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ROCCA PAOLINA SALA CANNONIERA: ARTISTI PER L’UNITA’ D’ITALIA

Interessante 150 e oltre. Molto oltre.

Avanti a interpretare l’Italia e gli Italiani di oggi: gli stereotipi, i costumi, il pensiero, le novità. Questo regala l’arte moderna e contemporanea: la possibilità di vedere oltre, spaziare insieme all’artista al di fuori dei canoni prefissati, degli schemi di scuola, vedere dove va l’arte figurativa in un artistico canto corale dove il tema comune è noi, tutti noi italiani oggi. Una dismogeneità linguistica, perché stili diversi opere pittoriche scultoree saperi e tecniche diverse, che però si amalgama in un progetto che vuole andare oltre e in  questo sorpasso trova la sua peculiare unità.

Al centro della Sala

Gli incatenati di Alessandro Marcucci Pinoli, incatenati in un cerchio, rossi manichini maschili. Sono I venditori di fumo, dagli occhi bianchi inespressivi, perché senz’anima, occhi pieni di fumo che non leggono la realtà. Gli imbonitori del passato, oggi ritornano più che mai attuali. Così incatenati sono resi inoffensivi. Alla parete l’artista nel suo Albergo-Museo di Pesaro, con la testa pensante staccata dal corpo e “servita sopra un tavolo”. Chi non ha testa, si serva pure!

Amadio Giuseppe, opere su stoffa, monocromatiche, magica ondulazione ricorrente, come una permanente tecnica estroflessa. Quasi tessuto matelassé, solo alcuni punti fissi fermano questa perenne ondulazione. Idea di movimento e velocità.  Frenetico movimento di oggi.

Laura Fiume, la parete accanto, e le sue opere con intarsi di  bellissimi velluti. Beneamato gatto di velluto nero, che così più nero appare. Si potrebbe accarezzare, finalmente, tanto sarà morbido, questo gatto nero sfortunato…per noi italiani.

Valentina Vivacqua afferma che nature is better. La bellezza di Valentina, Crepax firmata, modello per noi ragazze di una volta, capelli neri a caschetto e animo ribelle, e la donna mummia di bende fasciata, dopo un intervento estetico di oggi, contrapposta alla bellezza invece di un ritratto naturale, di una femminilità sensualmente reale e… italiana.

Alberto Sughi, accanto, nudi totali femminili, esaltazione di una femminilità naturale, dove, unico elemento diverso, in basso, appare un tacco femminile. Le italiane e il tacco:  il tacco fa la differenza…

Accanto Valisi Roberto, con una enorme testa italiana rosso verde e…oro,  al posto del bianco, e un mezzo busto che trasuda classicità sempre verde rosso e oro. Oro e oro al posto dello spirituale  bianco. Il simbolo per eccellenza della ricchezza ha sostituito il bianco-purezza. Alla parete sono suoi i bei boschi di alberi legati da sottilissimi fili. Adoriamo i boschi e il verde, noi italiani, ma li disboschiamo, leghiamoli allora per non perderli…

Cambio sala con Doddi Valerio un espressionismo astratto di occhi, numeri, fiori, archetipi- simbolo, quasi tatuati, dell’universo. Il tatuaggio oggi, simbolo per sentirci diversi. O uguali?

Della Rina Diego con la sua originale bandiera rossa bianca e verde, striata da sottilissime rigature. La nostra bandiera è insomma un po’disunita nei suoi tre colori, come appare oggi, in fondo.

Con Boriosi Romano entra il soggetto religioso: in Isola dell’amore mi appare, dietro le ombreggiature rappresentate, il tema  dell’Ultima Cena; più palese invece il Cristo in posa giottesca con  accanto due formelle del ciclo della Basilica di Assisi, dove intravedo Francesco. Bella anche l’opera che rappresenta la Crocifissione di Cristo, tutta bianca, messaggio di una morte foriera di salvezza, e dietro il mondo, tutto nero, che ancora salvo non è.

Religiosità anche in Balthazar Rose William con i suoi cappelli, copricapi orientaleggianti, i cuochi, le evoluzioni circensi, tutti simboli che vogliono superare l’immanenza verso una trascendenza del simbolo stesso.  Recuperare una certa religiosità del sentire?

Accanto Romana Valente con autoritratti di Dario Fò, Totò, Pasolini, Alda Merisi, italiani famosi tutti magistralmente eseguiti.

Di fronte si ritrae in varie pose l’artista Celestina Salemi, dalla rilassata bellezza all’immagine  con i capelli increspati e in rilievo, mi appare come novella Medusa del 2000, immersa nel mare della sua Sicilia, Italia mediterranea.

A seguire poi l’astrattismo colorato di Monica Ciabatti: luce macchie geometrie forme e colori, emozione pura, e accanto le macchie Ombre di Alessandro Pizzo. Continuo tra le  gabbie, quasi prigioni del pensiero, di Vincenzo Rosati, con il suo Disertore ben individuabile. Di fronte Esposito Carlo con il bel volto di donna, di catene ancor oggi fatto, e in alto un collage di lattine vuote,  quasi un parto di lattine vuote e schiacciate espulse verso l’esterno. Saremo sempre sommersi dai rifiuti?

In fondo tante sculture in ferro di Haxhiu Edmond, miracolosamente in piedi, ritte, tanto sono filiformi: il futuro è presente, qui ora.

E’ domenica mattina. La Rocca Paolina con il suo eterno fascino mostra mirabilmente una parte di oggi dell’Italia dell’Arte.

Grazie alla guida Nadia.

Editebro  ARTISTI PER L’UNITA D’ITALIA- Impronta d’autore

ROCCA PAOLINA  Sala Cannoniera   dal 7 Gennaio al 12 Febbraio 2012

Regione Umbria Provincia di Perugia Comune di Perugia  perugiassisi-capitale della cultura 2019

Marilena Badolato   maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato