SAN BENEDETTO ALLA CANAPINA E IL SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
PER UNA NOTTE un sogno di mezza estate ha illuminato San Benedetto alla Canapina e il suo parco delle Mura. Animata dalle immagini di film famosi di nostri amati compositori, la svettante facciata di San Benedetto vecchio, struttura romanico gotica che vive attraversata dalle Mura etrusche, ha mostrato come anche la memoria storica possa lavorare a favore dell' attualità: il recupero di una fruizione di parco pubblico strappato all’incuria e al degrado da tanti cittadini e volontari, stimolati da una associazione, “Radici di pietra”, che da tempo si occupa di rivitalizzare spazi rendendo fruibili quei monumenti primari che rappresentano l’ intima identità di ogni centro urbano a valenza storica.
IL GRANDE CINEMA ITALIANO e le colonne sonore che lo hanno accompagnato hanno vestito così San Benedetto ripercorrendo le tappe di grandi film, grandi registi e grandi compositori: Rota, Piovani, Morricone, Piazzolla interpretate dal tocco passionale di UmbriaEnsemble con Cecilia Berioli al violoncello, Lucrezia Proietti al pianoforte e luca Ranieri alla viola.
LE APERTURE SULLA FACCIATA di San Benedetto hanno riproposto le storie, deformando visi, paesaggi, personaggi, scene di pellicole famose, come Giulietta e Romeo, C’era una volta il West, Nuovo Cinema Paradiso, Amarcord, Il Padrino, e soltanto nelle scene dell’olocausto de La vita è bella e di Schindler List, quelle lacerazioni delle parete sembravano riprodurre e rimandare, in una inimmaginabile realtà, le stesse lacerazioni delle casacche, degli indumenti degli internati nei lager.
MURA ETRUSCHE E CIVILTA’, ombra di antiche piante, verde pubblico del Parco della Canapina, un luogo che nel Medioevo accoglieva la coltivazione e un mercato della canapa, come attesta persino la donna raffigurata in una formella della nostra Fontana maggiore, intenta a lavorare questa pianta così utile nella creazione di stoffe, vestiti, delle tele, delle vele che andavano per mare…
"RADICI DI PIETRA" E LE MURA, vissute come elemento formativo e identitario di luoghi e città che in esse ritrovano e recuperano la loro storia e che in esse possano sentirsi accomunate. Un vero e proprio percorso delle Mura che riannodi quei fili, interrotti, lacerati o soltanto dispersi, della storia, un riappropriarsi di spazi, architetture, scorci urbani spesso abbandonati o incapaci di dialogare tra loro come un tempo.
marilena badolato