO, dove Rita trascorre circa quaranta anni, è riportata dalla breve biografia che il notaio casciano Domenico di Angelo fece precedere ai primi undici miracoli del Codex miracolorum: “Una onorevolissima Suora Donna Signora Rita, avendo passati 40 anni da monaca, nel chiostro della predetta chiesa di Santa Maria Maddalena di Cascia vivendo con carità nel servizio di Dio, seguì alla fine la sorte di ogni essere umano. E Dio, nel cui servizio perseverò per il tempo predetto, volendo mostrare agli altri fedeli un modello di vita, affinché come lei era vissuta servendo Dio con digiuni e preghiere, così anch’essi, i fedeli cristiani, vivessero, operò mirabilmente molti miracoli e prodigi con la sua potenza e per meriti della Beata Rita. Soprattutto il 25 maggio 1457 [...]
IL LIBRO quindi, nella cui parte finale troviamo preghiere da recitare e alcune scritte dall’autore stesso, vuole essere un testo storico, interessante e coinvolgente che si legge con curiosità intellettuale e dona quella serenità nel costatare che santa è diventata una donna che ha vissuto il suo tempo, che ha superato vicende dolorose, che ha operato al servizio degli altri con amore, agendo nella semplicità di una vita familiare prima e in quella del monastero dopo, regalandoci quindi la possibilità di poterci ispirare al suo esempio. “Un testo di biografia storica che rappresenta un inizio- continua l’autore- scindendo l’aspetto sentimentale a cui sono profondamente legato da quello professionale, e diventare un motivo per spingere a una ricerca più approfondita”.
SANTA RITA, la santa di ogni giorno, una santa come noi.
MAURO PAPALINI: Rita da Cascia. Una donna come tante, una santa come pochi. Shalom Editrice.
marilena badolato